ATTUALITA'
Alfredo Ronci
Biagi santino e il sistema delle stelle (1)
La morte di Biagi ha giustamente riempito le pagine dei giornali. Onore e merito ad un giornalista – e partigiano, di questi tempi conviene sempre sottolinearlo - che ha sempre svolto con dignità e passione il proprio lavoro. Ma nei peana massmediologici – pur di quelli che erano direttamente responsabili del suo allontanamento dalla tv – si avverte la stantia predisposizione, come pratica diffusa ed incontestabile, del supino ed acritico assenso. Come a dire: è morto il migliore. Personalmente non ho mai amato Biagi, pur rispettandone la statura professionale, proprio perché non amo la deferenza a tutti i costi ed aprioristica e non amo i pensatori moderati. Curiosamente ho sempre avuto un certo rispetto invece per le intelligenze "superiori" che, proprio perché superiori spesso elaborano concetti borderline al limite della mia sopportazione. Potrebbe sembrare una contraddizione in termini, ma non lo è e consiglierei anche a chi mi legge di non cincischiare sulle trite argomentazioni che vogliono le peggiori dittature (e quindi dittatori, o viceversa) ammantati di indiscutibile fascino.
Premetto ciò, e la morte di Enzo Biagi mi dà un la non del tutto parziale, perché recentemente ho letto due libri di autori di intelligenza superiore, ma spesso talmente presupponenti da rasentare l'intolleranza: il saggio pop di Franco Bolelli Cartesio non balla (Garzanti), assolutamente inprescindibile per capire dove va il mondo oggi e Antologia critica del sistema delle stelle di Felice Accame di cui vado a discettare.
E' una selezione - che lo stesso autore ha curato, scelto ed adattato – di testi scritti per una trasmissione radiofonica che dal 1985 Accame conduceva con Carlo Oliva dai microfoni di Radio Popolare di Milano.
Della serie (e come diceva spesso mia madre): il più pulito c'ha la rogna. Come dice il titolo, sfrucugliamento analitico delle persone famose che godono di un privilegio ben radicato nella storia della cultura umana. Artisti, sportivi e amministratori del sapere hanno origine da atteggiamenti e pratiche di ordine mistico e religioso. Come ogni forma di potere istituzionalizzato. (Dall'introduzione).
Se ne salvasse uno dal frantoio intellettuale dell'Accame! A Jung da del nazista (si evince con inconfutabile chiarezza che Jung si è prestato al nazismo ed alla sua propaganda, e che era antisemita, ma come dimostra Andrew Samuels – in uno splendido saggio intitolato Nazionalsocialismo, psicologia e psicologia analitica -, che "le stesse idee di nazione e di diversità nazionale formano un'interfaccia tra fenomeno hitleriano e la psicologia analitica di Jung (pag.8).
Intendiamoci, Accame riprende tesi di altri per poi argomentare le proprie. Così come fa per Einstein, accusandolo (accusa presa in prestito) di aver "rubato" l'idea della teoria della relatività a Farkas e Janos Bolyai (padre e figlio, ambedue matematici) ma per propinarci poi quella della "famosa" linguaccia , divenuta ormai immagine eloquente di protesta, come emblema di presa per il culo universale (considerando il furto!).
Esilaranti i suoi appunti sui presunti miracoli di Pio V tra cui quello che l'avrebbe visto ridonare il sollievo ad una fanciulla succhiandole la mammella dolorante. Sulla fica socialmente rilevante della Carlucci (la deputata, non la presentatrice), sul "noumeno" kantiano che sembrerebbe (idea anch'essa riportata) prodotto di un'astinenza sessuale o sul Sant'Ambrogio "horror" che beveva, vino rosso durante i rituali religiosi affinché non si provi poi disgusto del "sangue che cola".
Qualcuno, come ho detto all'inizio, potrebbe trovare alcune "trovate" al limite della decenza: in realtà la provocazione (sempre che ci sia) assume il ruolo di filtro e quel che esce dalla triturazione sistematica dei luoghi comuni e del comune sentire, che è quello che da forza al "sistema delle stelle", è un concentrato delle sovrastrutture ideologiche e politiche.
A conferma di ciò che dico cito un passo dell'Accame su Eco: Come buona parte degli scritti di Eco, la ritengo più l'espressione giocosa di una borghesia intellettuale che il risultato di una critica radicale del sistema culturale e della sua filosofia (pag.156). Infatti se si insiste su rapporti gerarchici in cui da una parte sta la mediocrità (ricordate il saggio di Eco sulla fenomenologia di Mike Bongiorno?) e dall'altra chi la segnala, si ribadiscono solo altre gerarchie secondo i propri punti di vista.
Lo smascheramento di Accame invece fa tabula rasa delle convenzioni per scagliarsi contro la pratica diffusa dell'indulgenza, quella pratica cioè che favorisce alcune figure sociali e sul consenso entusiastico delle "vittime" che da forza e contributo a questa attività e quindi alle disparità delle relazioni umane.
Tornando all'inizio. Spesso le morti scatenano l'entusiasmo della gente e la riflessione pacata dei poveri cristi. Ricordo l'accidioso appunto di Zeffirelli contro un critico musicale del Corsera che aveva avuto l'ardire di confessare che l'ultimo Pavarotti tutt'era meno che un cantante come si deve. Apriti cielo.
Vorrei che qualcuno con un po' di coraggio, in questo momento, potesse reclamare un immagine di Biagi meno santino, meno appartenuto al "sistema delle stelle". E anche più umanamente intollerante. Perché è stato anche questo.
Felice Accame
Antologia critica del sistema delle stelle
Odradek
Pag. 211 Euro 16.00
Premetto ciò, e la morte di Enzo Biagi mi dà un la non del tutto parziale, perché recentemente ho letto due libri di autori di intelligenza superiore, ma spesso talmente presupponenti da rasentare l'intolleranza: il saggio pop di Franco Bolelli Cartesio non balla (Garzanti), assolutamente inprescindibile per capire dove va il mondo oggi e Antologia critica del sistema delle stelle di Felice Accame di cui vado a discettare.
E' una selezione - che lo stesso autore ha curato, scelto ed adattato – di testi scritti per una trasmissione radiofonica che dal 1985 Accame conduceva con Carlo Oliva dai microfoni di Radio Popolare di Milano.
Della serie (e come diceva spesso mia madre): il più pulito c'ha la rogna. Come dice il titolo, sfrucugliamento analitico delle persone famose che godono di un privilegio ben radicato nella storia della cultura umana. Artisti, sportivi e amministratori del sapere hanno origine da atteggiamenti e pratiche di ordine mistico e religioso. Come ogni forma di potere istituzionalizzato. (Dall'introduzione).
Se ne salvasse uno dal frantoio intellettuale dell'Accame! A Jung da del nazista (si evince con inconfutabile chiarezza che Jung si è prestato al nazismo ed alla sua propaganda, e che era antisemita, ma come dimostra Andrew Samuels – in uno splendido saggio intitolato Nazionalsocialismo, psicologia e psicologia analitica -, che "le stesse idee di nazione e di diversità nazionale formano un'interfaccia tra fenomeno hitleriano e la psicologia analitica di Jung (pag.8).
Intendiamoci, Accame riprende tesi di altri per poi argomentare le proprie. Così come fa per Einstein, accusandolo (accusa presa in prestito) di aver "rubato" l'idea della teoria della relatività a Farkas e Janos Bolyai (padre e figlio, ambedue matematici) ma per propinarci poi quella della "famosa" linguaccia , divenuta ormai immagine eloquente di protesta, come emblema di presa per il culo universale (considerando il furto!).
Esilaranti i suoi appunti sui presunti miracoli di Pio V tra cui quello che l'avrebbe visto ridonare il sollievo ad una fanciulla succhiandole la mammella dolorante. Sulla fica socialmente rilevante della Carlucci (la deputata, non la presentatrice), sul "noumeno" kantiano che sembrerebbe (idea anch'essa riportata) prodotto di un'astinenza sessuale o sul Sant'Ambrogio "horror" che beveva, vino rosso durante i rituali religiosi affinché non si provi poi disgusto del "sangue che cola".
Qualcuno, come ho detto all'inizio, potrebbe trovare alcune "trovate" al limite della decenza: in realtà la provocazione (sempre che ci sia) assume il ruolo di filtro e quel che esce dalla triturazione sistematica dei luoghi comuni e del comune sentire, che è quello che da forza al "sistema delle stelle", è un concentrato delle sovrastrutture ideologiche e politiche.
A conferma di ciò che dico cito un passo dell'Accame su Eco: Come buona parte degli scritti di Eco, la ritengo più l'espressione giocosa di una borghesia intellettuale che il risultato di una critica radicale del sistema culturale e della sua filosofia (pag.156). Infatti se si insiste su rapporti gerarchici in cui da una parte sta la mediocrità (ricordate il saggio di Eco sulla fenomenologia di Mike Bongiorno?) e dall'altra chi la segnala, si ribadiscono solo altre gerarchie secondo i propri punti di vista.
Lo smascheramento di Accame invece fa tabula rasa delle convenzioni per scagliarsi contro la pratica diffusa dell'indulgenza, quella pratica cioè che favorisce alcune figure sociali e sul consenso entusiastico delle "vittime" che da forza e contributo a questa attività e quindi alle disparità delle relazioni umane.
Tornando all'inizio. Spesso le morti scatenano l'entusiasmo della gente e la riflessione pacata dei poveri cristi. Ricordo l'accidioso appunto di Zeffirelli contro un critico musicale del Corsera che aveva avuto l'ardire di confessare che l'ultimo Pavarotti tutt'era meno che un cantante come si deve. Apriti cielo.
Vorrei che qualcuno con un po' di coraggio, in questo momento, potesse reclamare un immagine di Biagi meno santino, meno appartenuto al "sistema delle stelle". E anche più umanamente intollerante. Perché è stato anche questo.
Felice Accame
Antologia critica del sistema delle stelle
Odradek
Pag. 211 Euro 16.00
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