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ATTUALITA'

Eleonora del Poggio

Le "sedute" di Trenitalia

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Immaginate la scena: interno color cobalto di un vagone di un treno regionale (una volta si diceva pendolare) modello Vivalto, ore 15 di un giorno di luglio, temperatura gradevole. Prendo posto al centro del corridoio. Di fronte a me ma sulla parete di fondo, posizionato in alto a 2 metri circa dal pavimento, un display luminoso trasmette immagini quasi speculari: pubblicizza l'esterno e l'interno del treno in questione richiamando l'attenzione sulle qualità tecnologiche del prodotto.

Lo strillo: la nuova dimensione del traffico locale... estetica accattivante... realizzato con materiali ecocompatibili, sedute comode.

Prego riconsiderare la scena con maggior "studio" della sottoscritta: sono seduta accanto al finestrino, con auricolari inseriti, sfogliando pigramente un giornale di tendenza e gettando più volte uno sguardo obliquo al mio Seiko di stampo tradizionale.

La vista improvvisamente s'impenna e fissa il display: di nuovo lo strillo che scorre la nuova dimensione del traffico locale... estetica accattivante... realizzato con materiali ecocompatibili, sedute comode.

Sedute comode?

Oibò, cosa sono le sedute?

O meglio, cosa c'entrano le sedute con le poltrone (perché di quello si tratta)?

Mi ripropongo, una volta a casa, di consultare un vocabolario e risolvere l'arcano etimologico, perché so che lì si andrà a parare.

Intanto mi chiedo incuriosita: ma avessero deverbizzato il concetto traslando da una lingua diversa dalla nostra?

In un Mac Donald's una volta ho letto su una pedana provvisoria in prossimità dei bagni: caution. Sul retro, in italiano, cauzione. Che, mi pare evidente, non è la stessa cosa.

A casa vado subito a sfogliare il Garzanti della lingua italiana.

Alla parola "seduta" si legge: s.f. 1.(non com.) lo stare seduti: votazione per alzata e -, quella in cui chi si alza approva e chi resta seduto disapprova (o viceversa). 2. riunione di un'assemblea o di un gruppo di persone per discutere o deliberare... 3. posa di un modello per un quadro o una scultura...

Non soddisfatta del mio impeto professorale consulto il dizionario etimologico della lingua italiana di Cortellazzo/Zolli che, alla voce "seduta" mi rimanda alla voce "sedere". La quale differenziandosi a sua volta in più o meno abusati e circoscritti "lemmi" mi conferma la sostanza del Garzanti.

La domanda rimane dunque sospesa.

Cosa sono le "sedute" di Trenitalia?

Un preteso snobismo?

Un azzardato tecnicismo?

Un improvviso calembour linguistico?

Una provocazione?

In preda ad isteria incontrollabile consulto anche mia madre che, alla parola "seduta" recita: posizionamento delle gambe nell'attesa spasmodica di una partenza che mai avverrà nei tempi indicati perché si sa l'orario delle ferrovie italiane è una costante impazzita.

EUREKA!!





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