ATTUALITA'
Alex Pietrogiacomi
Di Vampiri e altri demoni.
Faccio parte della Brigata Europea da 5 anni. Meglio, da cinque anni sono la Brigata Europea.
Gli altri lavorano in squadre io mi muovo da solo. Non è per il mio carattere schivo. Anche. È perché i Crociati non vogliono starmi troppo a contatto.
Siamo in due nel mondo ad essere così. Io e la Lama negli Stati Uniti. Ci chiamano "diversi", "mezzo sangue". Ma siamo semplicemente Diurni. La metà di due mondi dove ci si può sentire prede o predatori.
La Lama è nato così. Io ci sono diventato per scelta e per amore. La Lama è mosso da odio profondo. Io ancora non so.
I Crociati hanno vari compiti. Sorvegliare. Stanare. Studiare. Uccidere. Incarno ogni messaggio, ogni ordine. Ma non tutto quello che arriva dal Priorato del Vaticano è legge. Ho visto nel corso degli anni cosa hanno fatto e nella nostra storia V.H. ne è l'esempio più lampante. Nel non prendere tutto alla lettera io e Jack Crow della Brigata Americana siamo d'accordo in tutto e per tutto anche se a lui non vado giù in quanto un mezzo succhiasangue.
Sono vicino Stoccolma da qualche giorno. A quanto pare c'è qualcuno che sta dissanguando le persone tagliandogli la gola. Blackeberg è una cittadina che mi sembra perfetta per un vampiro, ma non per un serial killer. Qui a nord secondo gli Asi fu Odino a creare, senza volere, coloro che avrebbero placato la sete con il sangue degli uomini.
La polizia locale sta cercando di trovare un movente. Delle tracce. Cercano male e soprattutto cercano alla luce del sole. Comincio a strisciare nel buio.
Dopo aver chiacchierato con un gruppo di habitué della bottiglia, mi è sembrato di capire che in città non ci sono state grosse novità a parte l'arrivo di un tizio con sua figlia. Ed è da qui che ho cominciato.
Il vecchio si chiama Hakan, non mi danno notizie su di lui, sembra uscito dal nulla, sembra non essere mai esistito.
Lo pedino per un po' di notte, il porco è un pedofilo che gira di giorno e quindi non mi sembra possibile che sia chi sto cercando.
Arrivo sotto casa del bavoso, che mi dimostra che gli animali veri non si nascondono dietro denti e artigli, ma dentro vestiti e scarpe. Entra di soppiatto. Senza dare troppo nell'occhio. E le finestre sono completamente chiuse.
Prendo un respiro e una sigaretta (mi danno ancora il voltastomaco ma è un retaggio umano dal quale non riesco a staccarmi).
Se Hakan non è un vampiro, potrebbe essere un affiliato, un lacché. Devo capire di chi e devo capire quanti sono.
Si apre la porta della casa di fianco e ne esce un bambino grassottello. "Oskar" lo chiama la madre da dentro. Ha gli occhi di chi sta sopportando troppo per l'età che vive. Si siede vicino a dei giochi e si mette ad arrovellarsi le mani sul cubo di Rubik. Mentre decido di andarmene la vedo comparire dietro il ragazzino. Dal nulla. È piccola, scura, capelli ricci. Lo guarda da dietro e la mia mano automaticamente scivola dentro il cappotto a tastare l'impugnatura, mentre l'altra è già sull'elsa. Si parlano e lei praticamente plana a terra. Non sento odore della sua fame. Sento solo quello del sangue del bambino che mi lusinga a distanza. Ho il vampiro davanti agli occhi ed ha il volto innocente. Parlano. E poi si separano. Qualcosa non torna. Ogni fibra del mio corpo si è sentita pungere alla vista della bambina. Non posso essermi sbagliato. Cosa vuole da Oskar?
Torno nella vecchia casa di proprietà del Priorato. Dormo e risalgo a quando ho lasciato che entrasse nel mio ventre quello di Clara. Studiavo alchimia ed ero arruolato già da due anni quando la conobbi e non riuscì a fare altro che abbassare ogni difesa. Quando restammo soli nel covo, lei non si mosse, non mi toccò se non con il suo sguardo. E la nostra rabbia divenne amore. Segreti secolari si mischiavano con le bazzecole di quelli di anni. I nostri corpi erano un insulto all'umanità nel momento in cui diventavano uno. Per noi era semplicemente l'estasi ritrovata della carne che si fa carne. Quando le chiesi di mordermi mi disse di no, urlò che non poteva condannarmi, le risposi che non mi importava e che con il rito della Croce Nera potevo sopravvivere al suo morso, immobile tra i due mondi. Con il sole sulla pelle e la fame tra le dita.
È il rumore di uno spazzaneve a svegliarmi. Prendo il mio sangue sintetizzato e ricomincio a muovermi.
Seguo Oskar, lo vedo picchiato da dei teppistelli, solo in una scuola in cui nessuno lo guarda, in cui nessuno vuole saperne di lui. Lo osservo mentre scende in una cantina dove si rifugia un suo amico che sniffa colla con i compagni. Lo osservo e capisco quanto la solitudine non conosca età.
Intanto scompare uno della cricca del bar e i suoi compari non si danno pace. La città sembra terrorizzata e nessuno fa veramente qualcosa.
La vampira e Oskar si vedono ogni sera e ogni sera il mio impulso di toglierla di mezzo si affievolisce. C'è qualcosa che le impedisce di nutrirsi del suo compagno e Oskar si sta innamorando. Hakan è furioso non accetta di essere messo in disparte. Il maiale procura il cibo e vuole attenzioni. Dalla Santa Sede mi arriva diretto l'ordine di eliminare la creatura. Me ne frego e continuo a cercare di capire.
Eli sembra avere dodici anni, ma credo che sia rimasta intrappolata in quel corpo da molto più tempo eppure si comporta come una bambina della sua età, ride, gioca. E i due si parlano con il morse da stanza a stanza. Chi è il mostro? Che devo fare?
Continuo a sognare Clara, ogni notte da quando sono qui. Il suo morso leggero sul mio collo e il mio polso che si offriva a lei e i miei denti che lentamente crescevano e la mia natura che si fondeva con un'altra e la brama del suo sangue mentre fluiva nel mio. L'amore che soltanto un pazzo potrebbe immaginare nel suo sorriso immobile lo vivevo. Quando lo seppero alla Santa Sede, quando si resero conto di cosa ero diventato non mandarono nessuno ad uccidermi, semplicemente divenni la loro Mano Destra.
Mi allontanai da Clara, sapendo che altrimenti l'avrebbero rintracciata e lei mi lasciò il suo libro con una dedica invisibile, con una pagina bianca dove ogni volta si rinnova la mia appartenenza a lei. Tempo chiesi e tempo vivevo. Da solo.
Dalla radio della polizia sento che hanno preso il Killer, Hakan si è fatto scoprire. Eli resterà senza sangue e allora cosa succederà? La bambina sta proteggendo Oskar, gli parla appassionatamente, gli parla più di quello che dovrebbe. E qualche sua confessione ha turbato il ragazzino. Mentre cerco di prendere un decisione da Roma Dagon mi chiama e mi dice che ci sono grossi problemi. A quanto pare si sta risvegliando l'antica magia e il dio cornuto sembra prossimo a tornare su questo piano. È concitato, parla svelto e imprecando, da quando ha incontrato il succube e lo ha affrontato il ragazzo è rimasto molto scosso ma è sempre affidabile e meticoloso.
Continua a dirmi che se non scendo per controllare avremo pirati nelle strade e bambini perduti nel cielo pronti a darsi battaglia. Soprattutto mi dice che c'è di mezzo la famiglia di Stefano Cavaterra a quanto pare. L'uomo che lottò contro l'Uncino. Barrie creò una trappola geniale per quella "gente" e se ora hanno trovato il modo di uscire gli esseri umani hanno di che preoccuparsi.
Dalle chiese del Priorato vogliono che mi sbrighi a tornare in Italia per via di Pan e nel frattempo mi chiedono la testa del vampiro. Uso alcuni rituali. Infondo più forza e più coraggio all'amico di Oskar, ci penserà lui a far fuori un vampiro e le papaline avranno la loro morte. Per Eli e Oskar... per loro lascio che sia la loro vita a decidere. Lascio una pagina bianca dove scrivere quello che vogliono e mi dico che a volte bisogna lasciare entrare anche ciò di cui no si sa nulla. Per appartenergli per sempre.
Oskar ha un angelo accanto che uccide perché vuole vivere. Proprio come lui. Un angelo che non gli farà del male. Io ho i miei sentieri e il sorriso di una donna che ha il mio sangue. Di cui porto il nostro sangue. E mentre salgo sull'aereo per Roma guardo il sole che lei non può vedere. Le sorrido da quell'alba, come faccio ogni volta che penso ai suoi occhi.
Pan sto arrivando. Spero che tu non abbia già fatto troppi casini.
K.P.
Lasciami Entrare di John Ajvide Lindqvist (Marsilio).
Pan di Francesco Dimitri (Marsilio).
La ragazza dei miei sogni di Francesco Dimitri (Gargoyle Books).
Gli altri lavorano in squadre io mi muovo da solo. Non è per il mio carattere schivo. Anche. È perché i Crociati non vogliono starmi troppo a contatto.
Siamo in due nel mondo ad essere così. Io e la Lama negli Stati Uniti. Ci chiamano "diversi", "mezzo sangue". Ma siamo semplicemente Diurni. La metà di due mondi dove ci si può sentire prede o predatori.
La Lama è nato così. Io ci sono diventato per scelta e per amore. La Lama è mosso da odio profondo. Io ancora non so.
I Crociati hanno vari compiti. Sorvegliare. Stanare. Studiare. Uccidere. Incarno ogni messaggio, ogni ordine. Ma non tutto quello che arriva dal Priorato del Vaticano è legge. Ho visto nel corso degli anni cosa hanno fatto e nella nostra storia V.H. ne è l'esempio più lampante. Nel non prendere tutto alla lettera io e Jack Crow della Brigata Americana siamo d'accordo in tutto e per tutto anche se a lui non vado giù in quanto un mezzo succhiasangue.
Sono vicino Stoccolma da qualche giorno. A quanto pare c'è qualcuno che sta dissanguando le persone tagliandogli la gola. Blackeberg è una cittadina che mi sembra perfetta per un vampiro, ma non per un serial killer. Qui a nord secondo gli Asi fu Odino a creare, senza volere, coloro che avrebbero placato la sete con il sangue degli uomini.
La polizia locale sta cercando di trovare un movente. Delle tracce. Cercano male e soprattutto cercano alla luce del sole. Comincio a strisciare nel buio.
Dopo aver chiacchierato con un gruppo di habitué della bottiglia, mi è sembrato di capire che in città non ci sono state grosse novità a parte l'arrivo di un tizio con sua figlia. Ed è da qui che ho cominciato.
Il vecchio si chiama Hakan, non mi danno notizie su di lui, sembra uscito dal nulla, sembra non essere mai esistito.
Lo pedino per un po' di notte, il porco è un pedofilo che gira di giorno e quindi non mi sembra possibile che sia chi sto cercando.
Arrivo sotto casa del bavoso, che mi dimostra che gli animali veri non si nascondono dietro denti e artigli, ma dentro vestiti e scarpe. Entra di soppiatto. Senza dare troppo nell'occhio. E le finestre sono completamente chiuse.
Prendo un respiro e una sigaretta (mi danno ancora il voltastomaco ma è un retaggio umano dal quale non riesco a staccarmi).
Se Hakan non è un vampiro, potrebbe essere un affiliato, un lacché. Devo capire di chi e devo capire quanti sono.
Si apre la porta della casa di fianco e ne esce un bambino grassottello. "Oskar" lo chiama la madre da dentro. Ha gli occhi di chi sta sopportando troppo per l'età che vive. Si siede vicino a dei giochi e si mette ad arrovellarsi le mani sul cubo di Rubik. Mentre decido di andarmene la vedo comparire dietro il ragazzino. Dal nulla. È piccola, scura, capelli ricci. Lo guarda da dietro e la mia mano automaticamente scivola dentro il cappotto a tastare l'impugnatura, mentre l'altra è già sull'elsa. Si parlano e lei praticamente plana a terra. Non sento odore della sua fame. Sento solo quello del sangue del bambino che mi lusinga a distanza. Ho il vampiro davanti agli occhi ed ha il volto innocente. Parlano. E poi si separano. Qualcosa non torna. Ogni fibra del mio corpo si è sentita pungere alla vista della bambina. Non posso essermi sbagliato. Cosa vuole da Oskar?
Torno nella vecchia casa di proprietà del Priorato. Dormo e risalgo a quando ho lasciato che entrasse nel mio ventre quello di Clara. Studiavo alchimia ed ero arruolato già da due anni quando la conobbi e non riuscì a fare altro che abbassare ogni difesa. Quando restammo soli nel covo, lei non si mosse, non mi toccò se non con il suo sguardo. E la nostra rabbia divenne amore. Segreti secolari si mischiavano con le bazzecole di quelli di anni. I nostri corpi erano un insulto all'umanità nel momento in cui diventavano uno. Per noi era semplicemente l'estasi ritrovata della carne che si fa carne. Quando le chiesi di mordermi mi disse di no, urlò che non poteva condannarmi, le risposi che non mi importava e che con il rito della Croce Nera potevo sopravvivere al suo morso, immobile tra i due mondi. Con il sole sulla pelle e la fame tra le dita.
È il rumore di uno spazzaneve a svegliarmi. Prendo il mio sangue sintetizzato e ricomincio a muovermi.
Seguo Oskar, lo vedo picchiato da dei teppistelli, solo in una scuola in cui nessuno lo guarda, in cui nessuno vuole saperne di lui. Lo osservo mentre scende in una cantina dove si rifugia un suo amico che sniffa colla con i compagni. Lo osservo e capisco quanto la solitudine non conosca età.
Intanto scompare uno della cricca del bar e i suoi compari non si danno pace. La città sembra terrorizzata e nessuno fa veramente qualcosa.
La vampira e Oskar si vedono ogni sera e ogni sera il mio impulso di toglierla di mezzo si affievolisce. C'è qualcosa che le impedisce di nutrirsi del suo compagno e Oskar si sta innamorando. Hakan è furioso non accetta di essere messo in disparte. Il maiale procura il cibo e vuole attenzioni. Dalla Santa Sede mi arriva diretto l'ordine di eliminare la creatura. Me ne frego e continuo a cercare di capire.
Eli sembra avere dodici anni, ma credo che sia rimasta intrappolata in quel corpo da molto più tempo eppure si comporta come una bambina della sua età, ride, gioca. E i due si parlano con il morse da stanza a stanza. Chi è il mostro? Che devo fare?
Continuo a sognare Clara, ogni notte da quando sono qui. Il suo morso leggero sul mio collo e il mio polso che si offriva a lei e i miei denti che lentamente crescevano e la mia natura che si fondeva con un'altra e la brama del suo sangue mentre fluiva nel mio. L'amore che soltanto un pazzo potrebbe immaginare nel suo sorriso immobile lo vivevo. Quando lo seppero alla Santa Sede, quando si resero conto di cosa ero diventato non mandarono nessuno ad uccidermi, semplicemente divenni la loro Mano Destra.
Mi allontanai da Clara, sapendo che altrimenti l'avrebbero rintracciata e lei mi lasciò il suo libro con una dedica invisibile, con una pagina bianca dove ogni volta si rinnova la mia appartenenza a lei. Tempo chiesi e tempo vivevo. Da solo.
Dalla radio della polizia sento che hanno preso il Killer, Hakan si è fatto scoprire. Eli resterà senza sangue e allora cosa succederà? La bambina sta proteggendo Oskar, gli parla appassionatamente, gli parla più di quello che dovrebbe. E qualche sua confessione ha turbato il ragazzino. Mentre cerco di prendere un decisione da Roma Dagon mi chiama e mi dice che ci sono grossi problemi. A quanto pare si sta risvegliando l'antica magia e il dio cornuto sembra prossimo a tornare su questo piano. È concitato, parla svelto e imprecando, da quando ha incontrato il succube e lo ha affrontato il ragazzo è rimasto molto scosso ma è sempre affidabile e meticoloso.
Continua a dirmi che se non scendo per controllare avremo pirati nelle strade e bambini perduti nel cielo pronti a darsi battaglia. Soprattutto mi dice che c'è di mezzo la famiglia di Stefano Cavaterra a quanto pare. L'uomo che lottò contro l'Uncino. Barrie creò una trappola geniale per quella "gente" e se ora hanno trovato il modo di uscire gli esseri umani hanno di che preoccuparsi.
Dalle chiese del Priorato vogliono che mi sbrighi a tornare in Italia per via di Pan e nel frattempo mi chiedono la testa del vampiro. Uso alcuni rituali. Infondo più forza e più coraggio all'amico di Oskar, ci penserà lui a far fuori un vampiro e le papaline avranno la loro morte. Per Eli e Oskar... per loro lascio che sia la loro vita a decidere. Lascio una pagina bianca dove scrivere quello che vogliono e mi dico che a volte bisogna lasciare entrare anche ciò di cui no si sa nulla. Per appartenergli per sempre.
Oskar ha un angelo accanto che uccide perché vuole vivere. Proprio come lui. Un angelo che non gli farà del male. Io ho i miei sentieri e il sorriso di una donna che ha il mio sangue. Di cui porto il nostro sangue. E mentre salgo sull'aereo per Roma guardo il sole che lei non può vedere. Le sorrido da quell'alba, come faccio ogni volta che penso ai suoi occhi.
Pan sto arrivando. Spero che tu non abbia già fatto troppi casini.
K.P.
Lasciami Entrare di John Ajvide Lindqvist (Marsilio).
Pan di Francesco Dimitri (Marsilio).
La ragazza dei miei sogni di Francesco Dimitri (Gargoyle Books).
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