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Il Paradiso degli Orchi
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ATTUALITA'

Alfredo Ronci

Letteratura gay? Le pendule di Fucùl.

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Per me La corazzata Potemkin è una cagata pazzesca

Da "Il secondo tragico Fantozzi"






Il baratro era stato già toccato. L'anno scorso. Con un romanzo imbarazzante: Cronaca di un disamore (Bompiani) di Ivan Cotroneo. Ma l'autore, forse per una sorta di ritrosia dovuta al suo ruolo pubblico (è un pupillo della Dandini e collabora con lei alla realizzazione del programma, per intelligencija a tutti i costi, Parla con me) ci aveva risparmiato cliché da discount della froceria d'importazione (purtroppo non ci risparmia banalissime considerazioni a Cult Book, la trasmissione di libri di Rai educational condotta dal ricciuto e sospettiamo trinariciuto ed imbarazzante anch'esso Stas Gawronski). Oddio aveva l'Ivan, per mostrarsi all'altezza della collega più televisivamente famosa, tentato la carta del tocco frisson citando, per esempio, strofe di canzoni di Battiato nei dialoghi con l'amato disamato. Ma era stato solo un peccato veniale. O forse un'imprudenza giovanile.

Ma, come dicevano i latini: abyssus abyssum invocat. Come a dire, al peggio non c'è mai fine. Non soddisfatti di rendere una letteratura, quella gay, merce di scambio con la più retriva sponda della cultura piagnistea e tamariana – noi che la si vorrebbe qualificata non per genere, ma per altezza e forza – i novelli autori "diversi" (e non solo autori, pensiamo alle "sbandate" di una casa editrice come Playground e alle schifezze, spesso classiste, dell'editor Croce: ma edita ancora???) producono un altro inarrivabile "capolavoro": Prendere o lasciare (1) di Fabio Bo.

In gara per la supercazzola e per il miglior testo involontariamente comico della stagione .

Dell'autore sappiamo che è nato a Roma nel '55 e che per molti anni ha lavorato al Messaggero come esperto di cinema ed è stato anche consulente alla Mostra Internazionale di Venezia.

E fin qui pace.

I dolori arrivano leggendo la sua antologia, perché di questo si tratta, formata da nove racconti.

Siamo di fronte al più esasperante carosello di luoghi comuni che mente umana abbia potuto concepire, ad un ciacolio continuo di personaggi spessi come carta velina, ad un tratteggio psicologico che farebbe arrossire anche una matricola di Economia e Commercio.

Non si parla a vanvera: ci si può accusare di tutto, che siamo faziosi e con la puzza sotto il naso, ma di fronte a siffatti addebiti ci vogliono le prove.

E noi le portiamo, nemmeno fossimo davanti ad un tribunale. E ci lasciamo prendere dallo scorrere sistematico delle pagine.

28 – Filippo lo corteggiò come un gentiluomo d'altri tempi. A un ragazzo le premure piacciono. Inducono in tentazione. Nonostante siano respinte come vischiose e quasi mai incoraggiate. La giovane età alligna nel pudore anche se le infiorescenze che ostenta sono petali di vanagloria. Che??? Aridatece Liala e la Invernizio! Ma può competere con Le ore trascorrevano come i voli disinvolti delle cinciallegre di Antonio Veneziani (2). Poeta, ed ora "noirista" di, si dice, squisita sensibilità. O con Solo la salvia conosce i segreti | fradici di grammatica | degli astri femminei che muti vagano | nelle tue cosmogonie, poesia "esiziale" del presidente-poeta della Regione Puglia, Nicki Vendola. (3)

37 – Il tempo sembrava appeso al nulla, stordito. E che sei un sottoprodotto della poetica novecentesca?

74 – «Mi sono forse perso qualcosa?» interagì Elio con l'intento di provocare una manovra di disturbo «Siamo già al 'triangolo no non l'avevo considerato' dei sorcini? Si deve essere fatto proprio tardi...» A parte la cacofonia 'interagì e intento... E che siamo al festival canoro di Verrecchie? A quando le "liriche" di Mina e Patty Pravo?

94 – Paure antiche, schierate ora a comporre un'iconografia impietrita e macilenta, schiumosi presagi infantili che il tempo aveva degradato nella viscosa ultraterrena realtà del sonno eterno. A parte lo sconcerto per la mostruosa propensione all'aggettivazione a tutti i costi, ma Bo, te sei fatto de Prozac vero?

96 – Il ragazzo che aveva rimorchiato, un angelo del male sgomento, si lasciò soggiogare dalla sua eccitazione e vi si arrese, moltiplicandogli il piacere. A quando una sottrazione e divisione di banalità, almeno ci si risparmia davvero lo sgomento?

141 – Rimase dentro un paio di slip Calvin Klein bianchi senza lo straccio di un'erezione come in una foto allusiva di Bruce Weber. E certo, poi indossa un pantalone Dolce&Gabbana, una shirt Emporio Armani con dietro stampata l'immagine di Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany, una giacchetta Vivienne Westwood e va a fare il "tronista" da Maria De Filippi!

171 – Se poi scovano una coppia esibizionista, magari a tarda sera, quando il pubblico si dirada, ragazzi è festa grande. Al reality show sono ammessi tutti e non ci sono nomination...Appunto, come volevasi dimostrare?

E poi basta. Perché, come si dice, il troppo stroppia. Qualcuno obietterà: ma come si fa a giudicare un prodotto con siffatte estrapolazioni?

Si può: perché il resto sdilinquisce in stereotipi cliché da normalizzazione fassiniana. Come i due amanti, uno di venti e uno di quaranta, che si ritrovano a Capri (e te pare, mai Abbiategrasso) dopo vent'anni (L'età della ragione). O il nipote sprovveduto che confessa allo zio gay di essere gay (Vecchie zie – sic!!!!! Ma è forse un riferimento al longanesiano Ci salveranno le vecchie zie?). O il confronto tra due fratelli, uno gay l'altro per fortuna no (Prendere o lasciare) dove ad un certo punto l'etero, davanti all'amante del consanguineo non può non constatare che... si era tolto la maglietta mettendo in mostra un paio di tonici pettorali.

Ahahahah, pazzesco, sta a vedere che è frocio pure lui!

Si salva, in tanta immondizia, il racconto cul(t)o per eccellenza: A...mare (e stendiamo un velo pietoso sul titolo), dove, evvivaddio, almeno si parla del "buco" di Castelporziano e dei suoi annessi e connessi, lontano mille miglia però dalle ossessioni genitali dello sprovveduto Fulvio Abbate (4).

No. Mi dispiace, ma non ci siamo. E con estrema onestà intellettuale lo dico io che sono responsabile di uno dei più tristi, brutti e, nonostante la parvenza "hard", casalinghi romanzi gay : L'insonnia delle rondini. Che il buon Francesco Guerre, ahimé, citò nella suo saggio L'eroe negato (5) e che l'altrettanto buon Walter Siti rifiutò di firmare la quarta di copertina ritenendolo, giustamente, una minchiata.

La letteratura gay, ammettendo che abbia senso una definizione del genere, se vuole sopravvivere, come d'altronde lo stesso movimento, deve prescindere dall'omologazione e dalla normalizzazione. Qui invece siamo non all'imitazione, ma al plagio vero e proprio di modelli che sono già sconsolatamente vecchi e triti. Che facciamo? Per legittimare le nostre istanze (si sa le istanze debbono essere sempre legittimate... come i volumetti sono sempre agili), nell'ambito più specificatamente letterario, ripercorriamo la strada di una letteratura che è sempre stata, tranne rarissime eccezioni, arroccamento e difesa delle forze più reazionarie?

Nel caso di Bo poi non mi capacito che:

a)un editore intelligente come Jean Marie Pouget de le Edizioni del Cardo, non si sia accorto di aver avuto tra le mani un prodotto mediocre e piagnone.

b)un giornalista, altrettanto intelligente, come Daniele Scalise, abbia scritto nell'introduzione: La prima cosa che colpisce nella scrittura di Fabio Bo è la danza delle parole, danza che come un piccolo miracolo si scioglie e si ricompone sotto gli occhi del lettore. Chi legge diventa senza rendersene conto spettatore di un balletto e di una recita, scrutatore di esistenze e perfino spia, ficcanaso e curioso.

A Danie', ma vattela a pia' 'n saccoccia!



P.S. Ho letto recensioni entusiastiche su questo libro nei vari siti gay. Ma mi sono fatto io o si sono rincoglioniti gli altri? Boh. Anzi: Bo.





(1) Fabio Bo – Prendere o lasciare – Edizioni del Cardo – Roma 2007

(2) Antonio Veneziani, Cronista della solitudine - Edizioni Hacca – 2007

(3) Nicki Vendola – Ultimo mare – (Poesie) – Manni Editore.

(4) Mi riferisco al passaggio di Roma, guida non conformista alla città (Cooper – Roma, 2007) dove si legge: "Ecco i primi cazzi, i primi culi, anzi, le prime sacche scrotali pendule bene in vista, o certi ani carnosi stesi al sole..." pag.178.

(5) Francesco Guerre, L'eroe negato, omosessualità e letteratura nel Novecento italiano – Baldini&Castoldi – Milano 2000





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