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CLASSICI

Alfredo Ronci

Donne in odor di modernità: 'Nessuno torna indietro' di Alba De Céspedes

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Scritto nel 1934, pubblicato nel 1938, ebbe straordinario successo, tanto che alla diciassettesima edizione il regime fascista si sentì in dovere di censurarlo, perché scomodo: cosa accidenti erano quelle donne che farfugliavano di libertà dai maschi, che erano madri senza essere sposate e che reclamavano una sacrosanta dignità? Ben lontane dunque dall'immagine delle 'figlie della lupa', delle 'piccole italiane' e delle 'giovani italiane', esempi femminili a cui il regime non ha ancora dato uno status politico (le donne continuano a non votare) e che vuole relegare in un ambito strettamente casalingo anche se supportato ed abbinato ad una ferrea disciplina sportiva.

Dice Augusta, una delle protagoniste del libro: noi possiamo benissimo fare a meno di loro, che li sopportiamo per secolare tradizione di schiavitù, non per vera attrazione fisica. Dico, anzi, della istintiva ripugnanza che la donna prova per l'uomo...

Augusta, che ha velleità di scrittrice, sta parlando del suo libro e dei suoi contenuti, ma paradossalmente sarà l'unica insieme a Valentina a rimanere nel convitto delle suore dove è ospite (alter ego della de Céspedes, ma a metà, dove la necessità di quest'ultima di ricercare un'indipendenza effettiva la porterà a battersi anche durante la guerra, lei che curò una rubrica a Radio libera di Bari con lo pseudonimo di Clorinda).

Nessuno torna indietro narra la storia di un gruppo di ragazze (Emanuela, Xenia, Augusta, Vinca, Silvia, Anna, Valentina e Milly), ospiti di un convento, alle prese con la smania di vivere e divorate dalla curiosità del nuovo, tutt'uno con la stringente necessità della stessa de Céspedes di scrivere il romanzo in terza persona, non tanto per mantenere una distanza ideologica (anzi: in più, innumerevoli elementi autobiografici della scrittrice, tornano nelle vicende delle ragazze, primo fra tutti la bimba che Emanuela tiene nascosta, avuta con un coetaneo e che fa 'coppia' con la condizione della de Céspedes diventata mamma a soli quindici anni), ma di rimarcare, nella distribuzione di responsabilità delle singole protagoniste, una ricerca nuova della condizione femminile.

Chi scrisse, a proposito del romanzo, di coraggiosi modi di anticipare condizioni umane a venire, cioè quelle tipiche del dopoguerra, fu nel giusto: non vi è, in fondo, nella storia delle ragazze un ribaltamento di temi o superamento di vincoli (Xenia fuggita a Milano si barcamena tra una condizione di mantenuta ed una di perenne insoddisfazione personale, Emanuela si rifarà carico della figlia precedentemente 'relegata' in un istituto, ma senza successo individuale, Augusta, alle prese coi sogni di successo letterario sceglierà, per paura forse della vita e del mondo, lo stesso che combatte con le parole, di rimanere nel convento, Silvia, innamorata del suo professore, non reclamerà una scelta coraggiosa dopo che quest'ultimo, meschinamente, rientra nei ranghi di un matrimonio stanco e consuetudinario...), eppure serpeggia un'inquietudine sottile, spesso anche palesemente sbandierata, che fa di Nessuno torna indietro una testimonianza cruciale e divorante di un nuovo sentire tutto femminile.

Alba de Céspedes, nata a Roma nel 1911 da padre cubano e madre italiana, tornò spesso su questo romanzo, nel senso che apportò delle leggere varianti nel corso degli anni (la presente edizione aggiunge al titolo la coda 'un destino per ciascuno di noi' che mancava nelle edizioni precedenti e che fu tolto in quella successiva), finanche una gustosa rivelazione per i più attenti (la protagonista Silvia dichiara di essere stata più volte paragonata a Clorinda, l'eroina della Gerusalemme liberata, per il suo coraggio, e Clorinda, come abbiamo già accennato, era il nome di battaglia della stessa de Céspedes, durante la sua azione da partigiana e nelle trasmissioni di Radio libera di Bari), ma mantenne quella vitale dimostrazione di forza delle ragazze pur nella inevitabile dissipazione di energie ed utopie.

Si diceva: straordinario successe ebbe il romanzo, ne seguì anni più tardi anche un film, realizzato da Blasetti nel 1943, ma quello che testimonia la sua importanza fu che anche la letteratura d'oltreoceano se ne accorse. Tradotto negli anni cinquanta influenzò enormemente l'americana Mary Mc Carthy nella realizzazione del suo Il gruppo, che in Italia uscì nel 1963.

Nessuno torna indietro non fu un segno dei tempi, fu un preveggente quadro sociologico: molti anni dopo, battaglie e coscienza politica testimonieranno, senza alcun dubbio, che Xenia, Emanuela, Augusta e tutte le altre, com'era inevitabile, avevano 'figliato'.



L'edizione da noi considerata è:



Alba de Céspedes

Nessuno torna indietro

Oscar Mondadori - 1972





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