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Il Paradiso degli Orchi
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ATTUALITA'

Adriano Angelini Sut

Storie di ordinaria editoria italiana. Il povero scrittore medio piccolo.

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Prendete l'ex presidente del consiglio Silvio Berlusconi. Vi ricordate le invettive lanciate da tutta la sinistra contro il conflitto d'interessi? Roba che da D'Alema a Santoro, passando per Sabina Guzzanti, Oliviero Di Liberto e Concitina De Gregorio, virando per Vauro, Marco Travaglio, 'Il Manifesto' (quelli col pugnetto neonato alzato), sotto la sapiente regia dell'ingegner De Benedetti/Repubblica e finendo non mi ricordo con quale altro illustre "intellettuale" (ah forse Ascanio Celestini [ma che nome è Ascanio, sembra uscito da una commedia di Molière?]) era tutto un chiacchiericcio indignato che faceva imbufalire l'italiano medio (quello che non aveva votato il Berlusca) e vessato da cotanto scandalo e arricchiva le tasche degli stessi indignados di regime che vendevano libri, dvd (tutti pubblicati rigorosamente da Einaudi/Mondadori del papi), e riempivano spettacoli a teatro, e giravano film sovvenzionati a raffica (tutti dalla Medusa film del papi). Ultimo venne Saviano. L'eroe barbuto, l'occhio da pesce lesso che assomiglia a uno di quelli che arrivano con le carrette del mare e invece, pare, sia un "fine" scribacchino di best seller contro la Camorra che ha arricchito e di non poco le tasche del papi.

Quello della scorta insomma.

Perché dico questo. Perché facendo un attimo mente locale, a proposito della crisi dell'editoria italiana, mi sovviene che al momento, in quasi tutte le maggiori città italiane, la gente che legge (poca), i libri li va a comprare, per la maggior parte (e purtroppo) dentro due catene librarie; le Feltrinelli e le Mondadori. Vuole il caso che in rete un sacco di scrittori che pubblicano con piccoli e medi editori si lamentino perché i loro libri non arrivano (o arrivano a fatica) in libreria. Per questo la domanda mi è sorta più che spontanea. Ma perché, cari scrittori medio piccoli (e non è un giudizio di valore) cosa vi aspettavate, che le due maggiori catene librarie che appartengono alle due maggiori case editrici italiane disseminate su tutto il territorio avessero davvero intenzione di dare spazio ad altri editori? L'Italia, in particolare, è incistata dal conflitto d'interessi, dovreste saperlo. E il settore dell'editoria è il fiore all'occhiello di questo raggiro benpensato.

Vi spiego.

Il commesso che lavora da Feltrinelli o da Mondadori (ma anche alla Fnac), non sa nemmeno cosa gli arriva negli scatoloni. Lui li svuota e riempie scaffali a seconda delle direttive da Milano (sempre da lì). Come fossero bicchieri o pupazzetti natalizi, tutti belli incopertinati, colorati e ammiccanti. Lì la promozione non esiste. Esistono quelle quattro o cinque case editrici (e satelliti) che pubblicano romanzi televisivi e ricette in versi che, letteralmente, by passano la promozione (che romanticheria del passato il promotore con la ventiquattrore che va dal libraio col catalogo a proporre l'ultima fatica letteraria di tizio caio e gli spiega pure la trama, lo stile e l'anacoluto, se c'è). In suddette librerie quelle quattro o cinque case pagano intorno ai trentamila euro (virgola più, virgola meno), per stare in vetrina una settimana o spaparanzati lungo i corridoi e farti fare una gimcana pericolosissima. E pagano per esporre in bella vista, su scaffali e banconi, le Mazzantini Vien Dal Mare, i Faletti Furbetti, le Melisse Piccine Picciò, i Volatili Fabi, le Fruscianti Dacie Maraine e chi più ne ha più ne metta (tutti, ovviamente, pubblicati dal papi o dall'editore di "sinistra" e/o satelliti).

Davvero pensate che un bancone Feltrinelli possa ospitare, che so, un Danilo Arona con Rock, I delitti dell'Uomo Nero, edito da Edizioni della Sera. O L'arte del Piano B di Gianfranco Franchi, edito da Piano B? Ma suvvia. Siate di buon senso.

Il lettore vuole altro.

Ecco, il lettore. Questo ingenuo, pasciuto anatroccolino lobotomizzato. Il cui minuscolo cervellino è ormai nelle mani di Fabio Fazio (che lo fa sentire così alternativo e contro il sistema), di Maria De Amicis (ops, era forse De Filippica?) che lo fa sentire così trasgressivo. Oppure di Irene Infingardi che lo fa sentire così... sognatore, etereo, mistico quasi. Il lettore lobotomizzato vaga sperduto fra le vie della città e quando, una volta ogni tanto, una sinapsi gli chiede il favore di fargli leggere qualcosa che stasera non ne può veramente più dei lampi del tubo catodico, lui si risveglia un attimo, vibra tutto eccitato e s'indirizza felice nel supermercato Feltrinello/Mondadore, lì dove, ad attenderlo, c'è la sorridente carotina della Lucianina Littizzina che gli dice: vieni, vieni, comprami che sono così simpatica ma anche riflessiva e arguta e sagace. E il lettore, tutto contento, acchiappa la copia, arriva alla cassa e, se è uscito indenne dai quattro corridoi traboccanti di Parodi che vorrebbero spiattellargli un pomodoretto fra i piedi, di Mummificatori, Squartatori, Satanisti e Cannibalisti della così "indipendente" Newton, di canzoncine in versi non proprio alessandrini dell'americanisssssssimo Liga Figa Biga, dei plotoni di esecuzione delle Bande delle Magliane trasformatesi ormai in cattivissimi accendini da giubbino in pelle, se è uno di "sinistra" uuuulltra alternativo e ha letto la uuuultraaaa fighissima rivista 'Satisfiction' che consiglia libri facendo scrivere recensioni agli stessi "critici indipendenti" che scrivono sulle testate giornalistiche maggiori (veramente una furbata alternativa) e magari ha chiesto un libro veeeeeramente alternativo di autrici come che so... Romana Di Pietra o Gilda Pollicastro e i commessi hanno faticato leggermente più del dovuto a trovarlo perché stava sul bancone in fondo a sinistra, se a quello stesso lettore non gli è venuto un colpo per i 16, 17, 18, 19, 20 euro per un libercolo da meno di 200 pagine, allora il poveretto paga soddisfatto e si avvia a godersi il meritato riposo sulla sua poltrona intabarrata fra i 35mt quadri del suo appartamento di mutuo ventennale.

Cari scrittori medio piccoli (lungi da me il giudizio di valore), arrendetevi.

O imparate un'altra lingua, e iniziate a scrivere in rumeno, in ucraino, in farsi e magari scoprite un mondo idilliaco, lontano, milleeunanottescente dove gli editori ancora leggono i manoscritti che vengono loro inviati e vi pubblicano perché credono in voi e riescono perfino a mandarvi in libreria. O cambiate mestiere. Lo scrittore vero fatelo fare agli editor di Formenton, quelli che hanno trasformato Gomorra in un "capolavoro". Vorrete davvero mettervi a confronto che gente cresciuta a Candy Candy e Daitan III e che oggi decide di quali libri il mercato ha bisogno.

E tu lettore, mon semblable, mon frère, lo so che, come al solito, non hai capito un cazzo delle mie parole.







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