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Il Paradiso degli Orchi
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RECENSIONI

Constance Fenimore Woolson

Il giardino davanti casa

Sellerio, Pag. 115 Euro 8,00
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Una via di mezzo fra il cuore semplice di Flaubert e il cavallo Gondrano di Orwell, che ad ogni difficoltà reagiva lavorando di più, la protagonista di questo lungo racconto unisce la perseveranza ad una incorreggibile ingenuità, che la espone ad essere la vittima ideale dei più furbi. A dire la verità fa un po' rabbia, perché è vero che Prudence è tanto buona, ma questo non la ripara dal sospetto di un'inveterata stupidità che le impedisca di vedere ciò che balzerebbe agli occhi di tutti. A partire dalle lusinghe con cui Antonio Guadagni l'ha abbindolata durante un viaggio in Italia dove lei, solida zitella del New Hampshire senza vocazione al turismo, si era recata par assistere una parente inferma. Impietosita dalla presunta solitudine dell'uomo al punto di sposarlo, viene accolta ad Assisi dalla famiglia di lui, formata da sette figli di primo letto a cui si aggiunge un nipotino orfano, nonché uno zio ozioso e, ciliegina sulla torta, una nonna bisbetica e perennemente affamata. Invece di scappare a gambe levate come ci si aspetterebbe, la donna si rimbocca le maniche e comincia a prendersi cura dell'intera famiglia. Unica ambizione, per lei che è del tutto insensibile alle bellezze dei panorami italiani (la parola Antichità rappresenta per lei tutto ciò che è brutto e sporco, e delle splendide valli umbre nemmeno s'accorge), è quella di creare, davanti alla casa, un tipico giardino americano con le aiole e la staccionata laccata di bianco. L'Autrice (1840-1894), che era al contrario una raffinata estimatrice delle bellezze artistiche e paesaggistiche incontrate nei suoi numerosi viaggi, si compiace di creare contrasti stridenti e situazioni patetiche fino al grottesco, su cui giocare con la sua ironia. Particolarmente gustoso è il ritratto della Nonna, che passa le giornate adagiata su un letto al centro della cucina, da cui può controllare tutto e pontificare continuamente.

La Nonna era una vecchiaccia terribile; aveva il naso a becco, occhi rotondi, lucenti e neri, la bocca invisibile e il mento sfuggente; la sua voce era ora bassa e roca, ora acuta e stridente.

In più era dotata di un appetito straordinario; la quantità di cibo necessaria per mantenerla, non di buon umore, perché di buon umore non era mai, ma in una passabile tranquillità fisica per ventiquattr'ore, era quella che in patria sarebbe stata indispensabile ...... per tre robusti mietitori della Nuova Inghilterra.


Il racconto è preceduto da un'introduzione di Edoarda Grego, che, per quanto forse un po' troppo "scolastica", è utile complemento all'opera. Una cosa però raccomando vivamente: che venga letta soltanto dopo la lettura del racconto perché, dettagliata com'è nel ripercorrere l'intero tessuto narrativo, rischia di non lasciare a lettore la benché minima sorpresa.





di Giovanna Repetto


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