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Il Paradiso degli Orchi
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RECENSIONI

Michele Vaccari

L'onnipotente

Laurana editore, Pag. 219 Euro 15,50
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Diceva il caro Guzzanti in una delle sue trasformazioni: Sere', ma je la fa? Uhhhh nun je 'a fa! Infatti non gliel'ho fatta. Ho abbandonato il libro di Vaccari a metà e non me ne dolgo affatto.

Ma il cor mi si spaura se dovessi finirla qua e assecondare solo il mio fastidio. Dov'è dunque la sostanza che ha determinato l'incomodo? Non è facile rispondere di botto e non voglio assolutamente sottrarmi alla contumacia. In realtà preferirei prenderla alla larga e disquisire (nel breve spazio che mi è concesso) di editoria (per poi aggiungere una postilla finale al valore del libro in oggetto).

E' vero del tutto, come si dice, che non ci sono errori, ma opportunità per conoscere le cose, ma qui si è sul terreno della recidiva: le cose ormai le si conosce, ma non si capisce perché le si debba ripetere all'infinito e ammorbare il povero mortale che v'incocci.

Mi spiego: l'editoria nostra è ormai avvezza all'eccesso, per quella sorta di convergenza parallela con la realtà e con la finzione non letteraria (vedi cinema e Tv) e le scelte letterarie ne 'risentono' intendendo con ciò una rappresentazione del mondo (quale è poi negli effetti) estrema e mai parca.

Mica si contesta ciò, perché la materia che ci circonda è anche blasfema e obbrobriosa, si contesta l'invadenza della sostanza (quello che sta succedendo per la politica: Berlusconi ha invaso non solo il catodico, per fortuna anche la catastasi, con effetto catatonico. Insomma: ci siam fatti due palle così!). Dunque per l'effetto transitivo e in letteratura: mi son fatto due coglioni così!

L'onnipotente mi è ostico sia nella struttura che nella lingua. Che santa romana chiesa sia una merda ne abbiamo prove a iosa, che Santo Bustarelli, 'l'eroe' di questo romanzo, sia un sacerdote zozzone che pippa droga e vuole ascendere al soglio pontifico, mi par quisquiglia surreale, apocalittica e non-sense. E per la quale nutro disinteresse a chili.

Chi mi assiste nel grido di dolore per una letteratura priva di una moderata misurazione? Ma è chiedere tanto una storia dove non avviene l'indicibile?

E poi la lingua usata del Vaccari... Il padre, onnipresente, lo ficca ad ammirare l'umanità e, senza giudizio, gli mostra il suo destino. Lo ficca?? E che vuol dire? A me par da matita blu.

Ancora: Merda io il culo manco per tutta quella del pianeta. Busto lo dice sputando i premolari masticando la cannuccia fino quasi a spolparla, con le parole che vanno a farfallino ma senza alfabeto, così che nessuno sa tradurre all'esatto, con i fonemi che s'impistonano e il dialogo va a troie, con il simposio che si annulla e tutto diventa comizio sul come prenderla, ma mai perché prenderla, se ci fosse un perché, allora perché prenderla?

E cioè?? Povero lettore, costretto a questa sorta di avanguardia letteraria arrivata troppo tardi, viatico per una defenestrazione del libro (impossibilitati come sono/siamo a defenestrare l'autore, che lo meriterebbe!).

Laurana editore sta facendo lavoro encomiabile sul recupero del corpo-lingua (inutile, ma bello il riciclaggio di Mozzi, inutile perché inutile, bello perché Mozzi è uno scrittore sapiente), ma ogni tanto, credo, perde il senso del gusto (visto che si parla di lingua!). Il sapore de L'onnipotente è assai scipito. Hai voglia a metter sale!



di Alfredo Ronci


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Insipido


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