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ATTUALITA'

Eleonora del Poggio

I veri a-Busi. Aldo Busi ed il saccheggio editoriale.

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Giorni fa ho inserito il nome "Aldo Busi" nel motore di ricerca Google. Ho ottenuto 242.000 risultati. Poco meno del numero delle sue opere. Il problema è un altro: perché le case editrici italiane (e non solo!) insistono su di lui, scrittore bresciano scomparso prematuramente nel 1987 alla giovane età di trentanove anni? L'omaggio sentito e continuo ad uno degli intellettuali più lucidi del nostro novecento, autore tra l'altro di una trilogia dell'esplorazione (lessicale, letteraria, politica, sessuale) composta da Seminario sulla gioventù, Vita standard di un venditore provvisorio di collant e il criptico La Delfina Bizantina (il compianto tentò di realizzare un quarto e definitivo romanzo, Casanova di se stessi, purtroppo mai portato a termine, ma sulla cui apparizione in libreria nel 2000 tornerò più tardi) spesso si confonde col cattivo gusto e con l'assoluta mancanza di coerenza editorial-manageriale. Che senso ha (e ormai la situazione va avanti da due decenni) offrire ad un pubblico orfano di una personalità così marcata e poliedrica (magister astutiae e della lingua, giustamente paragonato a Gadda, Bianciardi, Mastronardi e Céline) opere lapalissianamente false? Chi si nasconde dietro quest'inganno grottesco, apparentemente controcorrente, in una società dove l'apparire è mezzo assai più convincente dello sparire (o del morire)? Chi crede di contribuire, cum labor limae, alla glorificazione di un autore, quando poi si sente autorizzato a pubblicare improponibili immondizie letterarie come Le persone normali, Vendita galline Km.2, Madre Asdrubala? (La Milano del 2003, protagonista in qualche modo di questo libercolo pretenzioso, non ha nulla a che vedere col florilegio mitteleuropeo dei veri romanzi del vero Busi, come l'Asdrubala del titolo non può competere con le reali efferatezze di un Celestino Lometto (nome omen) o della placentare Teodora de La delfina bizantina.

Dicevamo prima della misteriosa apparizione nel 2000 del romanzo Casanova di se stessi, annunciato come la quarta parte di una quadrilogia, mai compiuta. Il contenuto non chiarisce appieno i dubbi (Busi lo aveva "parzialmente" scritto prima di morire? Sono stati ritrovati degli appunti segreti dietro un termosifone nella sua casa a Montichiari?), semmai li rafforza: l'operina (appunto, mica è il Busi vero!) mischia con finta sapienza Er pasticciaccio brutto de via Merulana, perché pieno di accadimenti neri che hanno il sapore di una provincia amara e sconsolante e brulicante di vita svissuta (sì, svissuta, un po' come lo sfascismo pannelliano), col Petrolio pasoliniano, così politicamente austero e scorretto, così marcatamente "intrallazzatore". Manca la sezione più smaccatamente erotico-genitale, ma per quello vi rimando al mai superato (i falsari, se non addirittura gli allievi, a volte superano i modelli di riferimento) Sodomie in corpo 11 (ahimè imitato qualche anno dopo da una copia sbiadita della copia, cioè del falso: Cazzi e canguri (pochissimi canguri).

Negli ultimi tempi si è tentati una seconda via (traccia ancor più depistatoria), quella di trasformare il fine romanziere in un brillante e rivistaiolo saggista o fustigatore di costumi o addirittura in un viaggiatore disincantato. Ecco dunque un profluvio di "operine" dai titoli surreali: L'amore è una budella gentile, Sentire le donne, Manuale del perfetto gentilomo, Manuale del perfetto scrittore (qui si ponga l'accento sulla diabolica reiterazione del misfatto!), Manuale della perfetta mamma, Manuale del perfetto papà , La camicia di Hanta (viaggio in Madagascar), Io che lo le rose fiorite anche in inverno e via dicendo.

Se non fossi presuntuoso direi che il reato commesso dalle "varie" case editrici, insistendo sul nome Busi, è quello della circonvenzione di incapaci (incapaci cioè di distinguere la triste realtà dalla mera finzione).

A me personalmente rimangono due dubbi: il primo riguarda la pubblicazione, nel 2000, di quel capolavoro letterario, firmato Aldo Busi, che è Un cuore di troppo. Chi è il vero autore di un romanzo che restituisce davvero la genialità e la freschezza narrativa dello scrittore bresciano (del libro non c'è traccia nemmeno nella completa biografia che il sito di Rai International online dedica al compianto). Il secondo è un dubbio massmediologico: chi è quell'ometto televisivo che frequenta gli studi di Mediaset e che si spaccia per Aldo Busi?



P.S. L'ultima "falsa" opera apparsa sul mercato del "fu" è : Bisogna avere i coglioni per prenderlo nel culo. Non vi sembra una traccia labile della vergognosa speculazione di cui sopra?





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