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CINEMA E MUSICA

Massimiliano Di Mino

Il dub dei Popuciàband naviga in rete e contempla la tempesta

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Consultando Il dizionario del Diavolo dello scrittore e rivoluzionario Ambrose Bierce alla voce indipendente possiamo trovare la definizione: "individuo malato di dignità e dedito al vizio dell'indipendenza ovvero uno dei più preziosi tesori dell'immaginazione", e se il diavolo, è cosa nota, è sempre stato dedito alla musica, quella dei Popucià band è diabolicamente indipendente, dignitosa e immaginifica. Il loro ultimo album pop 2.0 è un concept magistralmente congeniato dal gruppo attraverso l'utilizzo di internet, sei brani e altrettanti remix realizzati grazie a collaborazioni nate nei social network. La scelta di utilizzare la rete come denominatore comune e come cassa di risonanza, non è però dettata da sterili furberie modaiole, ma dalla nascita di nuove esigenze e dall'urgente consapevolezza che lo strumento web, a detta di tutti rivoluzionario, è oggi chiamato con le sue potenzialità ad affrontare nuove sfide e divenire qualcosa in più dell'ennesimo mezzo di fruizione. Quello dei Popucià e di pop 2.0 è una sfida che inizia con un viaggio attraverso il nostro paese e la contemporaneità, una strada lunga che comincia dal basso, dal sud e che attraverso il dub, l'elettronica e l' hip-hop mette insieme testi impegnati e sonorità che mutano di continuo e non sono mai scontate. Ora con passo leggero, arrabbiato e talvolta lisergico il gruppo attraversa, meglio naviga, il nostro bel paese offrendogli una voce sdegnata che parla della società, dell'oggi e della precarietà perché, ricorda She's gone il singolo e brano d'apertura del disco "bisogna esser naufraghi per contemplare una tempesta", e tra le intemperie lo sguardo del gruppo è tanto puntuale e vicino da saperci narrare non solo le idiosincrasie di una società, ma anche temi eterni e globali come l'odio, l'amore e la loro irrazionalità alla quale nessuno si può sottrarre.

Il viaggio della Popucià comincia da sud ma largheggia per bravura e spirito divenendo globale nei sapienti remix, tutti nati da collaborazioni intessute nel web, a firma di Dj Knuf e ancora di Pornophonix, Tuzzy, Z-side e DubGun. Insomma, questo viaggio non si arresta ed è condotto con passi da giganti, e in quali lidi potranno approdare i Popucià ogni uomo e/o ascoltatore libero e indipendente potrà capirlo dalla propria immaginazione: la mia, come ancora mi suggerisce Bierce nel suo dizionario, mi porta a pensare che la band diventerà "vistosamente disgraziata" ovvero famosa. Scordavo Popucià in dialetto cosentino significa "proprio ciao".

Popucià a tutti!





Popuciàband

Pop 2.0

Indipendente Popucià GrooveFactory

2010





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