ATTUALITA'
Alfredo Ronci
Siamo nella merda fin qui: riflessioni sull'editoria nostrana.
Infastidisce e diverte l'intervista che Serena Danna fa ad Aldo Nove sull'inserto libri de Il sole 24 ore del 16 gennaio 2011.
Vediamo cosa infastidisce: la sorta di confessione sugli 'eventi' editoriali. Si legge: Nel 1996 arriva Gioventù Cannibale «costruita a tavolino» da Severino Cesari e Paolo Repetti. «Hanno avuto la capacità d'intuire che autori diversi stavano lavorando sugli stessi temi: nel giro di un mese, guardando il film Jack Frusciante è uscito dal gruppo e leggendo Rincorse di Voltolini, capii anch'io che stava succedendo qualcosa. In fondo cosa è lo Zeitgeist, lo spirito del tempo, se non questo? Il movimento Dada è nato contemporaneamente a Zurigo e New York senza alcuna relazione tra i gruppi...
Ora, inizialmente può far ridere il paragone tra la Gioventù Cannibale e il movimento Dada (lasciamo da parte lo 'spirito del tempo') ma poi urta se addizionato all'ammissione che le cose apparentemente 'diverse' sono costruite (attenzione: non siamo mai stati così ingenui da pensare che l'antologia Gioventù Cannibale fosse una genialata generazionale... ma via!). In più: resta lo sconcerto che la prassi non solo si è consolidata, ma rischia di essere l'unica in grado di garantire una sopravvivenza della letteratura dal punto di vista strettamente mercantile.
Ecco dunque che 'eventi' come La solitudine dei numeri primi o Acciaio passano dapprima come genuine realtà, per poi col tempo assumere la connotazione di vere e proprie architetture di mestiere (si vocifera, e non vedo perché non potrebbe essere vero, che il romanzo di Giordano sia stato scritto sei volte... vai a sapere da chi...).
Credo che si operi così: ci sono editori, coi mezzi, che pubblicano 'cento' nella speranza di fare il botto, e c'è chi, a priori, elabora una strategia vincente annusando l'aria che tira. Che potrebbe anche essere una dote quasi divina, ma se dovessimo quantificare i risultati da quel che vediamo non c'è da stare molto allegri: Severino Cesari per esempio, sorta di luminare dello stratagemma, ha ridotto la collana Stile libero Einaudi ad una specie di calderone onnicomprensivo: come la carne del maiale, non si butta via niente.
Si diceva che accanto al fastidio l'intervista di Nove suscitava 'allegria'. Come non sorridere (o ridere... dipende da quanto i vostri zebedei siano pieni di acido lattico) di fronte ad un'affermazione del genere?: L'autore di Woobinda crede che quella gioventù sia stata l'ultimo residuo di opposizione culturale in Italia. Fregnaccia che meriterebbe una nuova Piazzale Loreto se qualcuno avesse la possibilità, in questo paese, di giustiziare in una pubblica piazza. Ma appunto si sorride di fronte all'inane sciocchezza ma in più si confuta il detto biasimo: se davvero l'esperienza fu quasi 'rivoluzionaria' quei rivoluzionari cannibali che fine han fatto? Lo stesso Nove, dopo le preci mariane, pubblica La vita oscena che raddoppia l'oscenità in quanto opera insulsa. La Teodorani mortifica ancora di più la sua tenzone dark facendo corsi di scrittura ad hoc, Matteo Galiazzo è sparito (ahinoi), Andrea G. Pinketts s'è ridotto a fare il 'misterioso' in un immondo e trash programma televisivo, Stefano Massaron riesce più come traduttore che come scrittore... forse ci dobbiamo accontentare dell'universale successo di Ammaniti che ha i suoi sostenitori sfegatati ma anche detrattori col fucile puntato?
Suvvia, quei cannibali erano bigiotteria in confronto all'oro: e son cresciuti davvero male. Perché la statura di uno scrittore non si 'costruisce' con lo scoop o con la mistificazione, ma solo con la prova continua delle proprie capacità espressive. Aggiungo: in Italia è davvero difficile essere scrittori di una 'certa età' e resistere all'usura, se non addirittura esordire. C'è riuscito Busi, c'è 'riuscito Camilleri e pure il 'nuovo' Pennacchi, che stupisce però per la sua volgarità e il disprezzo delle buone maniere. Altrimenti ciccia: e gli editori più piccoli, apriti cielo! Se non rimestano nella merda di una sociologia giovanile, che ha preso a prestito la filosofia altaniana dove infuria la bufera ma non succede mai un cazzo, non hanno mezzi e cervello per fare altro.
Ridiamo ancora. Aggiunge Nove: A 15 anni aspettavo la notte per vedere in Tv, su Odeon, le ballerine con le tette di fuori. Oggi è uno spettacolo da sabato pomeriggio e l'ipotesi che il presidente del Consiglio vada a letto con le minorenni è una barzelletta. E' l'Italia a essere diventata oscena.
Ecco appunto, tu in primis.
Vediamo cosa infastidisce: la sorta di confessione sugli 'eventi' editoriali. Si legge: Nel 1996 arriva Gioventù Cannibale «costruita a tavolino» da Severino Cesari e Paolo Repetti. «Hanno avuto la capacità d'intuire che autori diversi stavano lavorando sugli stessi temi: nel giro di un mese, guardando il film Jack Frusciante è uscito dal gruppo e leggendo Rincorse di Voltolini, capii anch'io che stava succedendo qualcosa. In fondo cosa è lo Zeitgeist, lo spirito del tempo, se non questo? Il movimento Dada è nato contemporaneamente a Zurigo e New York senza alcuna relazione tra i gruppi...
Ora, inizialmente può far ridere il paragone tra la Gioventù Cannibale e il movimento Dada (lasciamo da parte lo 'spirito del tempo') ma poi urta se addizionato all'ammissione che le cose apparentemente 'diverse' sono costruite (attenzione: non siamo mai stati così ingenui da pensare che l'antologia Gioventù Cannibale fosse una genialata generazionale... ma via!). In più: resta lo sconcerto che la prassi non solo si è consolidata, ma rischia di essere l'unica in grado di garantire una sopravvivenza della letteratura dal punto di vista strettamente mercantile.
Ecco dunque che 'eventi' come La solitudine dei numeri primi o Acciaio passano dapprima come genuine realtà, per poi col tempo assumere la connotazione di vere e proprie architetture di mestiere (si vocifera, e non vedo perché non potrebbe essere vero, che il romanzo di Giordano sia stato scritto sei volte... vai a sapere da chi...).
Credo che si operi così: ci sono editori, coi mezzi, che pubblicano 'cento' nella speranza di fare il botto, e c'è chi, a priori, elabora una strategia vincente annusando l'aria che tira. Che potrebbe anche essere una dote quasi divina, ma se dovessimo quantificare i risultati da quel che vediamo non c'è da stare molto allegri: Severino Cesari per esempio, sorta di luminare dello stratagemma, ha ridotto la collana Stile libero Einaudi ad una specie di calderone onnicomprensivo: come la carne del maiale, non si butta via niente.
Si diceva che accanto al fastidio l'intervista di Nove suscitava 'allegria'. Come non sorridere (o ridere... dipende da quanto i vostri zebedei siano pieni di acido lattico) di fronte ad un'affermazione del genere?: L'autore di Woobinda crede che quella gioventù sia stata l'ultimo residuo di opposizione culturale in Italia. Fregnaccia che meriterebbe una nuova Piazzale Loreto se qualcuno avesse la possibilità, in questo paese, di giustiziare in una pubblica piazza. Ma appunto si sorride di fronte all'inane sciocchezza ma in più si confuta il detto biasimo: se davvero l'esperienza fu quasi 'rivoluzionaria' quei rivoluzionari cannibali che fine han fatto? Lo stesso Nove, dopo le preci mariane, pubblica La vita oscena che raddoppia l'oscenità in quanto opera insulsa. La Teodorani mortifica ancora di più la sua tenzone dark facendo corsi di scrittura ad hoc, Matteo Galiazzo è sparito (ahinoi), Andrea G. Pinketts s'è ridotto a fare il 'misterioso' in un immondo e trash programma televisivo, Stefano Massaron riesce più come traduttore che come scrittore... forse ci dobbiamo accontentare dell'universale successo di Ammaniti che ha i suoi sostenitori sfegatati ma anche detrattori col fucile puntato?
Suvvia, quei cannibali erano bigiotteria in confronto all'oro: e son cresciuti davvero male. Perché la statura di uno scrittore non si 'costruisce' con lo scoop o con la mistificazione, ma solo con la prova continua delle proprie capacità espressive. Aggiungo: in Italia è davvero difficile essere scrittori di una 'certa età' e resistere all'usura, se non addirittura esordire. C'è riuscito Busi, c'è 'riuscito Camilleri e pure il 'nuovo' Pennacchi, che stupisce però per la sua volgarità e il disprezzo delle buone maniere. Altrimenti ciccia: e gli editori più piccoli, apriti cielo! Se non rimestano nella merda di una sociologia giovanile, che ha preso a prestito la filosofia altaniana dove infuria la bufera ma non succede mai un cazzo, non hanno mezzi e cervello per fare altro.
Ridiamo ancora. Aggiunge Nove: A 15 anni aspettavo la notte per vedere in Tv, su Odeon, le ballerine con le tette di fuori. Oggi è uno spettacolo da sabato pomeriggio e l'ipotesi che il presidente del Consiglio vada a letto con le minorenni è una barzelletta. E' l'Italia a essere diventata oscena.
Ecco appunto, tu in primis.
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