ATTUALITA'
Alfredo Ronci
Triangoli diabolici morbosi. Riflessioni sulle pezze al culo alla sociologia più distratta.
Sempre più spesso la stampa di regime (quale direte voi? Tutta, tranne rarissimi eccezioni) s'incista di definizioni prese dall'abecedario del teatro dell'assurdo e del non-sense. Nel tentativo, piuttosto maldestro, di conservare sociologicamente un concetto di famiglia che solo il papa, nella sua ossessiva e quotidiana condanna del relativismo, si ostina a considerare uno ed indivisibile, il giornalista prêt-à-porter (sia esso televisivo o della carta stampata), spesso di cronaca nera, morde il fatto contingente con termini adatti ad un pubblico, o ad una schiera di lettori, che si crede massificati.
Allora, l'ennesimo delitto in famiglia (à propos: se sono vere le statistiche, e cioè che il 60% dei delitti passionali e a triangolo – sul cui significato torneremo più tardi – avvengono in ambito familiare, che l'85% delle violenze sui minori avviene tra le quattro mura domestiche e che il 60% dei piccoli o medi incidenti che possono capitare ad una persona accadono nelle nostre calde e tecnologiche abitazioni, beh a questo punto sarebbe salutare propugnare una rivoluzionaria fuga dalla nostra vita e dai nostri appartamenti e approdare in un'isola deserta, possibilmente non quella "dei famosi") è consumato in un contesto "normale" (e in tv c'è sempre il vicino intervistato che contrito afferma: era tanto un/a bravo/a giovine), il bambino che commette un misfatto, se un attimo prima appartiene , giustamente, alla categoria più protetta come fosse un animale da salvaguardare, all'improvviso diventa baby-killer, l'omicidio di un gay è categoricamente avvenuto in un ambiente omosessuale.
Non diciamo nulla di nuovo: ma nulla di nuovo succede. Oddio, qualcosa è cambiato rispetto ai decenni scorsi(sic!). Riguardando su Wikipedia, giorni fa, il caso Lavorini mi sono imbattuto in florilegi "avanguardistici" di preziosi reporter dell'epoca in odore di sinistrume. Mino Monicelli su "L'Espresso", ad esempio, il 4 maggio 1969 affermava che è necessario lavare via lo sporco dalla città impestata dall'incubo di quell'immondo imbroglio di omosessuali che si chiama 'caso' Lavorini.
Chapeau! Direbbe qualcuno.
Vecchie cose, obietteranno altri.
A me pare che cambi il tono, non il risultato. Per questo sgomento(verbo) di fronte ad "incontri" che mai avrei pensato di fare, soprattutto su pubblicazioni di autori e di edizioni lontani dall'assillo del metter pezze al culo alla sociologia più, diciamo eufemisticamente, distratta.
Triangoli diabolici è un agile volumetto (lo ripetiamo da decenni, i volumetti sono sempre agili, come se dovessero competere in atletica) edito da Stampa alternativa e scritto da una coppia non nuova ad indagini sul nero: Aldo Musci e Marco Minicangeli.
Il saggio in questione, partendo dall'osservazione della cronaca nera, cerca di individuare, come dice la quarta di copertina, le forze del destino e le pulsioni psichiche che spingono gli amanti all'eliminazione del terzo incomodo (ecco la spiegazione delle "triangolazioni").
E fin qui tutto corre liscio, anzi, ci viene detto correttamente che se la persona che tradisce è un malato, un deviante, e il tradimento una patologia, come anche molta psicanalisi ha affermato, allora la coppia e la famiglia sono salve, integre nel loro significato sociale di primo mattone della convivenza civile (pag.13). Ci viene spiegato che la psicologia ha individuato essenzialmente tre pulsioni alla base dei comportamenti fedifraghi: a) il narcisismo che gli stereotipi culturali impongono ai soggetti (il maschio infedele e la donna geisha (sarà, ma di solito, tra la gente, sento più spesso l'espressione mignotta); b)l'immaturità sessuale (cioè la ricerca di eterne e indimenticabili sensazioni erotiche che appaghino in misura crescente); c) il senso di incompletezza (il partner non sarebbe più in grado di soddisfare i bisogni affettivi). Pag.21.
E ci viene suggerito (benemeriti gli autori anche in questo caso) che non c'è nulla di sano nel pensare che nell'altro si possa trovare tutto. Pag.22.
Insomma alla fin fine un trattatino coi fiocchi, scritto bene e suggellato da una serie di ritratti di perdenti innamorati, serial killer per niente astuti e dark ladies con la sindrome di Lilith/Eva (cos'è? Beh, la recensione di un libro serve anche a consigliarne l'acquisto per sciogliere tutti i dubbi. Dunque andatevi a cercare il significato).
Ad un tratto però il baratro. Uso espressione di siffatta caratura per i motivi di cui sopra (...sgomento di fronte ad "incontri" che mai avrei pensato di fare, soprattutto su pubblicazioni di autori e di edizioni lontani dall'assillo... ecc.ecc).
Cos'è alla fine che colpisce come un pugno allo stomaco? Riporto testualmente due frasi che andrò poi ad analizzare.
Pag. 55 (si parla dell'omicidio di Domenico Semeraro, detto il nano di Termini, ripreso anche dal cinema col film di Matteo Garrone L'imbalsamatore – 2002): Un cocktail di ingredienti morbosi, fra cui omosessualità e bisessualità... Pag. 69(si parla di Catherine Deshayes, detta Voisin, che durante il regno di Luigi XIV creò una vera e propria agenzia di omicidi): Ella fu insieme: strega, serial killer,avvelenatrice, ninfomane, adultera, seduttrice, ingannatrice. Una dark lady di prima grandezza.
Sulla prima citazione riportata mi sembra che il "vecchio" Mino Monicelli abbia fatto scuola. Un'infamia degna degli epigoni di Lombroso (e io che credevo che la bisessualità fosse non un atteggiamento morboso, ma un'omosessualità repressa pur se praticata egregiamente!).
Sulla seconda mi accingerei ad un "distinguo" più fine, dove per strega, serial killer, avvelenatrice, adultera, seduttrice, ingannatrice e dark lady di prima grandezza s'intenda atteggiamento volontario, anche se a volte dettato dalla necessità (sic!). Per ninfomane non s'intenda atteggiamento volontario, e quindi aggravante ma, come direbbe l'organizzazione mondiale per la sanità (ari-sic!) "una variante naturale del comportamento umano" .
Mi chiedo come mai Musci e Minicangeli siano caduti nel tranello, come si diceva in precedenza, dell'assillo del metter pezze al culo alla sociologia più distratta.
Non mi capacito: dove la psicanalisi è d'aiuto nel tratteggiare i fenomeni delinquenziali più ricorrenti, di essa si fa sfracelli quando si dipingono i ritratti dei protagonisti.
Un incidente di percorso? Mantenendo le staffe direi di sì. Quindi opterei per una riparazione seduta stante. Che so, alla seconda edizione, correre ai ripari e cancellare i misfatti, o per lo meno "alleggerirli". Oppure chiarire gli intenti, qui, sul paradiso, perché noi sì siamo orchi, ma non delinquiamo mai per condizioni innate, ma per puro spirito di rivalsa.
Aldo Musci – Marco Minicangeli
Triangoli diabolici
Stampa Alternativa
Pag.169 Euro 10,00
Allora, l'ennesimo delitto in famiglia (à propos: se sono vere le statistiche, e cioè che il 60% dei delitti passionali e a triangolo – sul cui significato torneremo più tardi – avvengono in ambito familiare, che l'85% delle violenze sui minori avviene tra le quattro mura domestiche e che il 60% dei piccoli o medi incidenti che possono capitare ad una persona accadono nelle nostre calde e tecnologiche abitazioni, beh a questo punto sarebbe salutare propugnare una rivoluzionaria fuga dalla nostra vita e dai nostri appartamenti e approdare in un'isola deserta, possibilmente non quella "dei famosi") è consumato in un contesto "normale" (e in tv c'è sempre il vicino intervistato che contrito afferma: era tanto un/a bravo/a giovine), il bambino che commette un misfatto, se un attimo prima appartiene , giustamente, alla categoria più protetta come fosse un animale da salvaguardare, all'improvviso diventa baby-killer, l'omicidio di un gay è categoricamente avvenuto in un ambiente omosessuale.
Non diciamo nulla di nuovo: ma nulla di nuovo succede. Oddio, qualcosa è cambiato rispetto ai decenni scorsi(sic!). Riguardando su Wikipedia, giorni fa, il caso Lavorini mi sono imbattuto in florilegi "avanguardistici" di preziosi reporter dell'epoca in odore di sinistrume. Mino Monicelli su "L'Espresso", ad esempio, il 4 maggio 1969 affermava che è necessario lavare via lo sporco dalla città impestata dall'incubo di quell'immondo imbroglio di omosessuali che si chiama 'caso' Lavorini.
Chapeau! Direbbe qualcuno.
Vecchie cose, obietteranno altri.
A me pare che cambi il tono, non il risultato. Per questo sgomento(verbo) di fronte ad "incontri" che mai avrei pensato di fare, soprattutto su pubblicazioni di autori e di edizioni lontani dall'assillo del metter pezze al culo alla sociologia più, diciamo eufemisticamente, distratta.
Triangoli diabolici è un agile volumetto (lo ripetiamo da decenni, i volumetti sono sempre agili, come se dovessero competere in atletica) edito da Stampa alternativa e scritto da una coppia non nuova ad indagini sul nero: Aldo Musci e Marco Minicangeli.
Il saggio in questione, partendo dall'osservazione della cronaca nera, cerca di individuare, come dice la quarta di copertina, le forze del destino e le pulsioni psichiche che spingono gli amanti all'eliminazione del terzo incomodo (ecco la spiegazione delle "triangolazioni").
E fin qui tutto corre liscio, anzi, ci viene detto correttamente che se la persona che tradisce è un malato, un deviante, e il tradimento una patologia, come anche molta psicanalisi ha affermato, allora la coppia e la famiglia sono salve, integre nel loro significato sociale di primo mattone della convivenza civile (pag.13). Ci viene spiegato che la psicologia ha individuato essenzialmente tre pulsioni alla base dei comportamenti fedifraghi: a) il narcisismo che gli stereotipi culturali impongono ai soggetti (il maschio infedele e la donna geisha (sarà, ma di solito, tra la gente, sento più spesso l'espressione mignotta); b)l'immaturità sessuale (cioè la ricerca di eterne e indimenticabili sensazioni erotiche che appaghino in misura crescente); c) il senso di incompletezza (il partner non sarebbe più in grado di soddisfare i bisogni affettivi). Pag.21.
E ci viene suggerito (benemeriti gli autori anche in questo caso) che non c'è nulla di sano nel pensare che nell'altro si possa trovare tutto. Pag.22.
Insomma alla fin fine un trattatino coi fiocchi, scritto bene e suggellato da una serie di ritratti di perdenti innamorati, serial killer per niente astuti e dark ladies con la sindrome di Lilith/Eva (cos'è? Beh, la recensione di un libro serve anche a consigliarne l'acquisto per sciogliere tutti i dubbi. Dunque andatevi a cercare il significato).
Ad un tratto però il baratro. Uso espressione di siffatta caratura per i motivi di cui sopra (...sgomento di fronte ad "incontri" che mai avrei pensato di fare, soprattutto su pubblicazioni di autori e di edizioni lontani dall'assillo... ecc.ecc).
Cos'è alla fine che colpisce come un pugno allo stomaco? Riporto testualmente due frasi che andrò poi ad analizzare.
Pag. 55 (si parla dell'omicidio di Domenico Semeraro, detto il nano di Termini, ripreso anche dal cinema col film di Matteo Garrone L'imbalsamatore – 2002): Un cocktail di ingredienti morbosi, fra cui omosessualità e bisessualità... Pag. 69(si parla di Catherine Deshayes, detta Voisin, che durante il regno di Luigi XIV creò una vera e propria agenzia di omicidi): Ella fu insieme: strega, serial killer,avvelenatrice, ninfomane, adultera, seduttrice, ingannatrice. Una dark lady di prima grandezza.
Sulla prima citazione riportata mi sembra che il "vecchio" Mino Monicelli abbia fatto scuola. Un'infamia degna degli epigoni di Lombroso (e io che credevo che la bisessualità fosse non un atteggiamento morboso, ma un'omosessualità repressa pur se praticata egregiamente!).
Sulla seconda mi accingerei ad un "distinguo" più fine, dove per strega, serial killer, avvelenatrice, adultera, seduttrice, ingannatrice e dark lady di prima grandezza s'intenda atteggiamento volontario, anche se a volte dettato dalla necessità (sic!). Per ninfomane non s'intenda atteggiamento volontario, e quindi aggravante ma, come direbbe l'organizzazione mondiale per la sanità (ari-sic!) "una variante naturale del comportamento umano" .
Mi chiedo come mai Musci e Minicangeli siano caduti nel tranello, come si diceva in precedenza, dell'assillo del metter pezze al culo alla sociologia più distratta.
Non mi capacito: dove la psicanalisi è d'aiuto nel tratteggiare i fenomeni delinquenziali più ricorrenti, di essa si fa sfracelli quando si dipingono i ritratti dei protagonisti.
Un incidente di percorso? Mantenendo le staffe direi di sì. Quindi opterei per una riparazione seduta stante. Che so, alla seconda edizione, correre ai ripari e cancellare i misfatti, o per lo meno "alleggerirli". Oppure chiarire gli intenti, qui, sul paradiso, perché noi sì siamo orchi, ma non delinquiamo mai per condizioni innate, ma per puro spirito di rivalsa.
Aldo Musci – Marco Minicangeli
Triangoli diabolici
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Pag.169 Euro 10,00
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