RACCONTI
Phil Potter
Il club di Ricky e gli altri
Erano in quattro: Ricky, Sonny, Clever e Levinski. Non erano nati, né stati allevati nello stesso quartiere; nemmeno, avevano frequentato la scuola insieme.
- E come ciaccio lo hanno fondato il club? –
- Non essere impaziente. Le storie hanno sempre una fine che è la cosa più facile da conoscere. Da dove si comincia è più difficile stabilire. –
- Già, già! La solita melina: chi siamo e che ci stiamo a fare qui? Da dove veniamo? Uff! Non possiamo per una volta, andar per le spicce? –
- Devi imparare a frenare la curiosità, Dave! Ascolta e basta. –
Mary Collins era una ragazza virtuosa. Dopo l'università, vide spalancarsi la porta della clinica privata dove risiedeva la comunità dei malatini colpiti dalla sindrome di Alzheimer.
La particolarità stava nel fatto che si erano ammalati tutti nello stesso giorno, come se un nerbo galattico li avesse acciaccati in un solo colpo, senza preavviso e com'è naturale in questi casi straordinari, senza altri sintomi.
Dave Simpson invece, non era quel che si dice un matto, un tipico alzheimer insomma, anzi aveva lunghi momenti di lucidità dei quali Mary approfittava, affinchè l'uomo ricostruisse quella vicenda di cui non si conosceva che lo strepitoso epilogo. Dave aveva preso parte per un periodo di circa tre anni alle goliardate del club e conosceva bene i soci fondatori, cioè Ricky, Sonny, Clever e Levinski i quali erano svaniti all'improvviso, risucchiati dal grande magma buio del cielo, dopo che s'era squarciato dando uno spettacolo in technicolor. Avevano potuto assistere in pochi all'incredibile evento di fuoco freddo e luci pungenti e il minimo che potesse capitare a ciascuno di loro, era la regressione, come appunto avvenne, allo stato semidemenziale per colpa di quell'assatanata, pazzesca notte di Halloween.
Sarebbe potuto essere uno scherzo, un'ennesima zingarata dei mattacchioni del club, ma Dave, testimone oculare, si strizzava le tempie tra le mani. Sembrava Ettore straziato da Achille nella guerra di Troia: un eroe tragico non mente, non inventa; soffre per l'incompresione e il vuoto che si crea intorno al suo misero corpo di dolori. Tutte quelle puntine che pizzicavano il cuoio capelluto, la sensazione repulsiva di nausea e l'inconsolabile tortura dello choc, contribuivano a relegarlo nella nicchia del morbo di Alzheimer in cui si rifugiava per non riandare nel ricordo, ad assaporare frammenti quasi di fango e di zombies, che infestavano il palato e il cervello. Il cielo notturno si era spalancato su un'incandescenza vibrante e assorbente accompagnata dal tintinnio assordante di polvere e cristalli, che al calore provocato dal contatto con l'atmosfera, diviene amalgama bollente e fluido, che ingoia, ma soprattutto risucchia, lasciando intatto il resto e a bocca aperta gli astanti, un pubblico esiguo, ormai, di rimbambiti.
Dave aveva riprodotto in tante carte, fogli sudati, il fatto del 31 ottobre del 2027; purtroppo fu accusato con gli altri ospiti del No Time Hospital, tra l'altro a lui per la maggior parte emeriti sconosciuti, di rapimento dei membri del club. Un fatto incredibilmente ignobile. La Collins riponeva tutta la sua fiducia in loro e in maniera speciale in Dave, anche perché non erano state raccolte delle prove dagli accusatori. Essi sostenevano l'importanza di certi indizi, pensate, un po' di polvere di stelle sui revers della giacca del giovane Simpson, per montare un'impalcatura di paglia, che per fortuna andava crollando sotto i colpi della scienza di Mary e di super analisi dei ricercatori hackers dell'indipendent agency of investigations. E' chiaro che in conclusione si dovette concedere alla Collins di continuare il lavoro, purchè non turbasse le coscienze e la quiete, con i discorsi sugli extraterrestri e sull'origine dei terrestri. Fu così: un bel mattino Dave ricordò l'attimo del tintinnio. Si prese la testa tra le mani e nonostante continuasse ad assomigliare ad Ettore nelle grinfie dell'assassino acheo, assunse le movenze di taluni veggenti di Medjiugorie, infatti, cominciò a comunicare a scatti e poi sempre più agevolmente e telepaticamente, con le entità. Mary procedette alla compilazione febbrile di liste e classificazioni: una miriade di appunti, un'immensa mole di osservazioni.
Le farneticazioni di Dave, in fondo, non risultavano più deliranti di altri discorsi a-la-page e il collaboratore più stretto della Collins, lo strettissimo e intimo collaboratore di Mary, Billy McCravencript, che se la spassava un mondo con la strizzacervelli a dispetto di malevoli pettegolezzi sulla sua vera identità, fu il significativo assertore dell'innocenza di Dave e degli altri picchiatelli.
Bisognerebbe raccontare di che pasta fosse quest'uomo che andava a letto con la Collins e tornava fischiando, dopo il sesso, a casa propria, ma di ciò si farà meglio in un romanzo; posso aggiungere, tra i pregi del personaggio e di Mary Collins, che sapessero stare insieme a piacimento e solo per gradirsi, con quella spontaneità che ti fa evitare i salamelecchi, le gelosie, gli anniversari, l'amore virtuale e le melense telefonate del cocco, cariche di picci-picci e ciu-ciu-ciù, per non parlare dunque di uno snervante quotidiano, per niente rassicurante e di un superfluo nulla, fatto di consuetudini e routine. La scienza, dunque! La scienza vale, visto che in nome della scienza non si combattono guerre come invece accade in nome dei dogmi; la Scienza di Mary e Billy, un uomo e una donna: due chiarissime intelligenze, in un regime di coatti. Entrambi volevano trarre fuori dalla melma psichica dell'ossessione, il povero Simpson che andava preso sul serio circa la storia della combustione, sul nostro pianeta, dei cristalli di Swanson, un pianetino abitato capace di trasmettere persino segnali biologici oltre la barriera del precedente mondo, che ci separa dagli altri universi.
Billy era stimato e invidiato per le scoperte che conduceva con garbo, mentre Mary lo informava dei sapienti deliri di Dave; i colleghi dall'altro canto, folleggiavano e amoreggiavano con le dragqueens del Montparnasse, a NewYorkCity. Il dottor McCravencript era rimasto per sua scelta in provincia, nella sconfinata zona residenziale che gli americani percorrono afflitti dalla solitudine, dal rancore e da voglie omicide mai sopite. Qualcuno in quell'immenso quartiere di periferia coast to coast, compone versi e musica per diletto dei Socievoli e Billy era consapevole del fatto che alcuni bravi yankees avrebbero potuto imbottirlo di piombo, in preda all'ulteriore crisi di nervi.
Dave era sano. Mary e Billy erano giunti alla conclusione che quel poveretto fosse l'unico a risultare a posto tra dementi, vicini nevrastenici, parenti psicopatici e speakers del menga che commentavano sul poveretto e sulla sorte che gli era toccata, con un ghigno. Maschere, urlo di Munch, caricature, esemplari horror, comunicatori del niente, catrame colloso dei poteri, popolo-patata accucciato sui divani putrefatti: scenario senza relazioni, senza gioia, ma innumerevoli le religioni e i credenti. E' normale che nella situazione delineata, nessuno si occupasse seriamente della scomparsa dei membri del club. Dave passava le giornate a mordicchiarsi le labbra e a ripetere a Mary, con la quale giocava a carte, che era vero. Era tutto vero ed era successo e poteva riaccadere. Infatti, il 31 ottobre, esattamente 20 anni dopo l'indimenticabile episodio, Mary e Dave erano chiusi nella solita stanza della clinica, alle prese con una mano di briscola, quando il clima cominciò a farsi irrespirabile e le pareti cominciarono a liquefarsi. Non restava il tempo per fare delle considerazioni su allucinazioni, o stati alterati di coscienza. Il vapore acqueo che si addensò intorno ai bios umani protesse la dottoressa e il paziente, just for a while. Giusto il tempo, per lei, di capire e agguantare la mano di Dave, cercando di trattenerlo al di qua di Swanson. Purtroppo, un lembo del pigiama dell'uomo era già entrato in orbita e Mary strinse al cuore la mano senza vita di Dave, che ruotava in un vortice di cristalli dal tintinnio assordante, lasciando uno strascico di umori e sotanze primordiali. Non era finita. La natura della Terra apparve per l'ultima volta agli occhi della scienziata: un miserabile ologramma che tornava a casa, molecole cristalline che si fondono e sembra che mutino, in realtà, regalano dei connotati e qualche bel sembiante alla materia, prima di dissolversi trasmettendo a qualcuno l'illusione di una coscienza che si espande, come a voler toccare le propaggini di un sistema vivente che non c'è più. Dave, Billy, Mary e persino quelli del club di Ricky, alla fine, si ritrovarono. Sentite come. Avvertirono la loro forza uniti in una specie di campo energetico, un luogo senza pianeta, senza corpi. Non avevano affrontato alcun viaggio; si trovavano semplicemente là. Nessuno avrebbe dovuto più raccontare, giustificare, recarsi al lavoro, o dallo strizzacervelli, o alla stazione di polizia. Erano vitali, neppure frastornati, o turbati, né riuscivano a covare odio, o una di quelle terribili e assurde malattie esantematiche. No, non erano su Swanson, come sarebbe logico adombrare, né stavano scontando una condanna sotto l'effetto di droghe, prima di essere passati nel crematorio storditi, benchè ancora vivi. Fluttuavano oltre gli stenti, oltre l'umiliazione, oltre e basta, in bellezza, erano là, erano amici. No, non è uno scherzo del club! Come potrei raccontare fandonie dopo quello che ho visto e quello che sono diventato? Non sputate, per favore. Vivo in mezzo ai filamenti della saliva. Deglutite con amore. Conservatemi!
- E come ciaccio lo hanno fondato il club? –
- Non essere impaziente. Le storie hanno sempre una fine che è la cosa più facile da conoscere. Da dove si comincia è più difficile stabilire. –
- Già, già! La solita melina: chi siamo e che ci stiamo a fare qui? Da dove veniamo? Uff! Non possiamo per una volta, andar per le spicce? –
- Devi imparare a frenare la curiosità, Dave! Ascolta e basta. –
Mary Collins era una ragazza virtuosa. Dopo l'università, vide spalancarsi la porta della clinica privata dove risiedeva la comunità dei malatini colpiti dalla sindrome di Alzheimer.
La particolarità stava nel fatto che si erano ammalati tutti nello stesso giorno, come se un nerbo galattico li avesse acciaccati in un solo colpo, senza preavviso e com'è naturale in questi casi straordinari, senza altri sintomi.
Dave Simpson invece, non era quel che si dice un matto, un tipico alzheimer insomma, anzi aveva lunghi momenti di lucidità dei quali Mary approfittava, affinchè l'uomo ricostruisse quella vicenda di cui non si conosceva che lo strepitoso epilogo. Dave aveva preso parte per un periodo di circa tre anni alle goliardate del club e conosceva bene i soci fondatori, cioè Ricky, Sonny, Clever e Levinski i quali erano svaniti all'improvviso, risucchiati dal grande magma buio del cielo, dopo che s'era squarciato dando uno spettacolo in technicolor. Avevano potuto assistere in pochi all'incredibile evento di fuoco freddo e luci pungenti e il minimo che potesse capitare a ciascuno di loro, era la regressione, come appunto avvenne, allo stato semidemenziale per colpa di quell'assatanata, pazzesca notte di Halloween.
Sarebbe potuto essere uno scherzo, un'ennesima zingarata dei mattacchioni del club, ma Dave, testimone oculare, si strizzava le tempie tra le mani. Sembrava Ettore straziato da Achille nella guerra di Troia: un eroe tragico non mente, non inventa; soffre per l'incompresione e il vuoto che si crea intorno al suo misero corpo di dolori. Tutte quelle puntine che pizzicavano il cuoio capelluto, la sensazione repulsiva di nausea e l'inconsolabile tortura dello choc, contribuivano a relegarlo nella nicchia del morbo di Alzheimer in cui si rifugiava per non riandare nel ricordo, ad assaporare frammenti quasi di fango e di zombies, che infestavano il palato e il cervello. Il cielo notturno si era spalancato su un'incandescenza vibrante e assorbente accompagnata dal tintinnio assordante di polvere e cristalli, che al calore provocato dal contatto con l'atmosfera, diviene amalgama bollente e fluido, che ingoia, ma soprattutto risucchia, lasciando intatto il resto e a bocca aperta gli astanti, un pubblico esiguo, ormai, di rimbambiti.
Dave aveva riprodotto in tante carte, fogli sudati, il fatto del 31 ottobre del 2027; purtroppo fu accusato con gli altri ospiti del No Time Hospital, tra l'altro a lui per la maggior parte emeriti sconosciuti, di rapimento dei membri del club. Un fatto incredibilmente ignobile. La Collins riponeva tutta la sua fiducia in loro e in maniera speciale in Dave, anche perché non erano state raccolte delle prove dagli accusatori. Essi sostenevano l'importanza di certi indizi, pensate, un po' di polvere di stelle sui revers della giacca del giovane Simpson, per montare un'impalcatura di paglia, che per fortuna andava crollando sotto i colpi della scienza di Mary e di super analisi dei ricercatori hackers dell'indipendent agency of investigations. E' chiaro che in conclusione si dovette concedere alla Collins di continuare il lavoro, purchè non turbasse le coscienze e la quiete, con i discorsi sugli extraterrestri e sull'origine dei terrestri. Fu così: un bel mattino Dave ricordò l'attimo del tintinnio. Si prese la testa tra le mani e nonostante continuasse ad assomigliare ad Ettore nelle grinfie dell'assassino acheo, assunse le movenze di taluni veggenti di Medjiugorie, infatti, cominciò a comunicare a scatti e poi sempre più agevolmente e telepaticamente, con le entità. Mary procedette alla compilazione febbrile di liste e classificazioni: una miriade di appunti, un'immensa mole di osservazioni.
Le farneticazioni di Dave, in fondo, non risultavano più deliranti di altri discorsi a-la-page e il collaboratore più stretto della Collins, lo strettissimo e intimo collaboratore di Mary, Billy McCravencript, che se la spassava un mondo con la strizzacervelli a dispetto di malevoli pettegolezzi sulla sua vera identità, fu il significativo assertore dell'innocenza di Dave e degli altri picchiatelli.
Bisognerebbe raccontare di che pasta fosse quest'uomo che andava a letto con la Collins e tornava fischiando, dopo il sesso, a casa propria, ma di ciò si farà meglio in un romanzo; posso aggiungere, tra i pregi del personaggio e di Mary Collins, che sapessero stare insieme a piacimento e solo per gradirsi, con quella spontaneità che ti fa evitare i salamelecchi, le gelosie, gli anniversari, l'amore virtuale e le melense telefonate del cocco, cariche di picci-picci e ciu-ciu-ciù, per non parlare dunque di uno snervante quotidiano, per niente rassicurante e di un superfluo nulla, fatto di consuetudini e routine. La scienza, dunque! La scienza vale, visto che in nome della scienza non si combattono guerre come invece accade in nome dei dogmi; la Scienza di Mary e Billy, un uomo e una donna: due chiarissime intelligenze, in un regime di coatti. Entrambi volevano trarre fuori dalla melma psichica dell'ossessione, il povero Simpson che andava preso sul serio circa la storia della combustione, sul nostro pianeta, dei cristalli di Swanson, un pianetino abitato capace di trasmettere persino segnali biologici oltre la barriera del precedente mondo, che ci separa dagli altri universi.
Billy era stimato e invidiato per le scoperte che conduceva con garbo, mentre Mary lo informava dei sapienti deliri di Dave; i colleghi dall'altro canto, folleggiavano e amoreggiavano con le dragqueens del Montparnasse, a NewYorkCity. Il dottor McCravencript era rimasto per sua scelta in provincia, nella sconfinata zona residenziale che gli americani percorrono afflitti dalla solitudine, dal rancore e da voglie omicide mai sopite. Qualcuno in quell'immenso quartiere di periferia coast to coast, compone versi e musica per diletto dei Socievoli e Billy era consapevole del fatto che alcuni bravi yankees avrebbero potuto imbottirlo di piombo, in preda all'ulteriore crisi di nervi.
Dave era sano. Mary e Billy erano giunti alla conclusione che quel poveretto fosse l'unico a risultare a posto tra dementi, vicini nevrastenici, parenti psicopatici e speakers del menga che commentavano sul poveretto e sulla sorte che gli era toccata, con un ghigno. Maschere, urlo di Munch, caricature, esemplari horror, comunicatori del niente, catrame colloso dei poteri, popolo-patata accucciato sui divani putrefatti: scenario senza relazioni, senza gioia, ma innumerevoli le religioni e i credenti. E' normale che nella situazione delineata, nessuno si occupasse seriamente della scomparsa dei membri del club. Dave passava le giornate a mordicchiarsi le labbra e a ripetere a Mary, con la quale giocava a carte, che era vero. Era tutto vero ed era successo e poteva riaccadere. Infatti, il 31 ottobre, esattamente 20 anni dopo l'indimenticabile episodio, Mary e Dave erano chiusi nella solita stanza della clinica, alle prese con una mano di briscola, quando il clima cominciò a farsi irrespirabile e le pareti cominciarono a liquefarsi. Non restava il tempo per fare delle considerazioni su allucinazioni, o stati alterati di coscienza. Il vapore acqueo che si addensò intorno ai bios umani protesse la dottoressa e il paziente, just for a while. Giusto il tempo, per lei, di capire e agguantare la mano di Dave, cercando di trattenerlo al di qua di Swanson. Purtroppo, un lembo del pigiama dell'uomo era già entrato in orbita e Mary strinse al cuore la mano senza vita di Dave, che ruotava in un vortice di cristalli dal tintinnio assordante, lasciando uno strascico di umori e sotanze primordiali. Non era finita. La natura della Terra apparve per l'ultima volta agli occhi della scienziata: un miserabile ologramma che tornava a casa, molecole cristalline che si fondono e sembra che mutino, in realtà, regalano dei connotati e qualche bel sembiante alla materia, prima di dissolversi trasmettendo a qualcuno l'illusione di una coscienza che si espande, come a voler toccare le propaggini di un sistema vivente che non c'è più. Dave, Billy, Mary e persino quelli del club di Ricky, alla fine, si ritrovarono. Sentite come. Avvertirono la loro forza uniti in una specie di campo energetico, un luogo senza pianeta, senza corpi. Non avevano affrontato alcun viaggio; si trovavano semplicemente là. Nessuno avrebbe dovuto più raccontare, giustificare, recarsi al lavoro, o dallo strizzacervelli, o alla stazione di polizia. Erano vitali, neppure frastornati, o turbati, né riuscivano a covare odio, o una di quelle terribili e assurde malattie esantematiche. No, non erano su Swanson, come sarebbe logico adombrare, né stavano scontando una condanna sotto l'effetto di droghe, prima di essere passati nel crematorio storditi, benchè ancora vivi. Fluttuavano oltre gli stenti, oltre l'umiliazione, oltre e basta, in bellezza, erano là, erano amici. No, non è uno scherzo del club! Come potrei raccontare fandonie dopo quello che ho visto e quello che sono diventato? Non sputate, per favore. Vivo in mezzo ai filamenti della saliva. Deglutite con amore. Conservatemi!
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