ATTUALITA'
Stefano Torossi
L'ombretto di Morricone
Corde vocali
Niente paura, si tratta di un primo piano delle stesse.
L’amico Roberto Laneri presenta una serata musicale di canto armonico con il suo gruppo “Nel cielo di Indra”. E’ venerdì 18 e ci siamo arrampicati fino alla magnifica terrazza del Museo Casa Scelsi, cinque ripidi piani per arrivare a una vista strabiliante sul Foro Romano (ne abbiamo già parlato qualche tempo fa, senza riuscire a trattenere l’invidia).
Programma interamente basato su una serie di “tecniche vocali miranti a rendere chiaramente percepibili gli armonici del suono fondamentale”. Cioè, io canto una nota, ma, usando contemporaneamente le stesse corde vocali, riesco a emettere il suo armonico, che in generale si manifesta come un fischio. Se sono in nove a farlo, l’effetto è pura magia, anche perché è difficile identificare da quale bocca escono i suoni. Un tuffo in un distillato musicale da cui non si vorrebbe mai riemergere.
Siamo all’aperto con intorno i rumori della città. Sorprendente come una sirena di ambulanza, un gruppo di motociclisti fracassoni, i claxon delle auto, tutto sprofondi armoniosamente intonato in questo fluido.
L’ultimo brano finisce con una squisita dissolvenza vocale, ma nell’aria c’è ancora il rombo di un aereo, così perfettamente integrato nella musica, che il pubblico deve aspettare la sua scomparsa all’orizzonte prima di applaudire.
Volato via l’aereo, il concerto si è chiuso, convertendosi, come d’abitudine per questi incontri, in una piacevole chiacchierata fra amici con la compagnia di un ottimo prosecco ben freddo.
Le nuove aule
Il Saint Louis College of Music inaugura il 24 le nuove aule della sede di Via Baccina, nel cuore di quella che venti secoli fa era la Suburra, quartieraccio malfamato della Roma imperiale. Questa scuola di musica è diventata ormai la più importante della città, con più di millecinquecento iscritti e una turba di eccellenti insegnanti, che poi sono i nostri amici di sempre, i grandi solisti del jazz italiano.
Pomeriggio molto brillante, con discorsi di ragionevole durata. E musica, perché l’idea, buona, è stata di far suonare gruppi e solisti in ogni aula, dentro e fuori delle quali eravamo liberi di vagabondare. Poi ci hanno accompagnati sottoterra dove si estende un labirinto di stanze di epoca romana, più precisamente del 123 d.C., come si è scoperto dai bolli sui mattoni. Eccola, una di queste aule con il suo bel pavimento di marmo (forse una scuola di milleottocentonovantadue anni fa?)
Dermart
Titolo strepitoso per un convegno davvero inconsueto (l’arte e la pelle, ma in senso medico, non borsette di coccodrillo o scarpe inglesi) alla Cartiera Latina venerdì e sabato.
Ci ha colpito questa stampa esposta nel salone, emblematicamente (chissà se ci hanno pensato davvero o è una nostra maliziosa interpretazione) corrosa e imbruttita da una dermatite cartacea.
Fra le esposizioni di argomenti strettamente tecnici o casi clinici che naturalmente interessano molto gli addetti ai lavori, ma poco noi, ci siamo invece fortemente incuriositi a una sapiente carrellata condotta da Linda Tognetti e accompagnata da sculture, quadri e anche fotografie di personaggi dal passato a oggi; per dire, da Cesare Augusto a Cleopatra, alle mummie del Fayyum, e avanti fino a Marat, Stalin, Hitler, e perfino Brad Pitt, che, dopo uno studio accurato dei loro ritratti risultano avere subito ognuno qualche problema cutaneo (atopie, psoriasi, discheratosi, eccetera).
Insomma, si potrebbe dire che tutti, più o meno, hanno avuto i loro pruriti da grattarsi.
Primo PS. Domenica 20, ore 13.45. Passiamo davanti alla Fontana delle Anfore a Testaccio: bianca, lustra. Una piccola montagna di marmo immacolato, senza un centimetro di quel ripugnante muschio verdognolo che avevamo segnalato il 7 settembre. Finalmente si sono decisi all’azione, ci siamo detti. L’hanno scrostata ben bene. E poi hanno chiuso l’acqua.
Chiaro che è rimasta pulita. Così eravamo capaci tutti.
Per scrupolo ripassiamo il 22 e poi il 25 all’ora di pranzo; anfore sempre bianchissime e sempre asciutte. Evidentemente non è più da considerare una fontana.
Secondo PS. Irresistibile. La Repubblica del 22 settembre, pag. 20, inchiesta sul pestaggio di un musicista a Genova. La vittima racconta, prima che lo picchiassero, di “essere stato apostrofato come gay, forse perché, essendo un musicista, ha spesso gli occhi truccati”. Non è carina questa? Dobbiamo ricordarci di chiedere al maestro Morricone che ombretto usa.
Niente paura, si tratta di un primo piano delle stesse.
L’amico Roberto Laneri presenta una serata musicale di canto armonico con il suo gruppo “Nel cielo di Indra”. E’ venerdì 18 e ci siamo arrampicati fino alla magnifica terrazza del Museo Casa Scelsi, cinque ripidi piani per arrivare a una vista strabiliante sul Foro Romano (ne abbiamo già parlato qualche tempo fa, senza riuscire a trattenere l’invidia).
Programma interamente basato su una serie di “tecniche vocali miranti a rendere chiaramente percepibili gli armonici del suono fondamentale”. Cioè, io canto una nota, ma, usando contemporaneamente le stesse corde vocali, riesco a emettere il suo armonico, che in generale si manifesta come un fischio. Se sono in nove a farlo, l’effetto è pura magia, anche perché è difficile identificare da quale bocca escono i suoni. Un tuffo in un distillato musicale da cui non si vorrebbe mai riemergere.
Siamo all’aperto con intorno i rumori della città. Sorprendente come una sirena di ambulanza, un gruppo di motociclisti fracassoni, i claxon delle auto, tutto sprofondi armoniosamente intonato in questo fluido.
L’ultimo brano finisce con una squisita dissolvenza vocale, ma nell’aria c’è ancora il rombo di un aereo, così perfettamente integrato nella musica, che il pubblico deve aspettare la sua scomparsa all’orizzonte prima di applaudire.
Volato via l’aereo, il concerto si è chiuso, convertendosi, come d’abitudine per questi incontri, in una piacevole chiacchierata fra amici con la compagnia di un ottimo prosecco ben freddo.
Le nuove aule
Il Saint Louis College of Music inaugura il 24 le nuove aule della sede di Via Baccina, nel cuore di quella che venti secoli fa era la Suburra, quartieraccio malfamato della Roma imperiale. Questa scuola di musica è diventata ormai la più importante della città, con più di millecinquecento iscritti e una turba di eccellenti insegnanti, che poi sono i nostri amici di sempre, i grandi solisti del jazz italiano.
Pomeriggio molto brillante, con discorsi di ragionevole durata. E musica, perché l’idea, buona, è stata di far suonare gruppi e solisti in ogni aula, dentro e fuori delle quali eravamo liberi di vagabondare. Poi ci hanno accompagnati sottoterra dove si estende un labirinto di stanze di epoca romana, più precisamente del 123 d.C., come si è scoperto dai bolli sui mattoni. Eccola, una di queste aule con il suo bel pavimento di marmo (forse una scuola di milleottocentonovantadue anni fa?)
Dermart
Titolo strepitoso per un convegno davvero inconsueto (l’arte e la pelle, ma in senso medico, non borsette di coccodrillo o scarpe inglesi) alla Cartiera Latina venerdì e sabato.
Ci ha colpito questa stampa esposta nel salone, emblematicamente (chissà se ci hanno pensato davvero o è una nostra maliziosa interpretazione) corrosa e imbruttita da una dermatite cartacea.
Fra le esposizioni di argomenti strettamente tecnici o casi clinici che naturalmente interessano molto gli addetti ai lavori, ma poco noi, ci siamo invece fortemente incuriositi a una sapiente carrellata condotta da Linda Tognetti e accompagnata da sculture, quadri e anche fotografie di personaggi dal passato a oggi; per dire, da Cesare Augusto a Cleopatra, alle mummie del Fayyum, e avanti fino a Marat, Stalin, Hitler, e perfino Brad Pitt, che, dopo uno studio accurato dei loro ritratti risultano avere subito ognuno qualche problema cutaneo (atopie, psoriasi, discheratosi, eccetera).
Insomma, si potrebbe dire che tutti, più o meno, hanno avuto i loro pruriti da grattarsi.
Primo PS. Domenica 20, ore 13.45. Passiamo davanti alla Fontana delle Anfore a Testaccio: bianca, lustra. Una piccola montagna di marmo immacolato, senza un centimetro di quel ripugnante muschio verdognolo che avevamo segnalato il 7 settembre. Finalmente si sono decisi all’azione, ci siamo detti. L’hanno scrostata ben bene. E poi hanno chiuso l’acqua.
Chiaro che è rimasta pulita. Così eravamo capaci tutti.
Per scrupolo ripassiamo il 22 e poi il 25 all’ora di pranzo; anfore sempre bianchissime e sempre asciutte. Evidentemente non è più da considerare una fontana.
Secondo PS. Irresistibile. La Repubblica del 22 settembre, pag. 20, inchiesta sul pestaggio di un musicista a Genova. La vittima racconta, prima che lo picchiassero, di “essere stato apostrofato come gay, forse perché, essendo un musicista, ha spesso gli occhi truccati”. Non è carina questa? Dobbiamo ricordarci di chiedere al maestro Morricone che ombretto usa.
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