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Il Paradiso degli Orchi
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RACCONTI

Patrizia Rocchi

Non ancora

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Ha da passà 'a nuttata. Ha da passà, ma non passa. Chi lo diceva? Ah, sì, Eduardo. Avrà pure avuto ragione, ma non finisce mai! E questo ticchettio è da impazzire. Gliel'ho detto alla figlia - toglietegli questo cimelio!- ma quella niente - Papà vuole così. Non si separa mai dal suo orologio, deve girare gli occhi e poterlo vedere sennò si dispiace -. Si dispiace! Ma lo sapesse lei che cosa gli dispiace a questo povero vecchio! Lo so io, che ci passo tutte le notti e pure qualche volta il giorno! Lei entra alla porta e appena la passa, si ferma vicino al letto, ma al massimo gli prende la mano e gli fa- stai bene papà, ti tratta bene papà, stai contento papà? – tanto lo sa che lui non risponde, che non può parlare, però le manda di quegli sguardi, mamma mia che sguardi. Io mi sento i brividi per lei. E lei niente. Sta quella mezz'ora, e fa tante domande, rompe le scatole a me o a quella poveraccia del giorno e poi torna a casa sua. Lui se la guarda finché non esce e poi chiude gli occhi tristi tristi.

Papà vuole così, ma che cosa? È vero che lo guarda, lo segue con gli occhi che non so nemmeno se la sa leggere più l'ora, però lo segue. Con gli occhi dice tante cose povero Tommaso. Quando lo cambio fa una faccia brutta. Invece di essere contento sembra avvilito, come se si vergognasse. Più è sporco e puzza e più sbarra gli occhi, poi li chiude stretti e tira le labbra all'indentro, si risucchia tutta la faccia come se la carne si dovesse staccare dal cranio e sparire nei buchi.



Mo' sta proprio brutto.

Là sotto c'è un pino. Che bello, dove è crollato l'altro albero con il fulmine della settimana scorsa, ci hanno messo un pino nuovo. Cos'era quello di prima? Già, non me lo ricordo. Forse un platano. Chissà se ce la fa. Si vede bene, proprio sotto al lampione. Che poi è una strada buia questa, poco illuminata. Speriamo che non piove pure stanotte. Tant'è, non si vede quasi niente al buio. Però è più triste col rumore dell'acqua sui vetri, il senso dell'acqua arriva fino dentro casa, e questa casa

già puzza come una coperta umida chiusa nell'armadio. E poi chissà quanto dura. E se alle sei ancora piove? Va bene, è troppo presto, sono ancora le due. Ancora. Mamma mia che sonno. Ora chiudo un poco gli occhi.

No, che c'è? Mi stringe la mano, respira male, ha troppo affanno.- Stai tranquillo Tommaso, ora ti metto l'ossigeno! Ecco. Su, fai il bravo, respira calmo, su.- Ha una brutta faccia, la pelle gialla e asciutta, un po' grigia e un po' gialla, le fosse intorno agli occhi e il naso si è fatto sottile. - Tommaso, non mi fare scherzi eh? Mi servono altri due mesi. Almeno uno. Senti, tra venti giorni mia figlia si sposa. Esattamente mancano 24 giorni. Capisci tesoro? Si sposa la mia ragazza. Calmo, così va meglio, respira per bene. Vedessi che bella ragazza è la mia Maria. Gli occhi ce li ha verde scuro, con tanti lampi dorati, le ciglia lunghe lunghe, la fronte alta e le orecchie fatte bene, vicine alla testa. Ti fanno male le gambe? Sì vero? Adesso te le massaggio un po' e poi dormiamo un'oretta, è vero? Ti dicevo che ha un bel viso la mia Maria, la bocca rossa, sembra un'attrice, e non lo dico solo io. Non è molto alta ma è, giusta, con le gambe lunghe e pure un bel sedere! Ah, ridi? Mi segui allora. O forse è una smorfia. Chissà come te li senti i piedi.-

Quei buchi sotto i talloni vanno un po' meglio, forse non fanno tanto male.



Ottantasette anni, sono tanti, ma poteva andargli anche meglio. Un professore, un uomo di cultura, finire allettato e quasi incosciente, con le piaghe. Un Cristo senza corona e senza mantello. Forse dorme. Respira un po' meglio ma ha le labbra scure. Se mi molla adesso dove me lo trovo un altro così subito? Con tutte le straniere che ci sono! Moldave, rumene, peruviane e filippine che si offrono a così poco, e poi magari ti danno pure la stangata. Facessero tutte le puttane! E invece no! E io che i figli ce li ho qua a vivere che dovrei fare? Non devono mangiare pure loro, pagare la casa, andà a un cinema? E io ormai sono troppo vecchia pure per quello! - No, no, tranquillo, ti giro sul fianco, va bene?-

Fa freddo, ora accendo la stufa. La notte si spengono pure i termosifoni, e va bene se stai sotto le coperte e dormi, ma sennò...

- Maria si sposa con un bravo ragazzo sai? Sennò non gliela davo mica. Ma tanto lei lo voleva comunque. Però è bravo, lavoratore, sta in officina col padre e ha trovato lavoro pure a lei, in un posto bello, in un centro medico. Prende gli appuntamenti e parla coi dottori e riesce ad andare d'accordo con tutti. È intelligente mia figlia, e anche lui. Sarà una bella famiglia. Spero di avere dei nipoti, almeno da lei. L'altro tanto non si sposa, convive e non si sa quanto dura. Ma certo, pure se si sposa chi lo sa? Dai figli, tanto, non hai mai quello che ti aspetti. Tu, Tommaso, che hai detto a tua figlia per farla diventare così str...? Scusa sai, devo imparare a stare zitta, è tua figlia e certo le vuoi bene. Chissà cosa speravi per lei. Oh, intendiamoci, è una signora elegante, un ingegnere, mica storie! Però sembra così... che ti devo dire, così dura, rigida, scocciata. Forse sarà infelice. Ma perchè dovrebbe essere infelice? Giusto, giusto, che ne so io?, magari è infelice pure uno coi soldi. Però almeno ce li ha! Tu avrai fatto il meglio possibile. E lo vedo, tutto quello che hai in gola e non puoi dire. Ma lei dici che lo vede?-

Non mi sente. Dorme davvero. Meglio. Non so mai se mi capisce. Forse non tutto ma le intenzioni per me sì. Non gli voglio far male. Intanto la sua vita l'ha fatta. Sono due anni che va sempre peggio, ma prima chissà com'era. Magari era simpatico, divertente. Le foto di quando era giovane sono come quelle di mia mamma. Lui era alto, con i capelli biondi con l'onda ed era pure abbastanza bello. La moglie invece aveva una faccia da superba, come la figlia. Una mezza nobile

con la puzza sotto il naso. Ma lui no. Adesso gli occhi blu si sono come sciolti, il colore si perde nel bianco dell'occhio dietro l'ombra della cataratta.

Vorrei dormire un po' ma ho paura che se mi addormento non lo sento. E mi fa troppa paura, pena e paura. Io lo so che vuol dire morire senza nessuno accanto che ti tiene la mano. No, non lo so. Non sono morta mai. Ma quando morì, papà era solo. E lui aveva tanta paura di morire solo. E poi è andata proprio così. - Sto qua, Tommaso. Dormi tranquillo. Tanto faccio in tempo a dormire domani, io. Non te ne andare. Non sono pronta neanche io. Non ancora. Ma che fai? Sarà un riflesso. Però non me lo fare più. Te la asciugo io, la lacrima. Dormi.-













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