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Il Paradiso degli Orchi
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ATTUALITA'

Giovanna Repetto

Niente di nuovo nel sado-romanticismo.

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Il titolo perde, nella traduzione italiana, il gioco di parole, perché le Cinquanta sfumature di grigio (E. L. James, Mondadori) sono in realtà le sfumature di Grey, cioè i variegati umori del protagonista maschile. Ma è lei, Anastasia, a raccontare in prima persona il loro tormentato rapporto in questo romanzo, primo di una trilogia che ha già venduto diecimila copie prima di approdare in Italia.

All'inizio della lettura non riuscivo a liberarmi dall'idea che l'Autrice fosse americana. E non solo perché il romanzo è ambientato negli USA. A parte questo mi sembrava che il personaggio maschile fosse troppo giovane, troppo bello, troppo ricco e coronato dal successo. Perfetto, quasi finto. E in una storia di erotismo sadomaso, con tanto di Stanza Rossa delle Torture, la cosa non mi quadrava. Sempre tornando al mio pregiudizio, mi dicevo: una scrittrice europea non lo avrebbe descritto così. Un'italiana lo avrebbe dipinto più attempato, con le tempie brizzolate dall'esperienza. Una francese gli avrebbe regalato il guizzo di un'imperfezione nei lineamenti, e magari lo avrebbe dotato di un'interessante cicatrice. Un'inglese infine lo avrebbe corredato di un passato infelice, pieno di segreti dolorosi e di scheletri nell'armadio. Poi mi sono rassegnata all'evidenza: E.L.James (questo lo pseudonimo di Erika Leonard) è inglese, e però alla fine i conti tornano. Primo: gli scheletri nell'armadio, lasciati dal passato infelice, ci sono e ne prendo atto. Aggiungo che su questo argomento l'Autrice - che non è, come vorrebbero dipingerla, un'ingenua casalinga, ma un'astuta mestierante che ha lavorato per i media - è stata bene attenta a incuriosire il lettore, lasciando poi molte domande in sospeso per invogliare alla lettura dei volumi successivi. In secondo luogo ha confessato candidamente, a chi la intervistava, di essersi ispirata alla serie di Twilight, e al suo bellissimo vampiro adolescente. Di adolescenziale c'è molto, nel romanzo, tanto che a un certo punto i personaggi si scambiano una fitta gragnuola (fino a eccessi stucchevoli) di mail e sms, che come si sa sono la versione moderna dei bigliettini passati fra i banchi. E in certi momenti ci si trova più vicini a Cenerentola che a L'histoire d'O.

I critici si stanno dando un gran daffare per spiegare le ragioni di tanto successo, mentre si sente qualche critica dal versante femminista. Riguardo a quest'ultima questione, dico subito la mia: se dopo tanti anni di femminismo una donna non può sentirsi nemmeno libera di sollazzarsi con il gioco dell'orco, allora la condizione femminile è una trappola senza via d'uscita.

Passando al romanzo, mi sembra il caso di distinguere l'aspetto letterario dagli ingredienti che rendono accattivante la storia. Purtroppo, come dirò fra poco, ho il fondato timore che la sciatteria della forma letteraria sia a sua volta proprio uno degli ingredienti del successo. A parte una discreta agilità nei dialoghi, il testo soffre di una povertà di linguaggio che è complementare alla ripetitività dello stesso. Nel suo dialogo interiore la ragazza, che è una giovane e vergine studentessa americana, non fa altro che esclamare Oddìo, in continuazione e in ogni occasione (ma qualche volta per variare dice wow!) come un commento che riassume tutte le emozioni. Lo dice cento volte, mille volte, anzi di più. Così come innumerevoli volte sottolinea il proprio rossore, e non si stanca di ripetere che Grey è bello, bellissimo, e ribadisce il fatto che è ricchissimo facendogli giustificare le proprie azioni (come inseguirla col suo elicottero o col suo jet privato) con un ragionamento lapalissiano: lo faccio perché me lo posso permettere. Come dicevo, forse è proprio questa banalizzazione e semplificazione ossessiva del linguaggio a coinvolgere la lettrice media consentendole di identificarsi più facilmente.

Per quanto riguarda gli ingredienti usati per stimolare la sfera emotiva e sessuale, direi che ci sono tutti e funzionano discretamente. Viene schierata in campo una folta schiera di archetipi attinti (probabilmente in modo inconsapevole, ma col sicuro istinto di una che ha fatto la produttrice televisiva) alla mitologia e alla tradizione della fiaba popolare. Si parte da quel filone che Bettelheim (*) definisce "ciclo dello sposo-animale", che comincia con Amore e Psiche e continua con La Bella e la Bestia e numerose altre fiabe. Storie in cui il partner presenta un pericoloso dualismo che costituisce una potenziale minaccia e un ostacolo alla relazione. In questo è incluso l'altro problema, più vicino alla sensibilità moderna, che è l'impossibilità di essere normale. E' lì elemento che l'Autrice ha trasposto pari pari dalla saga del vampiro. (Questo modo di considerare anche il punto di vista del mostro, con un effetto empatico, ha già avuto un ottimo esempio in Intervista col Vampiro di Anne Rice).

Altro tema è quello dell'iniziazione, legato al mito di Pigmalione e consegnato alla modernità da Bernard Shaw con l'omonima commedia (poi diventata il musical My fair Lady) . Certo, qui materia dell'insegnamento non sono le buone maniere, bensì l'arte di obbedire docilmente a un Dominatore per soddisfarne le brame. C'è di buono che anche la ragazza (verginella ma consenziente perché affascinata dal soggetto) si leva qualche sfizio, uscendo dalle sedute affaticata ma anche notevolmente appagata dal punto di vista sessuale.

Riassumendo, il romanzo sfrutta temi che da sempre esercitano un fascino sull'immaginario femminile. I romanzetti "rosa", quelli che le collegiali leggevano nell'ottocento e che hanno attraversato tutto il novecento fino ai giorni nostri, tuttora ospitati in apposite collane, non differiscono di molto, se non nel linguaggio meno esplicito. Ricordo perfettamente i personaggi di Delly, uomini dallo sguardo "imperioso" che un destino ingiusto costringeva ad essere spietati, finché una fanciulla pura non portava alla luce il loro lato migliore. Per non parlare del famoso Sceicco dei romanzi di Hull, poi immortalato da Rodolfo Valentino, che si comportava da stupratore, senza che la cosa scandalizzasse più di tanto. Chi si cala nei panni di Anastasia può provare il brivido che nasce dall'essere in balia di un uomo dalle brame insaziabili, ma anche la tenerezza materna nei confronti di un ragazzo infelice perché incapace di amare, se non attraverso le sofferenze inflitte alla partner. E dunque può dare la stura alle fantasie della serie "io ti salverò". Poi ci sono tutte le emozioni di Cenerentola, perché Anastasia è una ragazza comune, mentre Christian Grey è un uomo inverosimilmente ricco, che la sorprende coccolandola con regali straordinari. Infine, sempre nel tema della doppia natura dell'uomo, che forse fra tutti i miti è il più antico e il più affascinante, c'è che Grey, nonostante il suo difettuccio, è assolutamente buono. Aborrisce l'ingiustizia, protegge i deboli, combatte la fame nel mondo, insomma è quasi un supereroe. Soprattutto ha verso di lei un atteggiamento di incessante premura. Perfino quando usa la frusta si preoccupa di lenire la pelle martoriata con opportuni unguenti. E poi è sempre concentrato su di lei: proteso a captare i suoi umori, interessato ai suoi pensieri, sensibile alle sue emozioni, paziente, preciso, attento ad ogni dettaglio. E a questo come si fa a resistere? Noi donne lo sappiamo bene: davvero non esiste un uomo così. A meno che non sia, appunto, un maniaco.



E.L. James

Cinquanta sfumature di grigio

Mondadori

Pag. 548 euro 14,90



(*) Bruno Bettelheim, Il mondo incantato, Feltrinelli.

Fra gli elementi del ciclo fiabesco dello sposo-animale vi sono anche i seguenti:

1 - L'esistenza di una figura femminile più anziana, fata o strega, che ha lanciato l'incantesimo sul protagonista (es. la Bestia). Nel caso di Grey è l'attempata signora Robinson, non vista ma spesso nominata.

2 - Il tema della curiosità punita. Psiche illumina l'amante nel sonno violando il divieto di vederlo, e lo sveglia facendolo fuggire. La moglie di Barbablu apre la porta della stanza segreta, attirandosi le ire del marito. Anche Anastasia mette in crisi il rapporto con Grey facendogli troppe domande.

3 - Il potere salvifico dell'amore, che può operare una trasformazione contraria a quella del maleficio. E in certi momenti Anastasia sembra sul punto di riuscirci.







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