ATTUALITA'
Adriano Angelini
Perché il senatore Dell'Utri possiede il capitolo inedito di 'Petrolio'?
Quando ho letto la notizia sono saltato sulla sedia, come immagino un po' tutti coloro che ricordano con grande ammirazione, per utilizzare un eufemismo, Pier Paolo Pasolini. Marcello Dell'Utri, bibliofilo e senatore del Pdl, diversi giorni fa ha dichiarato di essere in possesso di un capitolo di 70 pagine che attribuirebbe a Pier Paolo Pasolini e che farebbe parte del romanzo postumo Petrolio, pubblicato da Einaudi nel 1992.
Noi, ingenuamente, chiediamo, se la notizia è vera, perché ce l'ha lui?
Il regista di teatro Gabriele Vacis, alla notizia non ha avuto dubbi: per lui Dell'Utri fa propaganda, e il capitolo, come dichiarato da una parte della famiglia Pasolini, non esisterebbe. I fatti sembrerebbero dargli ragione. Dell'Utri aveva annunciato la presentazione del capitolo alla XXIesima mostra del Libro Antico che si è svolta a Milano dal 14 marzo. In realtà la presentazione del capitolo non c'è mai stata. Dell'Utri aveva prima detto di averlo letto e, testuali parole riferite all'ADN Kronos, di averlo trovato inquietante e con pagine che avrebbero fatto luce su molti misteri d'Italia. "Rilevo l'interesse – ha detto Dell'Utri – di quello che potrebbe essere un grande giallo che tutti conoscono, il giallo della scomparsa, tragica, di Enrico Mattei, la stessa scomparsa tragica di Pasolini e forse qualche altro fatto dell'epoca che ormai fa parte dei cosiddetti misteri d'Italia".
Dell'Utri prima ha detto di averlo letto interamente, poi di averne letto soltanto una sintesi (fatta da chi?). Poi ha aggiunto che quello che ha letto non è sicuro che sia di Pasolini. Poi ha detto di aspettare di "vedere questo manoscritto che mi è stato annunciato". Da chi? Ma non lo aveva letto?
Secondo Dell'Utri, forse, ciliegina finale delle sue rivelazioni, con questo manoscritto "si è scoperto o meglio dissotterrato forse un libro che era scomparso, libro dal quale Pasolini trae le argomentazioni per il famoso capitolo 'Lampi sull'Eni' di Petrolio. Questo libro ('Questo è Cefis. L'altra faccia dell'onorato presidente' di un autore anonimo che si firma Giorgio Steimetz, ndr) è un libro che fu editato nel 1972 e sparì dal mercato, in maniera direi quasi rocambolesca perché non fu proprio neanche depositato nelle biblioteche nazionali per il deposito obbligatorio, quello legale"
Ci avete capito qualcosa?
L'unico fatto sostanziale di tutta questa vicenda è che il novello talento narrativo italiota prestato dalla politica (del cui talento in realtà ben pochi si sono accorti), l'ex sindaco Walter Veltroni ha chiesto, in una interrogazione parlamentare presentata al Ministro della Cultura Bondi, di far luce sulla vicenda e se, esistendo effettivamente il capitolo, il fatto che a possederlo sia Marcello Dell'Utri non costituisca un qualche reato. Infatti ci teniamo a ribadire ancora: ma da chi l'ha avuto? Allora è vero quello che ha sempre detto Chiara Carcossi, cugina di Pasolini, che il capitolo esisteva ed era scomparso subito dopo la morte del poeta?
Certo, se si tratta di una boutade la troviamo francamente di cattivo gusto, ma ormai figuriamoci il cattivo gusto in questo Paese è il prezzemolo con cui condiscono il falso perbenismo. Se invece la questione è seria, forse Veltroni ha ragione; dovrebbero intervenire i Carabinieri e come minimo riaprire le indagini su un'eventuale sottrazione illecita del manoscritto dalla casa di Pasolini e poi, chissà, riaprire finalmente, e in maniera seria, le indagini sulla morte del poeta che probabilmente è molto più simbolica e inquietante, quella sì, di quanto fino a oggi si sia riusciti a capire.
Sarebbe davvero curioso sapere da chi, Marcello Dell'Utri, ha avuto questo presunto manoscritto. Magari dagli stessi che in questa povera Patria fanno e disfanno a loro piacimento, indisturbati, invisibili, ben protetti; se fossimo cospirazionisti incalliti potremmo definirli men in black di ufologica tipologia. Comunque li si voglia definire, speriamo che la cosa non cada nel dimenticatoio e se Dell'Utri ha davvero a cuore le figure e la memoria di Pier Paolo Pasolini, di Enrico Mattei e di noi poveri italiani imbevuti di veline e messe papali, faccia uno sforzo e ci aiuti a comprendere. Questo devono fare le persone di cultura. Aiutare gli altri a comprendere. Soprattutto perché da quelle pagine, come scritto dal consigliere regionale del Lazio Ivano Peduzzi in una lettera al ministro della Cultura, il capitolo (pare intitolato "Appunto 21, Lampi sull'Eni): "non solo restituirebbe all'Autore ed alla Storia della letteratura italiana un brano fondamentale, ma potrebbe rappresentare un elemento importante per le inchieste giudiziarie che, anche a seguito di tale lacuna, giacciono incomplete (su tutte quella aperta dal Tribunale di Pavia nel 1994 e condotta dal PM Vincenzo CALIA, cui seguì il decreto di archiviazione del 17 marzo 2004 disposto dal GIP Fabio LAMBERTUCCI)". Ma secondo voi l'Italia, col clima politico che si ritrova, è pronta per fare mea culpa sulle indecenti vicissitudini del suo recente passato? Secondo voi in un Paese dove viene tutt'oggi fatto cadere un presidente della Regione perché si faceva qualche seratina coi trans e dove poi questi trans vengono fatti sparire (e uccisi); in un Paese che cerca di far cadere un presidente del Consiglio non per demeriti politici ma perché fa dei festini con escort di varia bellezza femminile; in un Paese così si può fare chiarezza su una vicenda che ha ben altro tipo di implicazioni?
Personalmente nutro forti dubbi.
Noi, ingenuamente, chiediamo, se la notizia è vera, perché ce l'ha lui?
Il regista di teatro Gabriele Vacis, alla notizia non ha avuto dubbi: per lui Dell'Utri fa propaganda, e il capitolo, come dichiarato da una parte della famiglia Pasolini, non esisterebbe. I fatti sembrerebbero dargli ragione. Dell'Utri aveva annunciato la presentazione del capitolo alla XXIesima mostra del Libro Antico che si è svolta a Milano dal 14 marzo. In realtà la presentazione del capitolo non c'è mai stata. Dell'Utri aveva prima detto di averlo letto e, testuali parole riferite all'ADN Kronos, di averlo trovato inquietante e con pagine che avrebbero fatto luce su molti misteri d'Italia. "Rilevo l'interesse – ha detto Dell'Utri – di quello che potrebbe essere un grande giallo che tutti conoscono, il giallo della scomparsa, tragica, di Enrico Mattei, la stessa scomparsa tragica di Pasolini e forse qualche altro fatto dell'epoca che ormai fa parte dei cosiddetti misteri d'Italia".
Dell'Utri prima ha detto di averlo letto interamente, poi di averne letto soltanto una sintesi (fatta da chi?). Poi ha aggiunto che quello che ha letto non è sicuro che sia di Pasolini. Poi ha detto di aspettare di "vedere questo manoscritto che mi è stato annunciato". Da chi? Ma non lo aveva letto?
Secondo Dell'Utri, forse, ciliegina finale delle sue rivelazioni, con questo manoscritto "si è scoperto o meglio dissotterrato forse un libro che era scomparso, libro dal quale Pasolini trae le argomentazioni per il famoso capitolo 'Lampi sull'Eni' di Petrolio. Questo libro ('Questo è Cefis. L'altra faccia dell'onorato presidente' di un autore anonimo che si firma Giorgio Steimetz, ndr) è un libro che fu editato nel 1972 e sparì dal mercato, in maniera direi quasi rocambolesca perché non fu proprio neanche depositato nelle biblioteche nazionali per il deposito obbligatorio, quello legale"
Ci avete capito qualcosa?
L'unico fatto sostanziale di tutta questa vicenda è che il novello talento narrativo italiota prestato dalla politica (del cui talento in realtà ben pochi si sono accorti), l'ex sindaco Walter Veltroni ha chiesto, in una interrogazione parlamentare presentata al Ministro della Cultura Bondi, di far luce sulla vicenda e se, esistendo effettivamente il capitolo, il fatto che a possederlo sia Marcello Dell'Utri non costituisca un qualche reato. Infatti ci teniamo a ribadire ancora: ma da chi l'ha avuto? Allora è vero quello che ha sempre detto Chiara Carcossi, cugina di Pasolini, che il capitolo esisteva ed era scomparso subito dopo la morte del poeta?
Certo, se si tratta di una boutade la troviamo francamente di cattivo gusto, ma ormai figuriamoci il cattivo gusto in questo Paese è il prezzemolo con cui condiscono il falso perbenismo. Se invece la questione è seria, forse Veltroni ha ragione; dovrebbero intervenire i Carabinieri e come minimo riaprire le indagini su un'eventuale sottrazione illecita del manoscritto dalla casa di Pasolini e poi, chissà, riaprire finalmente, e in maniera seria, le indagini sulla morte del poeta che probabilmente è molto più simbolica e inquietante, quella sì, di quanto fino a oggi si sia riusciti a capire.
Sarebbe davvero curioso sapere da chi, Marcello Dell'Utri, ha avuto questo presunto manoscritto. Magari dagli stessi che in questa povera Patria fanno e disfanno a loro piacimento, indisturbati, invisibili, ben protetti; se fossimo cospirazionisti incalliti potremmo definirli men in black di ufologica tipologia. Comunque li si voglia definire, speriamo che la cosa non cada nel dimenticatoio e se Dell'Utri ha davvero a cuore le figure e la memoria di Pier Paolo Pasolini, di Enrico Mattei e di noi poveri italiani imbevuti di veline e messe papali, faccia uno sforzo e ci aiuti a comprendere. Questo devono fare le persone di cultura. Aiutare gli altri a comprendere. Soprattutto perché da quelle pagine, come scritto dal consigliere regionale del Lazio Ivano Peduzzi in una lettera al ministro della Cultura, il capitolo (pare intitolato "Appunto 21, Lampi sull'Eni): "non solo restituirebbe all'Autore ed alla Storia della letteratura italiana un brano fondamentale, ma potrebbe rappresentare un elemento importante per le inchieste giudiziarie che, anche a seguito di tale lacuna, giacciono incomplete (su tutte quella aperta dal Tribunale di Pavia nel 1994 e condotta dal PM Vincenzo CALIA, cui seguì il decreto di archiviazione del 17 marzo 2004 disposto dal GIP Fabio LAMBERTUCCI)". Ma secondo voi l'Italia, col clima politico che si ritrova, è pronta per fare mea culpa sulle indecenti vicissitudini del suo recente passato? Secondo voi in un Paese dove viene tutt'oggi fatto cadere un presidente della Regione perché si faceva qualche seratina coi trans e dove poi questi trans vengono fatti sparire (e uccisi); in un Paese che cerca di far cadere un presidente del Consiglio non per demeriti politici ma perché fa dei festini con escort di varia bellezza femminile; in un Paese così si può fare chiarezza su una vicenda che ha ben altro tipo di implicazioni?
Personalmente nutro forti dubbi.
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