Attualità
L'uomo che sussurrava alle rane.
Avevamo conosciuto Morelli come autore di una storia molto adulta, che aveva per protagonista un reduce della Legione Straniera (Onore e morte, Emil, già recensito sul Paradiso). Ora ha voluto sorprendere con una fiaba, dove le rane parlano fra loro in un linguaggio umano, manifestando umanissimi sentimenti (Tutte le rane sparirono d'incanto e..., Edizioni Studio 12). Non è però una storiella divertente per far sorridere i bambini, visto che si parla di vivisezione. E parlarne dal punto di vista delle rane, che è un punto di vista in genere davvero poco considerato, mette i brividi. Il libro non nasce oggi. Il manoscritto, nella sua prima stesura, ha già meritato il premio narrativa Studio 12 nel 1997. Così la racconta Morelli nel suo modo energico e asciutto:
Troppa letteratura, niente letteratura. Ovvero, che fine ha fatto la critica?
Abbiamo ricevuto in redazione e volentieri pubblichiamo.
Il sesso secondo Weininger e il pensiero reazionario.
Ora, diciamolo forte e chiaro: ci sono pensatori, scrittori, filosofi che dicono cose aberranti, o stupide, o palesemente campate per aria, eppure vantano agli occhi di molti lettori, perversi motivi di fascino. Vuoi perché scrivono da dio, vuoi per l'appeal della loro persona, vuoi perché nonostante tutto, i nuclei concettuali sui quali affiggono le loro risposte sbagliate non smettono per questo di restare problematici.
Niente di nuovo nel sado-romanticismo.
Il titolo perde, nella traduzione italiana, il gioco di parole, perché le Cinquanta sfumature di grigio (E. L. James, Mondadori) sono in realtà le sfumature di Grey, cioè i variegati umori del protagonista maschile. Ma è lei, Anastasia, a raccontare in prima persona il loro tormentato rapporto in questo romanzo, primo di una trilogia che ha già venduto diecimila copie prima di approdare in Italia.
All'inizio della lettura non riuscivo a liberarmi dall'idea che l'Autrice fosse americana.
Stupidiario n.4
1.
L'ex Orco Simone Perotti, dopo aver disquisito allegramente sul cambiar vita - da manager ad insegnante nautico – (Avanti tutta. Manifesto per una rivolta individuale), dopo aver suggerito che si può vivere benissimo anche spendendo 7 euro al giorno mangiando sardine, dopo aver 'soffiato' sull'insofferenza della gente (Ufficio collocamento. Una proposta per ricominciare a vivere), ora si da al giallo, anzi al noir con L'equilibrio della farfalla (Garzanti). Titolo emblematico che non vuol dire un cazzo. Parafrasando i latini: prima fai e poi stronzeggi. Boicottatelo, ovunque sia.
Diario di una rosa in un giardino di gambi.
Ora sono qui. Ieri sera e l'altro ieri e per un mese ho camminato a lungo con la necessità di spostare il corpo in avanti per ingrandirlo o rimpicciolirlo, a mio piacimento, forse cercando di procurarmene uno nuovo, privo di tensioni. Oggi sono come le fotografie: sono l'ostacolo di me stesso e mi muovo come gli orologi, con un meccanismo che chiunque potrebbe fermare. La verità però è la medesima di ieri e nessuno può più fermarmi. Guardo in terra, sotto i miei piedi e intorno. Guardo oltre le finestre ed esco a prendere boccate d'aria perché ho sempre fame d'aria dalla quale mi sento espropriato appena mi torna accanto la bestia umana.
La fantascienza romantica di Ray Bradbury: 'Cronache marziane'.
Il 5 giugno è morto Ray Bradbury. La sua 'colpa' maggiore è stata quella di aver scritto un capolavoro Farenheit 451 ed un famosissimo regista francese di averne fatto da questo un bellissimo film. E i meno attenti (giornalisti, lettori distratti e persone superficiali) si sono fermati lì. Ma la scrittore dell'Illinois ha rallegrato la nostra giovinezza con storie altrettanto affascinanti e poetiche: Paese d'ottobre, L'estate incantata, Il popolo dell'autunno, e soprattutto con l'opera prima Cronache marziane. E di quest'ultima ne abbiamo analizzato i contenuti.
L'anima tra vicariato e tornaconto
Non sono un teologo, né ho fatto studi a riguardo e nemmeno sono un filosofo, ma tenterei di parlar di etica e religione a proposito di un articolo apparso sull'inserto La lettura de 'Il Corriere della Sera' in data 13 maggio 2012 e di un libro che ho appena finito di leggere: La macchina degli abbracci di Temple Grandin etologa di fama internazionale.
L'estensore dell'articolo apparso sul quotidiano, Francesco Cevasco, affronta il tema del 'corpo' del romanzo e si pone una domanda: perché non possiamo che scrivere da cattolici?
L'ennesima sigaretta.
L'ennesima sigaretta.Il freddo fuori stagione (siamo al 16 maggio) non ci ha impedito di fare una passeggiata fino alla Basilica di Massenzio per la prima serata del Festival Internazionale di "Roma Letterature – Semplice/complesso". E invece avremmo fatto bene a restarcene a casa al calduccio. Il posto, si sa, è eccezionalmente bello e anche bene illuminato. La suggestione delle immense volte a cassettoni è irresistibile. Una musica di sottofondo un po' alla Goblin, ma più iettatoria, precede la lettura piuttosto malriuscita di un testo poetico da parte di Ambra Angiolini.
Un romanzo non romanzo: 'Qualcosa di scritto' di Emanuele Trevi.
Già detto da tutti, quello di Emanuele Trevi, Qualcosa di scritto, è l'ennesimo esempio di romanzo non romanzo, un po' saggio critico, un po' autobiografia, "qualcosa di scritto" ma diversamente dall'oggetto principe della sua narrazione, l'indefinibile Petrolio, data di pubblicazione 1992, autore Pier Paolo Pasolini.
Figura che qui è meno interessante, avvincente, dell'altro personaggio centrale del libro: l'attrice Laura Betti.
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