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Il Paradiso degli Orchi
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RACCONTI

Anonymous

Film (Talkin' that talk)

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Perchè non dovrei sfoggiare le mie ottime capacità di regista? Possiedo molte abilità, tra queste, la capacità di far recitare Rosemarie Lula – un sasso di ragazza con lo sguardo di giada e la voce mielosa; il resto ricorda quel che in effetti è: la figlia di un taglialegna abbandonato dalla moglie quando la piccola Ros aveva appena 2 anni. La donna, una certa Vivienne di origini lionnesi molto remote, cantava nell'unico pub di Eastpoint dove gli uomini ancora sono soliti radunarsi per bere la bumba bollente, la specialità alcolica del luogo come gli indigeni amano affermare se se ne presenta l'occasione coi pochi turisti girovaghi, che per disgrazia sono dirottati, malcapitano, in tale squallido sito del pianeta. E non ho finito... La risata di questi uomini, i denti gralli di color beige tigrato di brown, le mani incudini, arti badili e utensili, capelli generalmente rossicci, i luridi jeans e gli stivali scrafagni, il vanto di non aver negri tra i piedi, già, come potrebbe sopravvivere da queste parti, con boschi quasi taighe, un animale africano per giunta braccato dai sostenitori della superiore violenza bianca! E non ho finito... Il rumore, infelice, della masticazione, il rutto sopraelevato nella mischia dei borborigmi, il maleodorante aspetto villoso, cioè proprio puzza di culo, lavarsi solo per qualche idiota liturgia di bianco domenicale e dietro l'insistenza delle donne – i personaggi assidui e subalterni di questi tales ripetitivi, scontati, involutivi. E non ho finito... Miserabili che possiedono le donne e non è una questione di soldi. Il denaro non manca. C'è solo tanta miseria, tanti psichismi e totalitarismi, abusi, tante tirannie quante sono le esistenze senza riscossa di Eastpoint – gli abitanti più stupidi dell'universo, i generatori mica simbolici di un sistema di pigrizia cerebrale e analfabetismo umano. Generatori. E non ho finito... Circostanze delittuose come emblemi di quei generatori, costruttori di maschere – i volti sfregiati delle spose, gli occhi abbottati di cazzotti, i labbri spaccati, ma ricuciti dalle mani tremanti delle amiche silenti - sorelle, fatine, streghe - delle ragazze senza nome, insomma, di 'sto posto dimenticato. Qui arriva il Daily Workers. Per favore! Quali lavoratori? Quali proletari d'America? L'occhio della telecamera punta le camicie a quadroni fuori dai pantaloni dei ciccionazzi e dentro le braghe serrate dei seccardini. Come si fa a metterci la libertà? L'obiettivo fissa le stature tutte al di sopra del metro e ottanta: slavi ruski, vikinghi, scozzesi, danesi, sporadici franzoni, tudeschi, eh sì, le nazionalità dell'origine. Chi è stato? Ecco la mia grandezza di regista; miro con voi alla verità. Non ho finito... Si sta cercando il cadavere? E' lontano? Le donne ruotano lo sguardo, fuggono, sembrano burka disneyani animati dalla paura davanti al mio giocattolo per fare film. Ma chi se ne frega ormai della trama solare, dei fiori di 'sti luoghi e della luce che rende espressivi, o piatti, i lineamenti. Sono giunto nel tipico spazio mefitico dell'aggregazione tra impostori e bugiardi abbagliati dal dominio sulle persone intelligenti. Mi tocca sputtanarli. Sradicarli. Sbatterli con furore contro le loro colpe. Inchiodarli alle responsabilità e ancora non so se punirli o dargli un'altra opportunità. Vediamo come procedere. Non ho finito... Il silenzio di questa gente è l'unico filo conduttore. Sono maschi pericolosi. Ebeti. Uno prese Vivienne e lei si maritò con la promessa di una casa dove giocare a far la moglie e diventò madre. Non ho finito... Col pancione, la franzosina cantava ancora nel pub e non aveva occhi che per lui; in fondo ci credeva in un'altra vita con deficiente ebbro a carico. I calci cominciarono presto. Vivienne era incantevole. Addirittura affascinante. Parlava. Simile a un torrente in piena. Logorroica ma divertente. La sua voce argentina e poi sapeva di pelle profumata, pulita. A modo suo era sapiente, vivace. Non ho finito... Prese tante botte da lui e lei l'apostrofò con "caprone" continuando a sorridere in mezzo a un fiotto di sangue. Insopportabile per un uomo che non sapeva discorrere del più e del meno e per spiegarsi grugniva. Dov'era seppellito l'intelletto di costui? In quale ansa dell'ignoranza risiedevano i suoi neuroni già in giovane età ridotti a formaggio fuso? Non ho finito... Il malcontento di Vivienne. Lui non aveva inventato nulla di nuovo, anzi era stato capace di baci e tenerezze, all'inizio. Non sopportava però che una moglie valutasse e opinasse. Che mondo è un mondo con donne che ti bloccano la crescita solo perchè sei un somaro? E gli capitava tra sè e sé di ripetere che forse era un bestione, ma lei, Vivienne, tutta pepe e così delicata era una vipera; con chi se l'intendeva in paese? E benchè non ci fosse nessuno, perchè la raffinatezza, i capricci, le smorfie e le mossette da cagna in calore? Era tutta per lui, o se la spassava anziché prendersi cura della casa, del cibo, dell'aia, della piccola Ros? E poi perchè sempre la radio accesa e quel tener sveglia la fantasia del vicinato con le danze, i veli, i gridolini da teatrante fallita? L'uomo ragionava in cuor suo: questa è Eastpoint, non Brodway. Che significa? Una fa la sciantosa country ma se prende marito, si ferma, smette di credere di essere un'artista, una principessa. E' la mia principessa, la mia prigioniera, la mia schiava, la mia favorita; che c'entra la felicità con gli svaghi, i film, i libri? E' mia, punto! La privacy è appagante se una donna capisce di avere un uomo da servire. Che è 'sta roba montata della band, la musica, le amicizie che affollano il cortile quando torno stanco? Cazzo, un po' di comprensione per me! Non sopporto che mi dica che non so leggere e scrivere. Il giornale è pur sempre qui, o no, ogni santo giorno? I bianchi leggono le bacheche, gli annunci, io ci sto appresso alle news della mia comunità. E' lei la pazza e allora mi girano e la picchio: deve imparare! Tocca al regista sistemare la faccenda. Infatti!! Non ho finito... Un autore sa rendere incalzante il ritmo - la corsa verso il futuro singolare di una vita disgraziata. Vivienne deve imparare a tenere a freno la lingua e non cantare? Deve imparare a non ferire un muscolo d'uomo senz'anima? Come regista mi viene il dubbio se far vedere un qualche pozzo interiore e portarci le torce della ragione, un po' di consolazione per chiunque, oppure ingigantire il veleno di Vivienne, oppure far sganasciare il pubblico in sala trasformando il taglialegna in fantasma, tra sequoie e wiskey, malandato e scemo. Che immagini proporre per il cuore del cuore: il ghiaccio bollente, l'incandescenza gelida del diamante? Le pulsazioni di un feto? Un aborto dilaniato dai cuccioli di lupa? Mah! Una soluzione la troverò e l'adotterò se mi sentirò ispirato. Non ho finito... Gli effetti speciali sono necessari, atmosfera da sfera di cristallo, illuminazione attraverso filtri di colore rosa e giallo, seduzioni polverose di seta: niente realismo per una storia vera, ma una grande lente roteante che faccia venire la nausea e il mal di mare agli spettatori; inoltre, nessuna evidente truculenza, sebbene le scene ne racchiudano il senso. Bisogna usare precisione non castigare. Sono un genio degli approfondimenti: la cattiva salute mentale dei taglialegna di Eastpoint, le tribolazioni delle spose, le occupazioni e l'ingordigia sessuale delle giovani, gli adolescenti scimuniti dall'esempio maschile, il rigore insufficiente di madri e sorelle verso i maschietti. Questioni di una enormità implacabile, in sintesi, galleria di comportamenti e visi che scorrono senza requie e lasciano scie ondose che investono il pubblico esasperato, ma rapito. Come va a finire? Che fine ha fatto Rosemarie? Infatti, non ho finito... L'uomo più stupido del mondo viene mollato da una donna in gamba, che non aspetta di farsi fracassare le vertebre per gelosia e bacia sua figlia prima di scappare senza promesse di ritorno. Un amico le dà un passaggio e non sapremo se è un amante. La scena della fuga è ricca di musica – No yesterday dei Kaimans a volume assordante, rock vitale da sballo – neppure una lacrima; Vivienne è stupenda, biondissima, abitino attillato e scarpe d'argento, fiocchi nei capelli; è una ragazza, forse sa il fatto suo e ride per addolcire; il compagno di viaggio canta a squarciagola, pare terribilmente bravo e intonato, bello. Viene da un altro mondo? Ripeto: non è necessario far intendere se è un amante. Il sesso è nell'aria, nei modi, ma non nell'esposizione dei fatti del mio film capolavoro! Ancora musica: Ted seppellisce l'uccello cane – pezzo storico dei Fannulloni. Yeah! Non ho finito... Flash sui tiramolla delle discussioni nelle diverse famiglie di Eastpoint, immagini drammatiche lasciate alle spalle, per l'eternità, che escono dall'ugola dei raggianti fuggiaschi, che s'infilano in un motel per riposare e non ne sapremo più niente. Ultima visione dei due: fanno baccano con le voci, la musica, qualcosa intorno che evoca felicità di agire. Non ho finito... Un rombo in lontananza nell'eco soffiata dai rami. Rosemarie conserva quest'unico ricordo. Il babbo l'adora, finalmente riesce ad amare qualcuno e cresce con lei. Il padre offeso è reso inoffensivo, precocemente canuto, rincoglionito e tuttora incapace di dire. La piccola sa cantare e lui l'incoraggia. Ros ha talento, è belloccia e semianalfabeta. La seleziono per un provino e papi non si oppone: le donne sono strambe e cantano e vogliono indossare vestiti originali e di buona fattura. Sembra un buon genitore e sua sorella mi snocciola le vicissitudini dall'infanzia a quel fatidico giorno dell'abbandono. Le zitelle non provano simpatia per il verme perennemente spossato e sfiduciato; non l'avvicinano temendo una specie di contagio, come un travaso di tristezza, o di sesso non gentile e morto. Non ho finito... Faccio di Rosemarie la protagonista del film nel ruolo di Vivienne. Voglio un'interpretazione commovente. Ma entriamo nella leggenda: quel che sembra noto, secondo la cronaca e secondo la memoria dei paesani, è pura e semplice congettura circa una nuova identità: e magari vive a Las Vegas sotto falso nome, fa l'animatrice ad Honululu, ma no fa la barista al Venue sotto mentite spoglie, chi se ne frega! Vivienne è resuscitata da un'altra parte e la sua vita è avventurosa come un bidè. Chi se ne frega!! Se questi sono gli argomenti trattati dalle bocche di cartapesta dei cretini, per quanto mi riguarda potrebbe essere stata rapita dagli alieni. Infatti, nulla è trapelato di una natura successiva, di un ritrovamento, di una seconda pelle. E qui potrei addirittura inventare daccapo la science-fiction, invece, trovo quattro testimoni che mi portano sul luogo dove aveva parcheggiato una real starship di certo non made in USA. Ma siamo sicuri? Non ho finito... L'amica di Vivienne giura di aver sbirciato di nascosto: era stesa su un foglio d'alluminio, racconta, tutta intubata con un tentacolo infilato nella vena e chissà dove s'era alloggiato dall'altra parte del corpo, il coso, il nerbo extraterrestre! Un vecchio deglutisce, annuisce, dice che sì, c'erano altri a darle una bella lezione alla franzosina e non erano gli uomini di Eastpoint. Che schifo, 'st'insano bavoso! Non ho finito... Prendo l'angelica figlia di pietra di Vivienne, le dico di scolpirsi un sorriso così e la selvaggia tira fuori un estro da attrice consumata. Non devo istruirla? Le basta sentire? Cosa gorgoglia nei suoi recessi? Con un gesto riporta a galla un significato mentre inizia a recitare a soggetto e quando canta ci delizia a tal punto, che cascano le mutande a tutti, donne e uomini. Stanno entrando, o uscendo dal tunnel? Meritano una happy end? Non ho finito... Ci vuole pazienza con gli adolescenti e rispetto per chi li ha messi al mondo, cioè le madri! Non si deve pretendere di dare un corso alle loro vite, hanno già a che fare con le loro aspirazioni, i loro sogni, le idee e i desideri e credetemi, non è facile farne la regia e realizzare un film coinvolgente ed epico. Non ho finito..., ma fa lo stesso!



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