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Il Paradiso degli Orchi
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Alfredo Ronci

Riotta intellettuale? Preferisco i "piccoli scrittori crescono".

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Sull'inserto domenicale dedicato ai libri de Il sole 24 ore qualche tempo fa è apparsa una curiosa pubblicità. Diceva: Tutto quello che hai scritto diventa un vero libro. Il tuo. A ben vedere un semplice annuncio di un sito internet che offre la possibilità di dare una sistemazione più 'consona' e professionale alle proprie cose. Ma se ci riflettiamo un po' la proposta ha un che di ambiguo e pericoloso: ma davvero tutti quelli che scrivono possono pubblicare e magari pure distribuire il prodotto? Se così fosse si presenterebbero problemi di non poco conto:

• Le librerie sarebbero, ancor più dell'attuale situazione, stracolme di roba invenduta ed inutile

• La foresta amazzonica sarebbe davvero in forte pericolo ancor più dell'opera devastatrice delle multinazioni degli hamburger

• Non potremmo, come dice saggiamente Elio delle Storie Tese nel brano Effetto memoria "...annodare il fazzoletto ad un biografo ufficiale" perché tutti sarebbero degli autarchici autobiografi.

• C'è il rischio che Eco e Camilleri, con la scusa che tutto quello che si scrive in fondo non si butta, come il maiale, pubblichino le loro liste della spesa.

Non solo: la deriva sarebbe quella di avere un plotone di intellettuali della memoria e della 'libera penna in libero stato' agguerrito ed esagitato da far impallidire le orde truculente dei morti viventi di romeriana memoria.

Perché, non me ne voglia nessuno, di intellettualità numerosa e 'fica' ne abbiamo già a iosa. A tal proposito la rivista americana Foreign Policy ha stilato la classifica degli intellettuali più famosi e influenti del mondo. Ci sono tre italiani: Eco (ça va sans dire), Nouriel Roubini (chi??? Pare sia di origine turca, ebreo, con passaporto americano e laureato in Italia... quindi italiano!) e tertium non datur, l'attuale direttore del TG1 Gianni Riotta.

Ora, riguardo quest'ultimo, i casi sono due (anzi credo di più).

• Gli americani non capiscono nulla di media (assai improbabile).

• Gli americani sanno poco delle nostre cose (assai improbabile, sanno moltissimo già dai tempi di De Gasperi).

• Gli americani non vedono il Tg1 (assai probabile).

• Gli americani hanno confuso intellettualismo con opportunismo (assai, assai probabile).

Detto questo mi preme sottolineare come, nel nostro amato paese, gli intellettuali sono come i capitalisti (e la somiglianza non deriva certo dal fatto che molto spesso questi ultimi sono i datori di lavoro dei primi): incompetenti, pretenziosi, inaffidabili e bugiardi.

Vedere come i Riotta, i De Bortoli, i Mieli, gli Scalfari, dall'alto delle loro prestigiose 'testate' autoalimentano la propria congenita inutilità è spettacolo deprimente e vergognoso.

Propenderei dunque per un ritorno alle origini, ad uno stato rousseauiano di natura che esalti prima di tutto l'inclinazione spontanea dei singoli. Si parla spesso, e anche noi orchi lo facciamo con appassionata partecipazione, di nuova letteratura: può essere un rimedio alla deriva opportunista e qualunquista di questo intellettualismo fine a se stesso, inutile e camaleontico. A questa sistematica 'rimozione' di intelligenze ridotte ormai ad uno stato larvale di quiescienza.

Scrivere però non significa scrivere di tutto e, tanto meno, come si diceva ironicamente prima, pubblicare tutto. Ibsen affermava che scrivere è arrogarsi il diritto di giudicare se stessi. Bene, ma è anche il diritto di guardarsi attorno e 'giudicare' il mondo.

Tra le tante proposte che assediano gli Orchi, ne ho scelta una che in qualche modo sembra rispecchi questo nuovo modo di vedere e sentire la realtà, questa nuova tensione che, lungi da qualsiasi tipo di influenza o dettato opportunista, rivela anche la fragilità dei rapporti umani: L'anno lunare (1) di Mauro Pianesi.

L'autore non è di primo pelo, come si suol dire in queste occasioni, ha avuto modo anche di collaborare con un addetto ai lavori, Giulio Mozzi, ma il suo narrare s'innesta perfettamente nella corrente contemporanea del raccontare che, sottodimensionando il proprio vissuto, attraverso il vissuto degli altri costruisce, mattone dopo mattone, una materia tangibile e concreta.

Alcuni racconti sono davvero riusciti come il primo Tra gli uccelli invisibili della pampas dove una bambina, che esce di casa per andare a trovare il nonno, s'imbatte in un piccolo rom che le fa vedere il sesso: è un quadro quasi felliniano, di violenza innocente, quasi naturale, ma che sembra prodromo di future incomprensioni ed emarginazioni. O La notte, dove un uomo spara ad un ladro con una pistola giocattolo facendo incazzare il figlio che fa le ronde di notte con una vera pistola (bisognerebbe farlo leggere a Bossi e ai leghisti, chissà quali indicazioni potrebbero ricevere).

Il mondo di Pianesi è fatto di malintesi e disaccordi, o vere e proprie tragedie del vivere, come l'impotente che vuole avere a tutti i costi una bella ucraina (Un film con Julia Roberts) o l'uomo sposato che di fronte al quadro familiare dei suoi cari su una spiaggia prende coscienza del fallimento della propria vita e del proprio matrimonio (Beach Volley).

Non sempre il linguaggio è coerente e riuscito, ma alcune punte incantano come negli scatti anacoluti del pezzo che riporto: L'idea del regalino lampeggia forsennata nella fantasia del piccolo, sotto a un gran varietà romano tardo pomeriggio di nembi bordati in similoro e spicchi turchese. Qui si fa il colpo o si muore. Un respiro profondo e la voce gli si ingolfa stridula tra le corde sottili del collo(tutto suo padre).

Insomma i nuovi autori e l'editoria indipendente di cui la casa Eumeswil si fa, in questo caso, portavoce, richiedono visibilità: non quella dei lustrini e dei salotti televisivi squadernati e di parte. Ma la visibilità che è strumento di comprensione, di sociologica nettezza.

Piccoli scrittori crescono.



(1) Mauro Pianesi – L'anno lunare – Eumeswil – Pag. 136 Euro 13,50





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