I Classici
Un incantamento poco incantevole: “Incantamento” di Leda Rafanelli.
Questo romanzo è una pagina della mia vita (abbellita, idealizzata, come tutti i romanzi, anche se storici…). Il giornalista Lorenzo è stato B.M. (Benito Mussolini, diciamo noi), che conobbi quando aveva 27 anni (pare, in realtà, che quando Mussolini conobbe Leda Rafanelli, avesse invece ormai trent’anni).
Primi segni di “libertà”: “Una donna con tre anime” di Rosa Rosà.
Periodo selvaggio quello lì. 1917, Marinetti è ferito, all’inguine, durante la battaglia di Kuk. Però non si esime dal pubblicare Come si seducono le donne (da noi ampiamente trattato) che pare fu, a distanza anche di vari anni, il libro che riscosse il maggiore successo
Cos’altro dire per omaggiarlo? “La rua” di Gian Dauli.
Cos’altro inventarci per capire, nella letteratura italiana (ma in genere in ogni occasione culturale) quali possono essere stati i metodi e le istanze per capire quale autore meritasse di superare il tempo e lo spazio e quale no?
Antimilitarismo? Più che altro, esame di coscienza: “Vent’anni” di Corrado Alvaro.
Non è la prima volta che trattiamo Corrado Alvaro, e certamente non sarà l’ultima. Ma nell’esaminare la sua produzione ci siamo chiesti: ma è vero quello che dicono i critici più attenti
Carver: il miglior autore di racconti americano.
Di Carver dicono che sia stato il miglior autore di racconti americano. Certo, Scott Fitzgerald e Hemingway c’hanno campato con i loro racconti quando da giovani hanno vissuto a Parigi.
Ma era uno scrittore di successo?: “Uccidi o muori” di Libero Bigiaretti.
Libero Bigiaretti con Uccidi o muori fa proprio questo. In questo libro che si compone di quattro racconti, proprio in quello che ne dà il titolo, prova a tentare una strada che, apparentemente lontana da qualsivoglia situazione, in realtà mostra agganci ben sostanziosi e realistici.
Un gioiello: “Estate al lago” di Alberto Vigevani.
La sorpresa è ancora più grossa quando, pur sfogliando tra le vecchie cose del passato, soprattutto di un certo livello, alla fine della lettura ti ritrovi in mano un gioiellino di estrema fattura che in un impeto di follia lo paragoneresti ai massimi della letteratura.
La poca fortuna di un piccolo autore: “Una vita” di Italo Svevo.
Certo gli inizi di Svevo non furono positivi. Tra il 1886 e il 1895 vedrà prima la morte del fratello Elio, poi quella del padre roso da fallimenti economici e infine, appunto nel 1895, la morte della madre.
Un bel romanzo “nonostante tutto”: “Demetrio Pianelli” di Emilio De Marchi.
Il titolo del pezzo già dice tutto. “Nonostante tutto” un bel romanzo. Perché “nonostante tutto” e soprattutto perché un bel romanzo
Dopo tanto tempo... "La bella estate" di Cesare Pavese.
Ho riletto La bella estate di Pavese dopo tantissimo tempo, incuriosito dal fatto che lo scorso anno ne è stato tratto un film (ammetto di non averlo visto, anche perché non ha avuto una grande distribuzione).
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