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RACCONTI

Giovanna Repetto

Il carrello della spesa

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Dalla mia città sono stati banditi i cani. Si capisce, sacrosante ragioni di igiene. E poi porterebbero intralcio alla circolazione dei numerosi veicoli. Per fortuna non hanno ancora proibito i carrelli della spesa. Così quando esco per andare al supermercato porto sempre con me il mio carrello, e se ho tempo faccio un giro più lungo per farlo muovere di più. Camminando sto bene attenta che non finisca in qualche buca, che non si ribalti, che non si impigli in un ostacolo. E' un po' vecchio e malandato, il mio carrello, ma io gli sono affezionata e non ho nessuna voglia di cambiarlo. Quando si sporca lo lavo accuratamente, e gli ho perfino sistemato una ruota che si era storta.

Mi piace quando per strada incontro altre persone con il carrello della spesa. Mi piace specialmente se si soffermano come me, e lasciano che i carrelli familiarizzino per qualche minuto. Non posso sopportare quelli che invece li trascinano via, sollevandoli di peso, perché non diano confidenza a nessuno. Ultimamente mi è capitato di incontrare un signore gentile, che potrà forse avere la mia età, anche lui con un carrello della spesa. Capisco che ha un animo gentile dalla sensibilità con cui tratta il suo carrello. Lo aiuta con dolcezza a superare scalini e altri intoppi, non lo tira mai con la forza, e quando mi incontra gli lascia tutto il tempo per fare la conoscenza con il mio vecchio carrello. Il suo è molto più nuovo e bello, eppure lui non si vergogna di lasciarlo a contatto con il mio. Anzi, gli rivolge sempre un sorriso.

Giorni fa, mentre godevamo di uno di questi momenti di sosta, ci siamo accorti contemporaneamente che in una crepa di un muro di cemento era spuntato un fiore. Un fiorellino piccolo, veramente brutto a vedersi. Non era come i fiori finti che vendono i fiorai, dalle forme fantasiose, fosforescenti e arabescati in tutti i colori possibili. Quel fiorellino era di un celeste sbiadito, ma mi ha fatto pensare a un bambino appena nato, e anche quel signore, il padrone dell'altro carrello, sembrava contento come di una bella sorpresa. Se fossimo stati due cittadini modello di questa città l'avremmo estirpato immediatamente, prima che producesse altre crepe. Invece ci siamo scambiati un sorriso complice e l'abbiamo lasciato lì.

Sarei contenta se un giorno quel tizio mi invitasse ad uscire con lui. Mi piacerebbe che mi portasse al cinema, a vedere uno di quei film di fantascienza dove la gente cammina in mezzo a boschi pieni di alberi e di animali. Mi dicono tutti che sono una romantica, una sognatrice. Ma non è vero, io mi accontento di poco. Mi accontento di sperare che anche domani mi capiti di incontrare il signore del carrello.





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