ATTUALITA'
Alfredo Ronci
Della serie: se la cantano e se la suonano
Si è appena conclusa a Roma la settima edizione della Fiera della piccola e media editoria. Quella che Antonio Veneziani, poeta e scrittore (la 'signora' della cultura italiana, come lui stesso si definisce) ha qualificato come: cementificio.
Gli (Le?) ero accanto quando ha pronunziato la sentenza. Ma rimane un mistero sul significato da attribuirle. Che comunque ha cementato le sorti dell'asfittica situazione (generale) italica? Personalmente avevo avvertito delle nuances sarcastiche, ma confesso che non ho avuto il coraggio di chiedere lumi.
Facciamo così: insisto a definire la fiera un cementificio e poi i lettori sceglieranno da soli (siamo in democrazia no?) il senso vero che ispira.
Di una cosa sono certo: è una vetrina sconsolante della situazione editoriale italiana, che tenta di scrollarsi di dosso i complessi di inferiorità nei confronti dei grandi gruppi, ma poi non rinuncia ad attirare il pubblico con gli specchietti delle allodole dei soliti nomi e della solita critica marchettara e di regime.
Il cementificio funziona così: le piccole case editrici riescono ad organizzare incontri coi loro autori e coi loro libri, ma in genere le sale (piccole) sono semivuote perché il resto dell'utenza (chiamiamola così, al massimo addetti all'impasto del cemento) corre da un punto all'altro del palazzo dei Congressi alla ricerca, nelle sale spaziose, del grosso nome. Tanto per fare esempi: il sempre più tondo Lucarelli, stavolta alle prese con un'edizione minore e il cui ufficio stampa, a fiera, pardon, cementificio, non ancora concluso, ci fa sapere che ha venduto in sala più di cinquecento copie; Uolter Ueltroni, che con sprezzo del pericolo e con misurata sobrietà ci informa dell'uscita de Il sacerdote e il kamikaze (mi viene il sospetto che ci siano nel titolo elementi oserei dire autobiografici: forse gli rimane di confessarsi al sacerdote prima di procedere all'autodistruzione politica?); Nada Malanima (sì la cantante), che in un improvviso impeto di neo-neorealismo ha scritto un libro che parla dell'infanzia e che è stato presentato dal 'prezzemolino' Paolo Di Paolo (Chi?? Direte giustamente voi), uno che nella sua prolissa attitudine all'esaltazione del vuoto non riesce a dire nulla che non sia banale e scontato e quindi assolutamente perdibile; la cotonata allo zucchero filato Rita Levi Montalcini, che già parla a bassa voce, ma che non la si è potuta ascoltare perché in quell'insensato luogo di perdizione che è il 'Caffè letterario' i posti per respirare erano a malapena un paio, ma non ti fanno nemmeno sedere sui bordi del palco perché s'impedisce alla regia di fare il proprio lavoro (la regia???); Melissa P., sì quella dei Cento colpi di spazzola... (ma saprei io dove darglieli, peccato che mancava la Simona Vinci, quella della racchetta in culo... sai che coppia!) che per cercarla abbisogna del vuoto intorno a sé altrimenti, data l'altezza, rischi di non vederla anche se ci sbatti contro, che presenziava una relazione dal titolo: "Dizionario affettivo della lingua italiana" (ma perché lei che c'entra con la lingua italiana?) insieme ad un folto gruppo di stimati autori come l'inutile Matteo B.Bianchi, l'einaudianina (nel senso che definirla autrice Einaudi si pecca di esasperazione) Mariolina Venezia, e pure il sempre irritato Fulvio Abbate. Ora mi chiedo, anzi, chiedo allo stesso Abbate: ma te che ti lamenti di essere stato defenestrato da L'Unità, perché secondo me stavi semplicemente sul cazzo alla Concita De Gregorio, che ci fai su quegli scranni, visto che quando scrivi almeno possiedi ancora il giusto 'senso' della lingua?
Mi rimane il dubbio, perché all'incontro ho preferito un tentato 'rimorchio' con un curatore di collana di sinistra che pensavo frocio, ma ahimé, visto come sono andate le cose, temo etero, o nel peggiore dei casi, che non abbia subìto la mia malia.
In questo bailamme inumano (domenica si faceva fatica anche a camminare per i corridoi, sbattuti qua e là da coppie falsamente interessate, vecchi e trascinanti, nel senso che si trascinano stancamente, intellettuali, giovani aspiranti scrittori che vagolano presso gli uffici stampa delle case editrici giovanilistiche in cerca di qualche approccio - anche sessuale perché le fighe migliori stanno proprio là – e tanti bambini nelle carrozzine – in una di queste credo d'aver riconosciuto Melissa P.) le cose davvero stimolanti sono state, in ordine puramente casuale:
1 – Lorenzo Ribaldi, coordinatore e responsabile delle edizioni LaNuovafrontiera, che appena sbarcato dal Messico ha fatto sapere di aver ingaggiato due nuovi autori sudamericani, che se sono bravi come lo spagnolo Jaume Cabrè allora 'rischiamo' davvero di fare il botto. Anzi lo fa davvero Lorenzo, meritatamente.
2 – Marco Zapparoli, 'signore' della Marcos y Marcos che mi ha confessato che ricorda quando Il Paradiso degli Orchi era ancora una rivista fotocopiata e che una recensione fatta da me su un noir di Jacob Arjouni ha fatto girare il nome dello scrittore turco-tedesco.
3 – Lo stand di XL edizioni, che avrà sì pochi titoli a disposizione, ma Gesummio che eleganza e che serietà!
4 – Massimo Carlotto che durante una presentazione si è giustamente risentito perché l'interlocutore insisteva a chiedergli delle sue 'denunce' ma mai della qualità della sua scrittura.
5 – La Coniglio editore perché ha le copertine più 'pop' di tutti.
6 – Gianfranco Franchi, poeta e scrittore, ma non si definisce 'signora', anzi, che si sbatte tra uno stand e un altro per nobilitare i piccoli editori per cui lavora e secondo me lo pagano pure poco.
7 - : punti edizioni, i quali responsabili, non si sa perché, indossavano un grembiulone da maître cusinier, ma che hanno un catalogo minuscolo (nel senso anche del formato), ma molto molto stimolante e hanno confessato di aver scovato un inedito di Rabelais (!) la cui unica edizione finora è scritta in ceco!
8 – Il doppio antimeridiano dedicato a Luciano Bianciardi, edito dalla ISBN edizioni, curato dalla figlia Luciana, che se dovete regalare qualcosa a Natale fate un figurone perché è di un'eleganza spropositata, oltre al fatto che contiene tutto quello che ha scritto uno degli intellettuali più lucidi del nostro paese e che la Mondadori ha sempre snobbato per i suoi Meridiani (cazzacci loro).
9 – Maddalena Cazzaniga dell'ufficio stampa di Gran Via e Edizioni Ambiente che è una gran bella figliola.
10 – Simona Dolce, autrice di Madonne nere (Nutrimenti, libro di cui ci siamo interessati) che è una gran bella figliola.
11 – Enrica Murru dell'ufficio stampa di Coniglio editore, che è una gran bella figliola (recensisce anche per il Paradiso, ma si sa, da noi ci stanno i meglio, in tutti i sensi)
12 – Roberta Solari, ufficio stampa della Marcos y Marcos, che ha una sua eleganza innata.
13 – Alex Pietrogiacomi, della Castelvecchi che secondo me è un gran puttaniere, altro che libri.
14 - Quelli di Minimum fax, che prima hanno brindato in fiera per ricordare i quindici anni di attività e poi hanno festeggiato fuori... alla faccia, almeno si sono divertiti.
Un ultimo punto: chi è del settore e partecipa a queste 'kermesse' rischia di incontrare un po' tutti e di essere cortese con tutti. Voglio evitare questo 'impantanamento' e reclamare il sacrosanto diritto di sparlare di chi voglio, così come ho fatto ora.
Al massimo, se le cose continuano a tirare come tirano, mi ritroverò a consigliarvi di rileggere Bassani. L'ho fatto ultimamente ed ho capito, ma non ce n'era bisogno affatto, cosa è effettivamente saper scrivere, e cosa è sapersi vendere.
Gli (Le?) ero accanto quando ha pronunziato la sentenza. Ma rimane un mistero sul significato da attribuirle. Che comunque ha cementato le sorti dell'asfittica situazione (generale) italica? Personalmente avevo avvertito delle nuances sarcastiche, ma confesso che non ho avuto il coraggio di chiedere lumi.
Facciamo così: insisto a definire la fiera un cementificio e poi i lettori sceglieranno da soli (siamo in democrazia no?) il senso vero che ispira.
Di una cosa sono certo: è una vetrina sconsolante della situazione editoriale italiana, che tenta di scrollarsi di dosso i complessi di inferiorità nei confronti dei grandi gruppi, ma poi non rinuncia ad attirare il pubblico con gli specchietti delle allodole dei soliti nomi e della solita critica marchettara e di regime.
Il cementificio funziona così: le piccole case editrici riescono ad organizzare incontri coi loro autori e coi loro libri, ma in genere le sale (piccole) sono semivuote perché il resto dell'utenza (chiamiamola così, al massimo addetti all'impasto del cemento) corre da un punto all'altro del palazzo dei Congressi alla ricerca, nelle sale spaziose, del grosso nome. Tanto per fare esempi: il sempre più tondo Lucarelli, stavolta alle prese con un'edizione minore e il cui ufficio stampa, a fiera, pardon, cementificio, non ancora concluso, ci fa sapere che ha venduto in sala più di cinquecento copie; Uolter Ueltroni, che con sprezzo del pericolo e con misurata sobrietà ci informa dell'uscita de Il sacerdote e il kamikaze (mi viene il sospetto che ci siano nel titolo elementi oserei dire autobiografici: forse gli rimane di confessarsi al sacerdote prima di procedere all'autodistruzione politica?); Nada Malanima (sì la cantante), che in un improvviso impeto di neo-neorealismo ha scritto un libro che parla dell'infanzia e che è stato presentato dal 'prezzemolino' Paolo Di Paolo (Chi?? Direte giustamente voi), uno che nella sua prolissa attitudine all'esaltazione del vuoto non riesce a dire nulla che non sia banale e scontato e quindi assolutamente perdibile; la cotonata allo zucchero filato Rita Levi Montalcini, che già parla a bassa voce, ma che non la si è potuta ascoltare perché in quell'insensato luogo di perdizione che è il 'Caffè letterario' i posti per respirare erano a malapena un paio, ma non ti fanno nemmeno sedere sui bordi del palco perché s'impedisce alla regia di fare il proprio lavoro (la regia???); Melissa P., sì quella dei Cento colpi di spazzola... (ma saprei io dove darglieli, peccato che mancava la Simona Vinci, quella della racchetta in culo... sai che coppia!) che per cercarla abbisogna del vuoto intorno a sé altrimenti, data l'altezza, rischi di non vederla anche se ci sbatti contro, che presenziava una relazione dal titolo: "Dizionario affettivo della lingua italiana" (ma perché lei che c'entra con la lingua italiana?) insieme ad un folto gruppo di stimati autori come l'inutile Matteo B.Bianchi, l'einaudianina (nel senso che definirla autrice Einaudi si pecca di esasperazione) Mariolina Venezia, e pure il sempre irritato Fulvio Abbate. Ora mi chiedo, anzi, chiedo allo stesso Abbate: ma te che ti lamenti di essere stato defenestrato da L'Unità, perché secondo me stavi semplicemente sul cazzo alla Concita De Gregorio, che ci fai su quegli scranni, visto che quando scrivi almeno possiedi ancora il giusto 'senso' della lingua?
Mi rimane il dubbio, perché all'incontro ho preferito un tentato 'rimorchio' con un curatore di collana di sinistra che pensavo frocio, ma ahimé, visto come sono andate le cose, temo etero, o nel peggiore dei casi, che non abbia subìto la mia malia.
In questo bailamme inumano (domenica si faceva fatica anche a camminare per i corridoi, sbattuti qua e là da coppie falsamente interessate, vecchi e trascinanti, nel senso che si trascinano stancamente, intellettuali, giovani aspiranti scrittori che vagolano presso gli uffici stampa delle case editrici giovanilistiche in cerca di qualche approccio - anche sessuale perché le fighe migliori stanno proprio là – e tanti bambini nelle carrozzine – in una di queste credo d'aver riconosciuto Melissa P.) le cose davvero stimolanti sono state, in ordine puramente casuale:
1 – Lorenzo Ribaldi, coordinatore e responsabile delle edizioni LaNuovafrontiera, che appena sbarcato dal Messico ha fatto sapere di aver ingaggiato due nuovi autori sudamericani, che se sono bravi come lo spagnolo Jaume Cabrè allora 'rischiamo' davvero di fare il botto. Anzi lo fa davvero Lorenzo, meritatamente.
2 – Marco Zapparoli, 'signore' della Marcos y Marcos che mi ha confessato che ricorda quando Il Paradiso degli Orchi era ancora una rivista fotocopiata e che una recensione fatta da me su un noir di Jacob Arjouni ha fatto girare il nome dello scrittore turco-tedesco.
3 – Lo stand di XL edizioni, che avrà sì pochi titoli a disposizione, ma Gesummio che eleganza e che serietà!
4 – Massimo Carlotto che durante una presentazione si è giustamente risentito perché l'interlocutore insisteva a chiedergli delle sue 'denunce' ma mai della qualità della sua scrittura.
5 – La Coniglio editore perché ha le copertine più 'pop' di tutti.
6 – Gianfranco Franchi, poeta e scrittore, ma non si definisce 'signora', anzi, che si sbatte tra uno stand e un altro per nobilitare i piccoli editori per cui lavora e secondo me lo pagano pure poco.
7 - : punti edizioni, i quali responsabili, non si sa perché, indossavano un grembiulone da maître cusinier, ma che hanno un catalogo minuscolo (nel senso anche del formato), ma molto molto stimolante e hanno confessato di aver scovato un inedito di Rabelais (!) la cui unica edizione finora è scritta in ceco!
8 – Il doppio antimeridiano dedicato a Luciano Bianciardi, edito dalla ISBN edizioni, curato dalla figlia Luciana, che se dovete regalare qualcosa a Natale fate un figurone perché è di un'eleganza spropositata, oltre al fatto che contiene tutto quello che ha scritto uno degli intellettuali più lucidi del nostro paese e che la Mondadori ha sempre snobbato per i suoi Meridiani (cazzacci loro).
9 – Maddalena Cazzaniga dell'ufficio stampa di Gran Via e Edizioni Ambiente che è una gran bella figliola.
10 – Simona Dolce, autrice di Madonne nere (Nutrimenti, libro di cui ci siamo interessati) che è una gran bella figliola.
11 – Enrica Murru dell'ufficio stampa di Coniglio editore, che è una gran bella figliola (recensisce anche per il Paradiso, ma si sa, da noi ci stanno i meglio, in tutti i sensi)
12 – Roberta Solari, ufficio stampa della Marcos y Marcos, che ha una sua eleganza innata.
13 – Alex Pietrogiacomi, della Castelvecchi che secondo me è un gran puttaniere, altro che libri.
14 - Quelli di Minimum fax, che prima hanno brindato in fiera per ricordare i quindici anni di attività e poi hanno festeggiato fuori... alla faccia, almeno si sono divertiti.
Un ultimo punto: chi è del settore e partecipa a queste 'kermesse' rischia di incontrare un po' tutti e di essere cortese con tutti. Voglio evitare questo 'impantanamento' e reclamare il sacrosanto diritto di sparlare di chi voglio, così come ho fatto ora.
Al massimo, se le cose continuano a tirare come tirano, mi ritroverò a consigliarvi di rileggere Bassani. L'ho fatto ultimamente ed ho capito, ma non ce n'era bisogno affatto, cosa è effettivamente saper scrivere, e cosa è sapersi vendere.
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