RACCONTI
Anonimo
La sentenza del ladro di melanzane (traduzione dal cinese di Lavinia Benedetti)
Il giudice Guo era uscito in perlustrazione e stava andando verso Yangzhou (1), attraverso la foresta di Wu. In quel momento vide due fruttivendoli che si stavano azzuffando per strada.
Il giudice ordinò che li portassero al suo cospetto, quindi chiese loro: "Voi due, qual è il motivo del vostro litigio?" Uno dei due rispose: "Questa insignificante persona si chiama Wan Chun. Sono di fuori città, coltivo verdure per mantenermi. Stamane sono entrato nel mio campo, per raccogliere le melanzane e ho visto che me le aveva portate via tutte questo ladro. Immediatamente l'ho inseguito e l'ho preso, per questo lo sto picchiando."
L'altro disse: "Questa insignificante persona si chiama Lv Cheng. Vengo da Yiqian, anche io mi mantengo vendendo verdure. Questa mattina sono sceso in città per vendere queste melanzane. Lui mi ha picchiato e accusato ingiustamente, scambiando una persona per bene per un ladro. Imploro vostro onore di farmi giustizia."
Il giudice Guo rispose: "Portatemi le melanzane!" Il magistrato prese in mano le melanzane di Lv Cheng per esaminarle attentamente, rivelando che le aveva rubate a Wan Chun, quindi si mise ad insultarlo: "Ruffiano imbroglione! Wan Chun ha coltivato queste melanzane con durissimo lavoro, confessa che gliele hai rubate per venderle! Prima ferisci l'altro e poi chiedi che ti si curi la ferita?" Quindi ordinò al suo subordinato: "Colpiscilo duramente venti volte!"
Lv Cheng piangendo protestò: "Questa umile persona stava solo vendendo della verdura. Vostro Onore senza ragione mi considera un ladro, non mi rassegnerò mai."
Il giudice Guo replicò: "Questo farabutto dice che l'ho accusato senza motivo, dategli altre venti bastonate." Il suo servitore lo colpì altre venti volte. Il giudice continuò: "Ho detto che ho scoperto chi è l'imbroglione! Se una persona vuole vendere delle melanzane, sicuramente sceglie le più grosse, le più mature, non si azzarderebbe mai a portare le piccole, appena spuntate. Oggi mentre rubavi le sue melanzane, per paura di essere scoperto, hai raccolto nella concitazione sia le piccole che le grandi." Lv Cheng accorgendosi che il magistrato Guo aveva scoperto l'inganno, poteva solamente abbassare la testa e ammettere la sua colpa, supplicandolo di non infliggergli una punizione troppo dura. Il giudice Guo decretò quindi che pagasse una multa di un tael d'argento, per ricompensare Wan Chun.
Questo reato non poteva certo rimanere impunito, il giudice emanò la sentenza:
'Nonostante vendere le verdure sia cosa di poco conto, per un contadino è comunque una maniera per guadagnarsi il pane quotidiano. Lv Cheng non conformandosi alla morale, non solo non ha coltivato da solo le verdure, ma furtivamente le ha rubate a Wan Chun, fingendo che fossero già sue. Questo è nuocere gli altri per il proprio tornaconto e non aver coscienza del fatto che tutte le cose hanno il proprio padrone. La legge punisce chiaramente chi ruba dagli alberi di frutta del campo altrui con dieci giorni di catene. Wan Chun non ha commesso nessun reato, che si riprenda le sue melanzane e ritorni a casa in pace.'
(1) L'attuale città Hangzhou.
Il giudice ordinò che li portassero al suo cospetto, quindi chiese loro: "Voi due, qual è il motivo del vostro litigio?" Uno dei due rispose: "Questa insignificante persona si chiama Wan Chun. Sono di fuori città, coltivo verdure per mantenermi. Stamane sono entrato nel mio campo, per raccogliere le melanzane e ho visto che me le aveva portate via tutte questo ladro. Immediatamente l'ho inseguito e l'ho preso, per questo lo sto picchiando."
L'altro disse: "Questa insignificante persona si chiama Lv Cheng. Vengo da Yiqian, anche io mi mantengo vendendo verdure. Questa mattina sono sceso in città per vendere queste melanzane. Lui mi ha picchiato e accusato ingiustamente, scambiando una persona per bene per un ladro. Imploro vostro onore di farmi giustizia."
Il giudice Guo rispose: "Portatemi le melanzane!" Il magistrato prese in mano le melanzane di Lv Cheng per esaminarle attentamente, rivelando che le aveva rubate a Wan Chun, quindi si mise ad insultarlo: "Ruffiano imbroglione! Wan Chun ha coltivato queste melanzane con durissimo lavoro, confessa che gliele hai rubate per venderle! Prima ferisci l'altro e poi chiedi che ti si curi la ferita?" Quindi ordinò al suo subordinato: "Colpiscilo duramente venti volte!"
Lv Cheng piangendo protestò: "Questa umile persona stava solo vendendo della verdura. Vostro Onore senza ragione mi considera un ladro, non mi rassegnerò mai."
Il giudice Guo replicò: "Questo farabutto dice che l'ho accusato senza motivo, dategli altre venti bastonate." Il suo servitore lo colpì altre venti volte. Il giudice continuò: "Ho detto che ho scoperto chi è l'imbroglione! Se una persona vuole vendere delle melanzane, sicuramente sceglie le più grosse, le più mature, non si azzarderebbe mai a portare le piccole, appena spuntate. Oggi mentre rubavi le sue melanzane, per paura di essere scoperto, hai raccolto nella concitazione sia le piccole che le grandi." Lv Cheng accorgendosi che il magistrato Guo aveva scoperto l'inganno, poteva solamente abbassare la testa e ammettere la sua colpa, supplicandolo di non infliggergli una punizione troppo dura. Il giudice Guo decretò quindi che pagasse una multa di un tael d'argento, per ricompensare Wan Chun.
Questo reato non poteva certo rimanere impunito, il giudice emanò la sentenza:
'Nonostante vendere le verdure sia cosa di poco conto, per un contadino è comunque una maniera per guadagnarsi il pane quotidiano. Lv Cheng non conformandosi alla morale, non solo non ha coltivato da solo le verdure, ma furtivamente le ha rubate a Wan Chun, fingendo che fossero già sue. Questo è nuocere gli altri per il proprio tornaconto e non aver coscienza del fatto che tutte le cose hanno il proprio padrone. La legge punisce chiaramente chi ruba dagli alberi di frutta del campo altrui con dieci giorni di catene. Wan Chun non ha commesso nessun reato, che si riprenda le sue melanzane e ritorni a casa in pace.'
(1) L'attuale città Hangzhou.
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