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Il Paradiso degli Orchi
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RECENSIONI

Giovanna Repetto

Cartoline da Marsiglia

MobyDick, Pag. 252 Euro 14,00
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Curiosamente anche questo romanzo, come il precedente, comincia dalla testa. Mentre nel primo si trattava di una tremenda emicrania, qui la protagonista è alle prese col parrucchiere. Scene di vita quotidiana, in attesa del prossimo omicidio. Benché questa sia una storia autonoma, e quindi godibile di per sé, i lettori de La gente immobiliare (sempre MobyDick) hanno in più il divertimento di riconoscere alcuni dei personaggi caratteristici, che qui confermano i loro tic e continuano nelle loro grottesche disavventure.

A cominciare dall'amica Gilda, che come si dice "lancia il sasso e ritira la mano", trascinandola il situazioni imbarazzanti, come quando la convince a partecipare a un'improbabile lezione in palestra:

- Ma Gilda è arrivata?

- Non l'ho ancora vista. Lo spogliatoio è laggiù.

......

Si diffonde in spiegazioni, come se io ci tenessi particolarmente al tipo di didattica applicata nella palestra. Non sa che nella mia testa ci sono in questo momento solo due concetti rudimentali. Uno è il criminale ritardo di Gilda. L'altro è l'immagine del rammendo sul ginocchio sformato della tuta ancora nascosta nel borsone: un'immagine che s'ingrandisce sempre più, fino a diventare una gigantografia che straripa dai bordi della mente. Alla fine mi cambio e mi guardo allo specchio, perché ci sono sempre grandi specchi, in queste dannate palestre: sembro una foca.


O quando le consiglia, per il cane, un veterinario di fiducia:

Indossava un camice sudicio e chiazzato di sangue. Per far posto al cane ha gettato una secchiata d'acqua su un lettino metallico, imbrattato di residui da mattatoio. Su un altro lettino un gatto anestetizzato stava sotto flebo, ma non c'era nessuna prova che non avesse già tirato le cuoia.

Di nuovo la protagonista (ora si sa finalmente che si chiama Gabriella) si troverà suo malgrado ad indagare sulla morte di una donna, e ad esplorare misteriose cantine rischiando di trovarsi faccia a faccia con l'assassino. La curiosità lotta con la paura, specialmente quando si accorge che non è soltanto lei che cerca, ma c'è qualcuno che sta cercando lei, e le invia misteriose cartoline.

La morsa che mi blocca i polmoni si scioglie, l'aria mi esce di bocca sotto forma di una parola che mi meraviglia.

- Finalmente.

L'uomo trasale appena.

......

Non è facile spiegargli ...... ormai era diventato un male inevitabile, un'agonia annunciata. E in definitiva un discorso in sospeso.


I suoi goffi tentativi di venire a capo del problema la portano ad esilaranti battibecchi con poliziotti e carabinieri, ma anche a correre un rischio mortale.

- Lei non sa recitare, signora, e... non è sexy.

Sorride incoraggiante.

- Andiamo, ci metta un po' di espressione. E' lì, impassibile come un pezzo di legno. Sta per essere uccisa, signora. Ci metta un po' d'anima!


Fra umorismo e paura c'è un altro filo conduttore, che passa per le riflessioni che la protagonista fa sulla propria vita e di conseguenza sulla vita in generale. Se ne La gente immobiliare si trovava in conflitto, nella sua condizione di single, fra l'amore per la libertà e la paura della solitudine, qui si pone domande sul rapporto con il male che è dentro e fuori di noi, sugli inganni del pregiudizio, sugli orchi con cui siamo costretti a convivere, e soprattutto sul rapporto fra adulti e bambini, dispiegato in un continuum fra amore e crudeltà. In un percorso non facile finisce per trovare un ponte che la unisce a quel pianeta sconosciuto che era per lei il mondo dell'infanzia. Il rapporto fra lei e Marta, la figlia del partner, che era iniziato nella reciproca diffidenza, approda ad un'affettuosa complicità. E sarà proprio la bambina, ad un certo punto, a trovarsi nel punto chiave dove s'incontrano verità e pericolo.

Il romanzo scorre veloce tra colpi di scena e dialoghi frizzanti, ma non manca, nella sua leggerezza, di offrire spunti di riflessione e perfino qualche emozione inaspettata.





di Eleonora del Poggio


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Gustoso


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