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Il Paradiso degli Orchi
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ATTUALITA'

Alfredo Ronci

La chiesa mente sapendo di mentire: l'antisemitismo de La Civiltà Cattolica.

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Il 18 dicembre scorso La Repubblica, nelle pagine interne, titolava: 'Il Vaticano "scomunica" Fini. "opportunista su leggi razziali". E nell'articolo si leggeva: Non sono piaciute Oltretevere le accuse fatte martedi scorso dal presidente della Camera alla Chiesa Cattolica per non essersi opposta adeguatamente alle leggi razziali del 1938 (...) Il giornale del Papa accusa, tra l'altro, il presidente di Montecitorio di "approssimazione storica e opportunismo politico".

Non è passato molto dal 'giorno della memoria' e onestamente mi sarebbe piaciuto che qualcuno avesse 'rispolverato' la polemica, non per puro opportunismo, come direbbero i vertici ecclesiastici, ma per far pace con la coscienza, perché in questa vicenda la Chiesa, accusando Fini, mente sapendo di mentire.

Facciamo un passo indietro e torniamo a quei terribili giorni del 1938. L'anno fu caratterizzato, tra l'altro, dalla feroce diatriba tra la rivista La Civiltà Cattolica, organo dei gesuiti, ed il quotidiano di Cremona Il Regime Fascista, diretto dal 'ras' della città lombarda, l'avvocato Roberto Farinacci, uno degli uomini più in vista del Duce.

Che lo scontro tra le due pubblicazioni assumesse toni spesso violenti e inconciliabili lo si intuisce da come il giornale fascista dedicasse quasi quotidianamente ampi spazi, sempre in prima pagina, al confronto con La Civiltà Cattolica. La questione si trascinò per alcuni mesi mettendo in serio imbarazzo la stessa S.Sede che sentì il bisogno d'intervenire sull'Osservatore Romano nel tentativo di placare gli animi.

Ma qual era il motivo dello scontro frontale? Il Regime Fascista accusava gli ambienti cattolici di voltafaccia sulla questione delle leggi razziali e sul problema sionista, tirando fuori e ripubblicando vecchi articoli che La Civiltà Cattolica aveva dedicato al problema degli ebrei.

A riguardo Ernesto Rossi, nel suo fondamentale Il manganello e l'aspersorio (da qualche anno di nuovo in libreria grazie alle edizioni Kaos) elencava sistematicamente gli attacchi dei gesuiti ai 'giudei' a partire da quello 'datatissimo' del 1890, dove schierandosi la Chiesa contro lo spirito della filosfia illuminista e democratica si definivano i diritti dell'uomo proclamati dalla Rivoluzione francese come 'diritti dell'ebreo', per poi procedere alla recensione del libro di Leon De Poncins La mysterieuse Internationale Juive del 3 ottobre del 1936 in cui c'era una decisa condanna della ricchezza del 'giudeo', ricchezza che determinava un predominio finanziario-capitalista-rivoluzionario (sere fa il professor Mannheimer, alla domanda del conduttore del Tg1, quali siano le cause dell'italico antisemitismo, tuttora forte e presente, con colpevole ingenuità, ha indicato l'idea 'nuova' dell'ebreo visto come ricco e potente!).

Ma neppure nel '38, in pieno fervore razzista e antisemita, l'organo dei gesuiti interrompe la sua campagna antigiudaica. Nel quaderno del 17 febbraio a proposito della recensione del libro I fondamenti della dottrina fascista della razza del gerarca Giovanni Acerbo, in cui si sosteneva la necessità di separare dalle attività direttive e formative dell'organismo nazionale, la minoranza giudaica, Padre Messineo, uno dei gesuiti più insigni, acconsentì con fervore alla proposta poiché tutte le ragioni storiche e scientifiche convengono in favore della sua tesi, e terminiamo questa rassegna esprimendo l'augurio che altri lavori simili al presente, ispirati ad un grande rispetto per la vera scienza e contenuti entro i limiti consentiti dal progresso della ricerca oggettiva, vengano ulteriormente a chiarire una questione, che ha bisogno di essere liberata da sovrastrutture fantastiche e risolta in modo conforme alle gloriose tradizioni culturali della Gens italica propagatrice nel mondo intero delle più alte conquiste dello spirito umano.

Nel quaderno del 2 Aprile La Civiltà Cattolica s'interrogava sulla soluzione da adottare nel tentativo di creare uno Stato ebraico e consigliava la formazione di un ghetto attraverso restrizioni giuridiche e coercitive, senza persecuzione (sic!!) in modo adatto ai nostri tempi.

In quello del 28 maggio, sempre del '38, non tralasciava di considerare l'entità giudaica una nazione equivoca e insieme una religione equivoca. Nazione equivoca, perché, al medesimo tempo, (il giudaismo) è sé stesso ed è altro, quante sono le nazioni del mondo dove si è stabilito: giudaismo italiano, tedesco, inglese, americano, romeno, polacco e via dicendo... religione equivoca perché, se ha il vanto di essere stata l'unica vera religione – cioè il giudaismo dell'Antico Testamento, figura e preambolo del Nuovo, preparazione quindi del Cristianesimo – è ormai, in realtà, una religione profondamente corrotta: il giudaismo del Talmud, antitesi del Cristianesimo.

Troppo lungo, in questa sede, sarebbe l'elenco degli aggiustamenti successivi alle tesi riportate, dopo le lecite bordate che vennero da Il Regime Fascista di Farinacci. Lo stesso, in uno dei suoi articoli scriveva: Ora, fino a quando i Padri Gesuiti non avranno rinnegato questa loro costituzione e fino a quando continueranno ad essere per la loro natura, per la loro intelligenza, per la loro difesa costante del dogma e della morale cattolica, i custodi più tenaci dell'ortodossia, noi fascisti possiamo ben dire di avere avuto precursori e maestri costanti nella questione ebraica i Padri della Compagnia di Gesù.

E noi potremmo dire, col senno di poi, che il ragionamento non fa una piega. Ma tornando a noi, l'accusa che L'Osservatore Romano ha mosso all'ex fascista Fini pecca di presunzione e tenta di tappare una falla: per quanto gli storici contemporanei non siano del tutto concordi nel condannare la Chiesa per avere avuto nei confronti dell'emanazione delle leggi razziali e successivamente nei confronti delle deportazioni degli ebrei un atteggiamento poco deciso e censorio, tutt'altra questione rimane la 'coscienza antisemita' della Chiesa, come la chiamava lo stesso Farinacci, che ha perseguito secoli di intolleranza nei confronti degli ebrei e che se non fu alla base delle successive disposizioni fasciste in materia della razza (Mussolini era troppo impegnato a star dietro al carro nazista per procedere ad una distinzione soltanto ideologica e non pratica, come invece fu, dell'intera questione) indusse qualche esagitata autorità del regime a pensare che dall'Oltretevere potesse venire un sostegno non del tutto disinteressato.

Se la Chiesa non riconosce, oggi, il proprio ruolo ambiguo di allora, mente, sapendo di mentire.





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