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Il Paradiso degli Orchi
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RECENSIONI

Jean-Philippe de Tonnac

La rivoluzione asessuale

Castelvecchi, Pag. 237 Euro 15,00
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Chissà cosa mi credevo. Il titolo mi aveva fatto pensare ad una vera e propria posizione contro la sessualità mordi e fuggi contemporanea, un vero e proprio atto di denuncia alla stregua, che so, di una protesta contro un'ambasciata il cui paese giustizia un uomo solo perché omosessuale, o di un bonzo tibetano che si da fuoco per strada per porre l'accento sulla drammatica situazione del Tibet.

Macché. Sentite cosa dice l'autore: Questo libro sarebbe un modo di riabilitare quelle pratiche sessuali ai margini della sessualità esclusivamente genitale, di ricordare la straordinaria grammatica della sensualità che gli individui sanno mettere in pratica purché non si impartiscano loro prediche sul sessualmente corretto. Io non loderei la castità come rinuncia alla sessualità, direi piuttosto i benefici di un'erotizzazione del rapporto che non si pone obbligatoriamente come fine il possesso dell'altro.

E capirai, ha scoperto l'acqua calda! In realtà il saggio in questione non è un trattato sulla scelta di asessualità, ma sulle ragioni che stanno alla base di un atteggiamento del genere. Quindi si scomoda continuamente Freud e si portano esempi di come l'individuo si pone di fronte all'astinenza. Con alcune dichiarazioni esilaranti: Il desiderio non era mai stato il legame principale che lo legava a queste donne, ma adesso era inesistente – anche se, mi confessò, di tanto in tanto gli capitava di praticare l'onanismo (per rassicurarmi sul mio impianto idraulico). (Pag.152). Persuaso di non essere il solo della propria specie a non provare alcun desiderio per i propri simili, di qualsiasi orientamento fossero (etero, omo, bi, e altri aspetti riconducibili o meno allo spettro umano). Pag.151.

Ci piacerebbe sapere quali sono questi altri aspetti, così, tanto per farcene una ragione, ma non è dato sapere. Invece si disquisisce su bulimia, anoressia, impotenza, calo del desiderio, scelte religiose (per poi propinarci l'esempio della Santa Teresa del Bernini che "chiaramente" sembra godere. Ma a quel punto perché non il racconto sul rifiuto dei carmelitani di ospitare la"morte della vergine" del Caravaggio, che per come è stesa sul lettone tutto sembra meno che una vergine asessuata?).

Si parla anche di "non-libidoismo" e la parola già di per sé chiarisce, scoprendo che tra i non-libidoisti c'era anche Walt Disney (ecco perché non si è mai capito da dove siano usciti Qui Quo Qua, un po' come qualcuno non ha ancora capito come si sia formato Gesù Cristo, ma non mi sembra questo il luogo adatto per discuterne).

Insomma, come spesso mi capita di dire, l'autore, in questo caso, ha fatto come quello che diceva che i quattro evangelisti erano tre, Luca e Matteo. Considerando l'argomento, se togliessimo pure Luca, spetterebbe a Matteo tener su baracca e mostrare le gioie del sesso fai da te.

Invece il libro è un'occasione mancata: piuttosto che riproporre teorie psicanalitiche sul mal di vivere (perché digiamogela,alla base di tutto c'è proprio quello) non sarebbe stato meglio una sana e consapevole opzione all'asessualità, come forma ultima di protesta contro il mondo infame?

Qualcuno dirà: e che ce vuoi togliere pure il sesso? Perché no, piuttosto che sentircelo negare fin dall'infanzia, perché si sa, i bimbi in quel caso non delinquono.



di Alfredo Ronci


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