RECENSIONI
Raul Argemì
L'ultima carovana della Patagonia
LaNuovafrontiera, Pag. 284 Euro 17,00
Tempo di crisi? Letteratura speculare. Il problema semmai è l'America Latina. Cioè, voglio dire: quand'è che un paese dell'America Latina tra crack finanziari, improvvisi capovolgimenti politici, dittature, catastrofi naturali e, visto che sono tanto cattolici, castighi di dio, non è stato in crisi?
L'incertezza è una situazione endogena in quell'area.
Però Argemì sa scavare nel presente, nel senso che rappresenta un momento storico ben preciso e ci racconta le vicende di un gruppo di amici (anzi, colleghi di 'ufficio') che, davanti ad un 'geniale' stratagemma del potere politico centrale che, per dar lavoro ai propri cittadini, s'inventa un sistema di rotazione degli impiegati (della serie: ti sbatto dove voglio io, anche in zone desertiche a far quello che dico io oppure nulla, altrimenti ti mando a casa... insomma tipo Fiat Marchionne style), spera tanto di sopravvivere (In quel momento mi ricordai delle donne spartane, che ai figli in partenza per la guerra dicevano: torna con lo scudo o sopra lo scudo. Cioè, torna vincitore o morto. Come la facevano facile quelle vecchie figlie di puttana! E se l'agonia è lunga? E se non si finisce mai di morire?)
Il protagonista sa che la situazione è critica e il fatto che abbiano oltre ad una destinazione (la Patagonia, che non è quella chatwiniana e non ci sono nemmeno vecchi marinai da ricercare) anche un'occupazione, non vuol dire che abbiano un lavoro.
Ed infatti per far passare il tempo, in questa sorta di 'comune' a scoppio ritardato, qualcuno ha la malsana idea di fondare un partito politico rivoluzionario (il solito vizietto di questi comunisti... se lo leggesse Veltroni inorridirebbe) e di progettare una rapina in banca per il finanziamento.
E' l'unica risposta ad un paese allo sfascio...Il Paese affonda e la Borsa è in rialzo. Cosa vuole ancora per capire che sta arrivando l'Apocalisse?.
Un paese ed un governo che ricorda in modo impressionante il nostro... "Questo non è un governo, è una contraddizione matematica" (...) "E' una contraddizione matematica" ripeté "Metà dei suoi membri sono corrotti, l'altra metà tecnocrati che fanno rientrare tutto nella tabellina del due, e la terza metà, che sta sopra le altre come la cannella sul riso al latte, sono coglioni, froci e sfigati.
Aggiungerei anche mignotte, tanto per dare un quadro completo del nostro governo, ma tant'é.
Insomma L'ultima carovana della Patagonia dello scrittore argentino Argemì (pure attore, regista ed autore teatrale) oltre che una storia di emarginazione e disperazione, ad un certo punto assume anche la connotazione di una vicenda vagamente poliziesca (Il cretino, involontariamente, aveva individuato uno dei mie punti deboli. Mi sono simpatici quelli che non si vergognano di leggere romanzi polizieschi).
Quel che conta però è la sensazione di un imminente tracollo: fisico, per quanto riguarda i protagonisti, uomini e donne, e probabilmente generazionale, di fronte ad una percezione disperata del futuro politico (Che ci stanno a fare i ministri dell'economia? Agevolano gli affari degli amici, dei padroni, dei soci di maggioranza e minoranza, e inoltre... cercano di sfamare migliaia di elettori, perché ogni tanto la gente va a votare).
E quando la gente va spesso a votate, come qui da noi? Allora son cazzi. Davvero.
di Alfredo Ronci
L'incertezza è una situazione endogena in quell'area.
Però Argemì sa scavare nel presente, nel senso che rappresenta un momento storico ben preciso e ci racconta le vicende di un gruppo di amici (anzi, colleghi di 'ufficio') che, davanti ad un 'geniale' stratagemma del potere politico centrale che, per dar lavoro ai propri cittadini, s'inventa un sistema di rotazione degli impiegati (della serie: ti sbatto dove voglio io, anche in zone desertiche a far quello che dico io oppure nulla, altrimenti ti mando a casa... insomma tipo Fiat Marchionne style), spera tanto di sopravvivere (In quel momento mi ricordai delle donne spartane, che ai figli in partenza per la guerra dicevano: torna con lo scudo o sopra lo scudo. Cioè, torna vincitore o morto. Come la facevano facile quelle vecchie figlie di puttana! E se l'agonia è lunga? E se non si finisce mai di morire?)
Il protagonista sa che la situazione è critica e il fatto che abbiano oltre ad una destinazione (la Patagonia, che non è quella chatwiniana e non ci sono nemmeno vecchi marinai da ricercare) anche un'occupazione, non vuol dire che abbiano un lavoro.
Ed infatti per far passare il tempo, in questa sorta di 'comune' a scoppio ritardato, qualcuno ha la malsana idea di fondare un partito politico rivoluzionario (il solito vizietto di questi comunisti... se lo leggesse Veltroni inorridirebbe) e di progettare una rapina in banca per il finanziamento.
E' l'unica risposta ad un paese allo sfascio...Il Paese affonda e la Borsa è in rialzo. Cosa vuole ancora per capire che sta arrivando l'Apocalisse?.
Un paese ed un governo che ricorda in modo impressionante il nostro... "Questo non è un governo, è una contraddizione matematica" (...) "E' una contraddizione matematica" ripeté "Metà dei suoi membri sono corrotti, l'altra metà tecnocrati che fanno rientrare tutto nella tabellina del due, e la terza metà, che sta sopra le altre come la cannella sul riso al latte, sono coglioni, froci e sfigati.
Aggiungerei anche mignotte, tanto per dare un quadro completo del nostro governo, ma tant'é.
Insomma L'ultima carovana della Patagonia dello scrittore argentino Argemì (pure attore, regista ed autore teatrale) oltre che una storia di emarginazione e disperazione, ad un certo punto assume anche la connotazione di una vicenda vagamente poliziesca (Il cretino, involontariamente, aveva individuato uno dei mie punti deboli. Mi sono simpatici quelli che non si vergognano di leggere romanzi polizieschi).
Quel che conta però è la sensazione di un imminente tracollo: fisico, per quanto riguarda i protagonisti, uomini e donne, e probabilmente generazionale, di fronte ad una percezione disperata del futuro politico (Che ci stanno a fare i ministri dell'economia? Agevolano gli affari degli amici, dei padroni, dei soci di maggioranza e minoranza, e inoltre... cercano di sfamare migliaia di elettori, perché ogni tanto la gente va a votare).
E quando la gente va spesso a votate, come qui da noi? Allora son cazzi. Davvero.
di Alfredo Ronci
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Raul Argemí
Patagonia ciuf ciuf
La Nuova frontiera, Pag. 188 Euro 16,00Un marinaio in pensione, discendente del leggendario bandito Butch Cassidy e un ex macchinista idealista della metropolitana di Buenos Aires decidono di assaltare un treno vecchio e malandato che percorre la Patagonia argentina, per liberare un loro compagno di lotta e impossessarsi di un ricco bottino.
Una volta sul treno però le cose non vanno come previsto
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