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CLASSICI

Alfredo Ronci

La fantascienza di un archeologo scientifico subacqueo: “Homunculus” di Gianni Roghi.

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Il romanzo inizia così: Insomma non capisco l’importanza di questi particolari. Lei dice che contano. Sarà, non è il mio mestiere, ma mi sembra che sia un perdere tempo. Comunque, comunque, cominciamo pure da principio. Le cose sono andate così. Se lei crede, signor commissario, può prendere nota.
Perché ho riportato queste righe? Se devo essere sincero l’ho riportate perché in fondo si tratta di un furto. Detto così potrebbe quanto meno spiazzare, o anche far sorridere. Ma se teniamo a mente quello che succedeva in quegli anni, forse potremmo anche spiegare il perché di certe situazioni.
Il volume in questione è del 1964 e in quegli anni succedeva di tutto (persino chi pensava, vedi Montale, che non stesse succedendo nulla): dalla rivoluzione letteraria (vedi il Gruppo 63) al genere narrativo di strada (chiamiamolo così, in realtà un’altra “vera” rivoluzione). Non solo, accanto ai modelli di scrittura nascevano anche veri e propri personaggi di finzione, basti pensare ai successi clamorosi di “personalità” come Diabolik e Kriminal.
E tutto questo cosa ha a che fare con Homunculus, unico romanzo di Gianni Roghi che nella vita era impegnato in tutt’altre faccende? Già perché Roghi aveva creato in Italia i sistemi di lavoro archeologico scientifico subacqueo e in più si dilettava anche in attività sportive.
Dunque perché questo romanzo? Ritorniamo agli inizi, quelli di Roghi e anche quelli nostri, quelli da cui siamo usciti. Cosa c’era di tanto particolare negli inizi di Homunculus? C’era il fatto che l’autore conosceva benissimo i meccanismi di scrittura. E sapeva distribuire con esatta precisione certi congegni che avrebbero poi aperto a strutture del tutto consolidate.
Cos’era dunque Homunculus? Una storia noir o una storia main-stream? E cosa mai ci saremmo dovuti aspettare da un inizio così particolare che comunque “imitava” altre situazioni letterarie?
Quando ho comprato questo libro mi aspettavo di tutto, tranne che fosse un romanzo di fantascienza. Naturalmente una fantascienza del tutto particolare, senza eventi straordinari o situazioni prive di qualsiasi appeal scientifico (lo dico perché per fare casetta allora ci si poteva aspettare di tutto), ma con un principio morale di fondo. Fino a che punto l’uomo poteva esporsi? Fino a che punto l’uomo poteva sovvertire le antiche regole dell’esistenza e accedere ad altre condizioni che avrebbero potuto anche risultare agghiaccianti?
Non vi spaventate, ma quello che ho trovato in questo romanzo ha sorpreso anche me (che ormai in fatto di scrittura non riesco più a sorprendermi): una donna partorisce un “essere” metà uomo e metà scimmia.
Il romanzo in pratica è strutturato in quattro parti.
La prima: sparisce il dottor Rogus (che cognome idiota!) che lavora presso i laboratori dell’Istituto Sperimentale Universitario di Genetica. Dalle successive indagini si scopra che viveva in una casa appartata piena di gabbie di scimmie.
La seconda: Si riesce a rintracciare il dottor Rogus che però, durante una perquisizione, riesce a fuggire e a far perdere di nuovo le tracce. E nello stesso tempo si viene a conoscenza di una donna, una specie di prostituta a dir la verità, che era innamorata del dottor Rogus e che durante un parto muore.
La terza: Veniamo a conoscenza di una donna, probabile parente del dottor Rogus, che fa badante ad un povero essere che in realtà, dopo pochi giorni, dimostra una prontezza ed una “intelligenza” fuori del comune.
La quarta: l’arresto definitivo del dottor Rogus e le sue spiegazioni dell’accaduto. Tradito ma universalmente osannato, può tirare le somme, ma rimane essenzialmente dalle sue parti non riuscendo a venire incontro alle esigenze della polizia.
Tutto qua, e non mi pare poco. Tra l’altro il romanzo è scritto con un linguaggio “forbito e raffinato”, ma che non gli ha dato nemmeno “udienza” tra i promotori della fantascienza nostrana. Almeno io non l’ho trovata. Peccato.




L’edizione da noi considerata è:

Gianni Roghi
Homunculus
Rizzoli



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