ATTUALITA'
Alfredo Ronci
Della memoria e dell'indecenza.
Vi è negli ultimi anni una corrente europea revisionista che tende ad accomunare nazismo e comunismo, soprattutto in termini di orrore e crimini contro l'umanità. Chiunque abbia un minimo di cultura sa che la tesi è imbecille e priva di fondamento, ma ha riportato in auge una serie di comportamenti e di manifestazioni (per non dire personaggi che si credeva sepolti nell'ignominia della Storia) che in qualche modo fanno riflettere e che sarebbe saggio tenere sotto controllo per non trovarsi poi, inquieti e tremebondi, a ragionar di nostalgie concentrazioniste dopo qualche esito elettorale.
Per esempio: lo storico Christopher Hale, autore di uno straordinario I carnefici stranieri di Hitler (su cui torneremo con una segnalazione ad hoc), edito da Garzanti, ci racconta di una cerimonia che si svolge il 16 di marzo di ogni anno nella capitale della Lettonia. Nel 'Giorno della legione' una sfilata di veterani della seconda guerra mondiale (prima o poi dovranno morire, come tutti) commemora la legione lettone costituita dall'esercito privato di Heinrich Himmler nel 1943. I sopravvissuti rendono omaggio ai compagni caduti nella cattedrale di Riga nella battaglia che opponeva il loro 'corpo' agli invasori sovietici che combattevano anche contro i nazisti.
Insomma, i lettoni guerreggiavano a fianco dei nazisti nel tentativo di allontanare dal loro territorio il vecchio 'occupante' e con la speranza di diventare stato libero (ignorando gli ingenui, che la politica hitleriana di espansione e di guerra al giudaismo-bolscevico non era mai stata di collaborazione, ma di vera e propria occupazione e successivamente di assimilazione al grande Reich).
Nel 2009 il segretario agli Esteri britannico David Miliband accusò il partito conservatore di aver creato dei legami con i partiti europei dell'estrema destra e in particolare con quello nazionalista della Lettonia. Il quale si sentì in dovere di chiarire che la legione lettone, di cui a marzo si omaggiano i caduti, non aveva mai avuto nulla a che fare coi nazisti e ovviamente con l'Olocausto.
Qui non si tratta più di dividere le responsabilità e di fare di tutta un'erba un fascio, come fu tentato in Italia qualche tempo fa con la storia dei combattenti italiani divisi tra partigiani e repubblichini, ma di pretendere una riconoscibilità storica, nonostante si sia combattuto con l'esercito nazista, in nome di una 'sacrosanta' battaglia per l'indipendenza del proprio paese (che non sarebbe mai arrivata se Hitler avesse vinto la seconda guerra mondiale).
L'atteggiamento di certi governi europei, nonostante i settant'anni passati, mi ricorda molto la posizione della Chiesa di Pio XII durante l'ultimo conflitto: per un lungo periodo quest'ultima preferì intrecciare rapporti diplomatici col nazismo piuttosto che col comunismo perché il primo era ritenuto di gran lunga il meno pericoloso.
In Italia, passata la sbornia della riappacificazione nazionale (abbiamo avuto altri e più seri problemi nel frattempo!), c'è sempre qualcuno che ha voglia di provocare: metti l'amministrazione comunale di Affile in provincia di Roma che, in barba a qualsiasi considerazione di carattere opportunistico, ha eretto, su una collinetta appena fuori il paese, un sacrario, costato alle tasche dei cittadini e residenti la bellezza di 110.000 euro, in memoria di Rodolfo Graziani, uomo di fiducia del Duce che nel corso di quasi dieci anni collezionò una serie di figuracce che qui non elenchiamo per decenza, ma che come Viceré d'Etiopia si rese responsabile del gasamento di interi villaggi.
L'onesto cittadino, che in questo caso sarei io, si chiede: ma l'accaduto (perché ormai è un fatto accertato: il sacrario con la sua fastidiosissima architettura di 'regime' - vedi foto - si staglia 'imperituro' su una collinetta brulla in quel di Affile) non rientra nel reato di apologia del fascismo?
Detta legge (conosciuta anche come Legge Scelba) del 20 giugno 1952 all'art. 4 sancisce il reato commesso da chiunque «faccia propaganda per la costituzione di un'associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità di riorganizzazione del disciolto partito fascista», oppure da chiunque «pubblicamente esalti esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche».
Non sarebbe il caso, dunque, di andar lì con una precisa disposizione di autorità nazionali e con delle belle ruspe buttar giù quell'orrore fascista?
E non sarebbe il caso di condannare il consiglio comunale per apologia del fascismo?
Quisquilie dirà qualcuno, in un momento in cui si vive lo stress dello spread, salvo poi piangersi addosso pubblicamente se qualche matto fa una strage in nome di un'ideologia che si vorrebbe sepolta definitivamente, se qualche partitello di esaltati finisce addirittura in parlamento, se qualche teppista continua a negare l'Olocausto o se qualche politico di rilievo scambia un vero e proprio collaborazionismo genocida per una battaglia indipendentista.
Della serie: dalla memoria all'indecenza.
Per esempio: lo storico Christopher Hale, autore di uno straordinario I carnefici stranieri di Hitler (su cui torneremo con una segnalazione ad hoc), edito da Garzanti, ci racconta di una cerimonia che si svolge il 16 di marzo di ogni anno nella capitale della Lettonia. Nel 'Giorno della legione' una sfilata di veterani della seconda guerra mondiale (prima o poi dovranno morire, come tutti) commemora la legione lettone costituita dall'esercito privato di Heinrich Himmler nel 1943. I sopravvissuti rendono omaggio ai compagni caduti nella cattedrale di Riga nella battaglia che opponeva il loro 'corpo' agli invasori sovietici che combattevano anche contro i nazisti.
Insomma, i lettoni guerreggiavano a fianco dei nazisti nel tentativo di allontanare dal loro territorio il vecchio 'occupante' e con la speranza di diventare stato libero (ignorando gli ingenui, che la politica hitleriana di espansione e di guerra al giudaismo-bolscevico non era mai stata di collaborazione, ma di vera e propria occupazione e successivamente di assimilazione al grande Reich).
Nel 2009 il segretario agli Esteri britannico David Miliband accusò il partito conservatore di aver creato dei legami con i partiti europei dell'estrema destra e in particolare con quello nazionalista della Lettonia. Il quale si sentì in dovere di chiarire che la legione lettone, di cui a marzo si omaggiano i caduti, non aveva mai avuto nulla a che fare coi nazisti e ovviamente con l'Olocausto.
Qui non si tratta più di dividere le responsabilità e di fare di tutta un'erba un fascio, come fu tentato in Italia qualche tempo fa con la storia dei combattenti italiani divisi tra partigiani e repubblichini, ma di pretendere una riconoscibilità storica, nonostante si sia combattuto con l'esercito nazista, in nome di una 'sacrosanta' battaglia per l'indipendenza del proprio paese (che non sarebbe mai arrivata se Hitler avesse vinto la seconda guerra mondiale).
L'atteggiamento di certi governi europei, nonostante i settant'anni passati, mi ricorda molto la posizione della Chiesa di Pio XII durante l'ultimo conflitto: per un lungo periodo quest'ultima preferì intrecciare rapporti diplomatici col nazismo piuttosto che col comunismo perché il primo era ritenuto di gran lunga il meno pericoloso.
In Italia, passata la sbornia della riappacificazione nazionale (abbiamo avuto altri e più seri problemi nel frattempo!), c'è sempre qualcuno che ha voglia di provocare: metti l'amministrazione comunale di Affile in provincia di Roma che, in barba a qualsiasi considerazione di carattere opportunistico, ha eretto, su una collinetta appena fuori il paese, un sacrario, costato alle tasche dei cittadini e residenti la bellezza di 110.000 euro, in memoria di Rodolfo Graziani, uomo di fiducia del Duce che nel corso di quasi dieci anni collezionò una serie di figuracce che qui non elenchiamo per decenza, ma che come Viceré d'Etiopia si rese responsabile del gasamento di interi villaggi.
L'onesto cittadino, che in questo caso sarei io, si chiede: ma l'accaduto (perché ormai è un fatto accertato: il sacrario con la sua fastidiosissima architettura di 'regime' - vedi foto - si staglia 'imperituro' su una collinetta brulla in quel di Affile) non rientra nel reato di apologia del fascismo?
Detta legge (conosciuta anche come Legge Scelba) del 20 giugno 1952 all'art. 4 sancisce il reato commesso da chiunque «faccia propaganda per la costituzione di un'associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità di riorganizzazione del disciolto partito fascista», oppure da chiunque «pubblicamente esalti esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche».
Non sarebbe il caso, dunque, di andar lì con una precisa disposizione di autorità nazionali e con delle belle ruspe buttar giù quell'orrore fascista?
E non sarebbe il caso di condannare il consiglio comunale per apologia del fascismo?
Quisquilie dirà qualcuno, in un momento in cui si vive lo stress dello spread, salvo poi piangersi addosso pubblicamente se qualche matto fa una strage in nome di un'ideologia che si vorrebbe sepolta definitivamente, se qualche partitello di esaltati finisce addirittura in parlamento, se qualche teppista continua a negare l'Olocausto o se qualche politico di rilievo scambia un vero e proprio collaborazionismo genocida per una battaglia indipendentista.
Della serie: dalla memoria all'indecenza.
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