CINEMA E MUSICA
Marco Minicangeli
Juniper - Un bicchiere di gin
Un cavallo bianco, iconico, e l’incontro che Sam, il giovane protagonista ha con l’animale: sembra essere questa la scena chiave di Juniper – Un bicchiere di gin, una scena che spicca nello svolgimento della storia. Ci sembrava giusto partire da qui.
Il film scritto e diretto da Matthew J. Saville arriverà nelle sale il 3 ottobre. A ben vedere il protagonista della pellicola è il rapporto conflittuale che Sam (George Ferrier) e sua nonna Ruth - una stupenda Charlotte Rampling - instaurano quando la donna si trasferisce dall’Europa alla Nuova Zelanda. Ufficialmente perché si è rotta una gamba, ma subito capiamo che sotto c’è qualcos’altro.
La Nuova Zelanda, dunque. È lì, infatti, che Sam vive insieme a suo padre Robert (Marton Csokas) nella casa di famiglia immersa in una natura crepuscolare, quasi a rappresentare lo stato d’animo di Sam, in crisi profonda dopo la morte di sua madre.
Questa di Saville è una storia largamente autobiografica per stessa ammissione del regista. “Quando avevo 17 anni, la mia nonna alcolizzata si ruppe una gamba e si trasferì dall’Europa nella casa di famiglia… Era acuta, affascinante, divertente e sgarbata”. Ruth è dunque una donna scostante, spigolosa, dedita al gin, e Sam, un ragazzo problematico che non ha ancora elaborato il lutto della morte di sua madre. Quando il padre dovrà assentarsi i due saranno costretti a una convivenza forzata. Ma sarà proprio quest’obbligo che in qualche maniera li cambierà. Sam scopre infatti che donna è stata sua nonna, una fotografa di guerra che ha vissuto una vita molto avventurosa. Sarà grazie a lei che riuscirà a riscoprire la bellezza della vita. E così facendo aiuterà Ruth ad affrontare il crepuscolo della propria.
Il film scritto e diretto da Matthew J. Saville arriverà nelle sale il 3 ottobre. A ben vedere il protagonista della pellicola è il rapporto conflittuale che Sam (George Ferrier) e sua nonna Ruth - una stupenda Charlotte Rampling - instaurano quando la donna si trasferisce dall’Europa alla Nuova Zelanda. Ufficialmente perché si è rotta una gamba, ma subito capiamo che sotto c’è qualcos’altro.
La Nuova Zelanda, dunque. È lì, infatti, che Sam vive insieme a suo padre Robert (Marton Csokas) nella casa di famiglia immersa in una natura crepuscolare, quasi a rappresentare lo stato d’animo di Sam, in crisi profonda dopo la morte di sua madre.
Questa di Saville è una storia largamente autobiografica per stessa ammissione del regista. “Quando avevo 17 anni, la mia nonna alcolizzata si ruppe una gamba e si trasferì dall’Europa nella casa di famiglia… Era acuta, affascinante, divertente e sgarbata”. Ruth è dunque una donna scostante, spigolosa, dedita al gin, e Sam, un ragazzo problematico che non ha ancora elaborato il lutto della morte di sua madre. Quando il padre dovrà assentarsi i due saranno costretti a una convivenza forzata. Ma sarà proprio quest’obbligo che in qualche maniera li cambierà. Sam scopre infatti che donna è stata sua nonna, una fotografa di guerra che ha vissuto una vita molto avventurosa. Sarà grazie a lei che riuscirà a riscoprire la bellezza della vita. E così facendo aiuterà Ruth ad affrontare il crepuscolo della propria.
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