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ATTUALITA'

Alfredo Ronci

Aleister Crowley: Maestro o chaltron hescon?*

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In quella che può sembrare una vera e propria deriva esoterica-magica (per confermare l'assunto date uno sguardo alle ultime pubblicazioni) l'editore Castelvecchi non poteva non sfiorare la "questio" Aleister Crowley.

La seconda di copertina, con grande risalto, si chiede: un Maestro o un nemico dell'ordine pubblico? Aggiungiamo noi: un cialtrone psicolabile , un mago per tutte le stagioni o un furbetto annusa-corrente?

Si faccia ordine: Innanzi tutto chi è Crowley. Il magma contemporaneo ce lo consegna satanista, devoto conoscitore dell'arte della magia, "ideologo" del concetto di magik (non si confonda il senso che l'autore da alla definizione: "allenamento appropriato della psiche umana per lo sviluppo di poteri di volontà e immaginazione", con la prestidigitazione) e divinatore.

Qualcuno particolarmente attento avrà notato che nella vicenda "montata ad arte" di Bree, la ragazza in apparenza reclusa in casa e i cui video hanno "stregato" un pubblico abbastanza vasto della Rete, uno dei poster appesi alle pareti della stanza ritraeva proprio la faccia di Aleister Crowley.

I più nostalgici, di fronte a siffatta "statura", amano citare la folla psichedelica del Sgt Pepper's Lonely Hearts Club Band dei Beatles dove si scorge il faccione del Nostro o il vinile del terzo album dei Led Zeppelin in cui è stampato il motto (che da anche il titolo al libro in questione) "Fai ciò che vuoi".

Dunque Crowley come uomo (o simbolo) per tutte le stagioni. Ma nulla ci toglie dalla mente che, al di là dei riconoscimenti oggettivi alla figura, siamo di fronte ad un personaggio ambiguo, a volte tremendamente ridicolo, pericoloso (ma per ragioni, nostre, diverse e lontane dall'iconografia istituita che lo vuole temibile per le sue arti esoteriche) e che nemmeno una sagace ricostruzione degli episodi più salienti della sua vita (Lawrence Sutin -'autore del libro – ce la regala con puntigliosa precisione) riesce a consegnarcelo integro e credibile. Anzi.

Se dovessi dar credito ai documenti riportati, le origine del satanismo di Crowley non hanno alla base nemmeno una risoluzione per contrasto: La palese incongruenza [riguardo ai tre giorni] nella narrazione del Vangelo non sollevò in me alcun dubbio circa la verità letterale dei testi. In realtà, il mio allontanamento dalla grazia divina non era provocato da nessun tipo di scrupolo intellettuale (...)Passai semplicemente dalla parte di Satana, e tutt'ora non saprei dire perché (pag.42). Si direbbe non male per uno che è ritenuto dai fans maestro di satanismo e che Blanche Barton l'autrice di The secret life of a Satanist, la biografia autorizzata di Anton Szandor LaVey, il fondatore della chiesa di Satana, indica come il principale ispiratore.

Ma è sulle doti psicomagiche e divinatorie di Crowley (che Sutin, col classico cerchiobottismo, cerca strenuamente di farcele digerire) che il libro offre situazioni addirittura esilaranti. Ne citiamo alcune. Il demiurgo fallito: All'interno del tempio nero c'era uno scheletro umano che Crowley, nelle Confessions (la sua autobiografia [n.d.a.]) diceva di nutrire "di tanto in tanto con sangue, uccellini e altra roba del genere. L'intento era di dargli vita, ma non ottenni niente più che le ossa si ricoprissero di una melma vischiosa (pag.93). La vittoria sul vampiro: Non stupisce, quindi, che all'inizio del 1903 Mathers abbia sferrato contro di lui (Crowley ovvio [n.d.a.]) un attacco magico e che il mezzo impiegato (...) fosse (...): la trasformazione di una vecchia decrepita in un giovane vampiresco demone femminile, una succube. (...) Crowley dovette ricorrere a tutti i suoi poteri magici per respingere il tentativo di seduzione della donna ed evitare che questa lo dissanguasse, che lo privasse cioè di tutta la sua forza spirituale (pag.149). La fuga invisibile dopo un agguato che lo ha costretto ad usare il revolver: ...dichiarò di aver lasciato inosservato la scena del crimine grazie alla tecnica magica dell'«invisibilità» che aveva sperimentato con scarso successo in Messico nel 1900 (riuscendo solo a ottenere un effetto "tremolante"), ma che – grazie a un meccanismo inconscio dettato dal suo istinto di sopravvivenza- era riuscito a mettere perfettamente in pratica negli istanti successivi allo sparo (pag.228).

L'indifferenza degli altri: Egli [Crowley]credeva di possedere un mantello magico che lo rendeva invisibile. Un giorno si presentò con quello indosso, una figura imponente con un cappello a forma di cono ricoperto di stelle e un mantello nero decorato con i simboli del misticismo, e si mise a passeggiare lentamente da Regent Streeet a Glasshouse Street passando davanti al Café in spaventoso silenzio.

Nessuno riuscì a convincerlo che i clienti sbalorditi l'avessero visto. "Se mi hanno visto", avrebbe domandato senza ricevere nessuna risposta, "perché nessuno mi ha rivolto la parola?"
(Pag.488).

Crowley è un uomo pieno di sé, convinto di poter appagare la sua sessualità binaria (in realtà un'omosessualità repressa "bilanciata" dalla ricerca di avere accanto a sé una Donna Scarlatta -sorta di sacerdotessa dell'esoterismo) attraverso pratiche legate al concetto di magik. Ma è anche un uomo pericoloso che si è macchiato di un omicidio, che ha fatto morire un collaboratore curato con pratiche "magiche" e padre di innumerevoli figli, sparsi per il mondo, e dei quali il libro appura più di una volta una morte prematura per stenti e malattie.

Deriso spesso dai contemporanei non sfugge alla "condanna" degli intellettuali del tempo per le sue presunte doti letterarie e per il suo carattere: Di fronte alle bozze del principiante, Yeats cercò di essere diplomatico, ma il suo sguardo non potè non comunicare ciò che realmente pensava a riguardo (pag.99). Somerset Maugham dice: Era un uomo bugiardo e insopportabilmente presuntuoso (pag.150). Nonostante i modi gentili con cui Crowley aveva trattato la Mansfield durante la sua esperienza con la droga, l'impressione complessiva che egli lasciò sulla scrittrice non fu certo favorevole:«Un individuo presuntuoso e piuttosto volgare», fu il suo verdetto finale (pag.327). Pound, scrivendo da Londra all'autorevole rivista trimestrale americana "The Little Review" protestò energicamente per la presenza di una nota piuttosto positiva su Crowley all'interno di un saggio di H.L.Mencken, intitolato Puritanism as a Literary Force (Pag.347).

Purtroppo Crowley fu "scarso" anche nella lungimiranza politica: le uniche parole contro Mussolini e il regime in realtà furono una serie di poesie, raccolte in un volumetto, dove l'autore si scagliava contro il Duce perché da lui cacciato da una villetta di Cefalù (dove aveva fondato una sorta di Abbazia esoterica con la "donna scarlatta" di turno): Solo ventotto giorni fa ha firmato il mio ordine di espulsione dall'Italia e adesso sta già vacillando (pag.439) (Era il maggio del 1923!! Quando si dice l'arte della divinazione e della profezia!). Mentre con Hitler tentò un approccio più ideologico sostenendo che nel Mein Kampf il Führer aveva elaborato una sua personale retorica dell'odio, della violenza e del potere come suprema giustificazione non del tutto indipendente dalle teorie che lui stesso aveva espresso nel suo The Book of the law.

Le seicentocinque pagine del presente volume non sciolgono invece i dubbi che ci assalgono a proposito dell'autore. Lawrence Sutin, con una ricerca dettagliata storicamente e "agiograficamente" ci regala un ritratto completo, ma ambiguo: si ha come l'impressione che nel presentarci Crowley abbia volutamente caricato le sue paradossali inconsistenze su un "documentato" attendibile e più apprezzabile. Come a dire: l'uomo ha una sua pregnanza "storica" ma signoriddio quante ne ha combinate, o rigirando la frittata: riuscite a scorgere qualcosa di serio in questo bailamme di cialtronerie carnascialesche? S'intenda anche: il libro è straordinariamente documentato, ma vale se riguarda poi una figura di eccepibile caratura?

Capiamo anche l'interesse da parte della musica pop per il personaggio: dinanzi all'incombenza del mercato anche la musica per i giovani deve chinare il capo. E se, noi nostalgici, di fronte alle carature morali di un Hendrix o di uno Zappa, o più recentemente di un Jeff Buckley, riteniamo di aver perso compagni di viaggio, altri, di fronte alle gigionerie di un Bowie invecchiato o alle mascherate di un Marilyn Manson "satanicamente crowleyano" credono di aver completato il cerchio della loro falsa ribellione perennemente "in fieri".

Aleister Crowley era un uomo di cartone: è probabile che nel Medio Evo avrebbe preso facilmente "fuoco".



* Riferimento al libro di Tommaso Labranca Chaltron Hescon (Stile libero Einaudi)



Lawrence Sutin

Fai ciò che vuoi

Castelvecchi

Pag. 605 Euro 20,00





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