Tasti di scelta rapida del sito: Menu principale | Corpo della pagina

Il Paradiso degli Orchi
Home » Attualità » Ha da ritornare Norimberga. Delitti e fregnacce dell'indigena letteratura.

Pagina dei contenuti


ATTUALITA'

Eleonora Del Poggio

Ha da ritornare Norimberga. Delitti e fregnacce dell'indigena letteratura.

immagine
Siamo deboli noialtri... io ero così indifferente a tutto...

eppure è bastato che la vita mi facesse sentire il suo

contatto brutale perché subito mi accasciassi...


Anton Cechov – Il reparto n°6



Accettateli, così come sono

Con la dovuta solerzia


Anonimo





Mi si dice masochista. Vero. Nutro una passione sviscerata per la letteratura, ma spesso, proprio perché passo tanto del mio tempo a leggere, inciampo in 'crimini' di prosa e poesia che meriterebbero un tribunale internazionale di giustizia.

In questi ultimi anni li ho conservati con certosina pazienza (in fondo la pazienza è sempre certosina, come il volumetto è sempre agile, e come il delitto è sempre efferato) ed ora ho sentito il dovere di esporli in forma mordace (ho pensato che l'ironia in qualche modo avrebbe potuto 'smorzare' l'orrore per una narrativa e una poesia indecente e sconcia, ma l'arma del dileggio è sempre un buon mezzo per esternare scazzi) perché anche i tanti lettori del Paradiso possano rendersi conto dei reati che il nostro parco (porco?) scrittori ha reiteratamente commesso in questi anni.

Si parte da un modello di riferimento:



Perché amore amore

Amore è, voglio ardore

Fino in fondo a

Questo strano mondo.

Ti amo Mimma




Si tratta di una garbata scritta da me rinvenuta su un poggiatesta di un treno regionale (ignoro se sia un estratto canzonettistico). Che anime sensibili queste ragazzotte, prese ancora dall'ardore di un sentimento frastornante, da una rima facile, ma non per questo accattivante, da una metrica zoppicante, ma proprio per questo sincera.

Le stesse ragazzotte che poi, come per incanto, le ritrovi a canticchiare frasi più audaci e complesse, merito sicuramente del crescente alfabetismo della popolazione italiana. Ecco allora sbocciare dalle loro labbra strofe come: Credo che ci voglia un dio e anche un bar (che in un'epoca televisiva che vede imperversare i Padri Pii, le Marie Goretti, i papa Woytila, le Terese da Calcutta, i marescialli, le poliziotte, i medici è espressione ardimentosa e laicissima) oppure credo nel rumore di chi sa tacere che quando smette di sperare comincia un po' a morire (d'indubbia fascinazione ossimorica e anch'essa strofa, come la prima, da attribuire al cantautore Ligabue).

Si conviene dunque che a un tale pubblico (composto, si sa, non di sole ragazzotte) s'abbini una letteratura speculare. E noi che siano orchi... paura non abbiamo (ancora un richiamo canzonettistico di antico sapore femminista) proponiamo il confronto col modello di riferimento di cui sopra. (E l'orrore abbia inizio).



Variante mitico-combustibile



Lo amavo perché era bello, così alto e assoluto sulle montagne. E anche la luna mi piaceva, perché era un piacere e un conforto vederla di notte.

- E poi, che cosa è successo? – chiese Paulette – non ti piace più la natura?

E siccome la risposta tardava a venire, Paulette, con tono scherzoso, la diede per lui:

- Poi ti sei innamorato dell'anima.

- Se l'anima sei tu, allora è vero – replicò serio Luca.

Luca non scherzava. Paulette era Psiche per lui e prima o poi l'avrebbe svegliato. Anzi, bruciato con l'olio della sua lampada.


Nadia Fusini – L'amore vile - Mondadori.



Variante femminea-speziale



Solo la salvia conosce i segreti / fradici di grammatica / degli astri femminei che muti vagano / nelle tue cosmogonie.

Nicki Vendola – Ultimo mare (Poesie) – Manni Editore



Variazione essudativa



Si era ripromessa di non parlare subito del suo romanzo e quindi non sapeva che cosa dire, non aveva ancora imparato a esercitare la funzione fàtica.

Lidia Ravera – Le seduzioni dell'inverno – Nottempo



Variante cimiterial-cavalleresca



Sole solante | di fermi furiosi, giggie sepolture | smaniate da vite in odor | di putta cavalleria | ne la strapiomba che luse.

Alberto Bevilacqua – Duetto per voce sola – Einaudi



Variante astronomica-filastrocchesca



Dolce è il succo dell'uva. Ma più dolce è giacere fra le tue braccia morbide, sopra il tuo bianco seno quando i tuoi occhi splendono come due stelle nere.

Paolo Capriolo – La grande Eulalia – Feltrinelli



Variante ornitologica



Le ore trascorrevano come i voli disinvolti delle cinciallegre

Antonio Veneziani – Cronista della solitudine – Hacca



Variante appiccicaticcia



Paure antiche, schierate ora a comporre un'iconografia impietrita e macilenta, schiumosi presagi infantili che il tempo aveva degradato nella viscosa ultraterrena realtà del sonno eterno.

Fabio Bo – Prendere o lasciare – Edizioni del Cardo.



Variante aristocratica-fiabesca



Fiammetta sembrava non capire che Pietro continuava a esistere anche quando non era con lei, tutt'al più lo immaginava addormentato nel dolce letto della sua infanzia, nel cuore del suo bel palazzo aristocratico, vegliato dalla fedele tata come un principe di fiaba (...) Quanto a ciò che accadeva tra lei e Pietro, Fiammetta era concisa, reticente, sognante. Soprattutto, sembrava non rendersene conto, come se la loro storia non fosse che il seguito infinito del ballo del loro incontro, e Pietro il ballerino apparso dal nulla che lei aveva sempre aspettato.

Elisabetta Rasy – Posillipo – Rizzoli



Variante pseudoteologica



Da tempo immemorabile era bella | e più che una bambina era una stella. || Più che una stella era qualunque cosa. | Più di qualunque cosa era amorosa".

Aldo Nove – Maria – Einaudi



Variante pronto-soccorso



Forse col fiato sarei riuscita a risvegliarlo, col mio fiato di viva, mi sono detta, e così ho appoggiato la mia bocca alla sua per rianimarlo. Volevo che prendesse dal mio corpo quello che i francesi chiamano elan. Mi è sempre piaciuta questa parola che lui usava spesso: "Gli manca l'elan" diceva e dentro di me pensavo ad un'ala di corvo in volo. Volevo che il mio elan volando, gli ridesse aria ai polmoni, facendogli tornare morbide e rosate le guance, mobile e ambrato il collo, luci e sorridenti gli occhi.

Dacia Maraini – Voci – Rizzoli



Variante del cazzo



ne ha | spenti quella di candelotti | più del sacrista, più della morte persino

Alberto Bevilacqua – Duetto per voce sola – Einaudi



Variante contenutistica



oggi la nostra letteratura, con buona pace di Marx, è generalmente priva di un contenuto... ciò che manca è quella "elementare universalità dei contenuti" che caratterizzava il neorealismo italiano del dopoguerra, quella presenza di elementi extraletterari tanto massiccia ed indiscutibile da sembrare "un dato di natura".

Antonio Scurati – La letteratura dell'inesperienza – Tascabili Bompiani



Variante vattelaapesca



sagoma interlux, dita di rosmarino | narrabile alleamiche, si fa sottomarino"; e "sal gono fragranti di lenzuolo mangiato riposato ùrta saliamo"?

Giancarlo Majorino – Viaggio nella presenza del tempo – Oscar Mondadori



Variante alfabetica-delirante



Ahi, acri abissi, astruse apocalissi, | bisce bisex, bavose & brontolose, | chi in chiave crede crudi chiodi chiede: | demonio dotto è docile decotto, | esulcerato, ecco, è l'ente eccitato, | franto è il fragile femore &, frattanto, | gelosa è gola gotica & gommosa

Edoardo Sanguineti – Il gatto lupesco – Poesie 1982-2001 – Feltrinelli



Credo davvero che possa bastare. Prima o poi otterremo giustizia per questi delitti osceni e raccapriccianti. Mi prenoto immediatamente, nel caso qualche organizzazione umanitaria decidesse di fare qualcosa, come giudice e poi boia.

Giorni fa, navigando su You-tube mi sono imbattuta in un vecchio filmato della Rai. Riguardava un'apparizione di Totò a Studio Uno. Mina, che faceva da padrona di casa, cantava una canzone, scritta proprio dal grande attore napoletano.

Ecco il testo integrale.



Sapessi come è dolce amore mio

Amare te, luce degli occhi miei

Dolcissima realtà di un sogno sei

Sogno d'amore e di felicità

Baciami

Mi voglio dissetare nel tuo amore

Bruciante desiderio dei tuoi baci

Sulle mie labbra ancora c'è il sapore.

Baciami

Rapita dal profumo del tuo amore

Voglio morire con le tue carezze

Fammi sentire i battiti del cuore

Mentre le nostre bocche in una sola

Si fondono con languida dolcezza

Al nostro amore l'anima s'immola

La storia eterna dell'umanità

Stringimi

Stringimi forte forte amore mio

Sussurrami pian piano tante cose

Dimmi che m'ami come t'amo io

Dimmi che tutto tutto sei per me

Dimmi che tutto tutto sei per me.




Contro il delirio di un manipoli di fuori di testa. Questa è letteratura, questa è poesia, questa è vita. Meglio del Cantico dei Cantici. Non è vero?





CERCA

NEWS

  • 16.09.2024
    Sellerio
    Francesco Recami
  • 16.09.2024
    Adelphi
    Cos'altro si può sapere su Thomas Bernhard
  • 16.09.2024
    Adelphi
    Una riproposta affascinante. Leo Perutz.

RECENSIONI

ATTUALITA'

CINEMA E MUSICA

RACCONTI

SEGUICI SU

facebookyoutube