RACCONTI
Jean Loup Dyrcona
THAT'S A MOVIE!: Una notte a Dar El Salàm (traduzione dal francese ed adattamento di Vera Barilla)
Più che un hobby,
ha un hobbytorio.
Alessandro Bergonzoni
"Acc...!", mormorò Svetlana, consegnando la busta piena di documenti a Parsifal: "Bisogna far presto, altrimenti Segovia ci farà a pezzi!"
"Ne convengo", rispose Parsifal il convegnista, e senza por tempo in mezzo, si alzò, estrasse dalla fondina una Raven 25 e scaricò l'intero caricatore sulla bionda. Quindi pagò il conto, e se ne andò da Gurdjieff, il quale, ricevendolo, lo squadrò da capo a piedi: "Ma tu non assomigli a Tomate!", gli sussurrò, con la sua fronte sfrontata.
"No", disse Parsifal l'Oristanese, con un ghigno sardonico: "Ma ciò, che importanza può avere?"
"Nessuna, per un cadavere", ridacchiò il capo dei Panipersebàsti - e sebastocratore egli stesso - tirando la leva che faceva aprire la botola che dava accesso al tunnel che al mercato suo padre comprò. Ed avendo appena il tempo di sfilare la busta con i documenti dalla tasca esterna del completo grigio perla indossato da Parsifal, quel medesimo Parsifal che cadendo nella trappola non seppe altro dire che: "Speriamo che giù non lo sappia Alvarez".
Ma Alvarez giù lo seppe, e quando giù lo seppe telefonò a Giuseppe, dicendogli di venire, per una volta, senza i fratelli. Giuseppe si presentò allora da solo, e non gli fu difficile capire che Alvarez e Gurdijeff altri non erano che i gemelli siamesi Poornshoop e Keedpoorn Chaiuncòndom. Tirò ad entrambi una molotov d'annata, dannatamente efficiente, e prima che tutto essa incenerisse, trasse dalla tasca esterna del completo grigio ardesia dei gemelli una busta gialla contenente evidentemente dei documenti.
Ma Frunze, che era presente alla scena, non inghiottì il rospo: lo sputò, piuttosto, e con esso colpì la fronte di Giuseppe, una fronte considerata patrimonio della Patria, una Fronte Nazionale.
Ucciso in quel modo Giuseppe, e temendo l'ira dei suoi fratelli, Frunze prese il primo aereo per Tiruchirappalli, e nella hall dell'aeroporto si abboccò con Loredana, la finta bionda.
"Vedo che te la passi bene, bambola", fu la prima ed ultima cosa che le disse, poiché la bionda conturbante con turbante dal turbante tirò fuori un kriss malese e lo tirò a Giuseppe, cogliendolo in pieno doppiopetto. Quindi, prima che Chiunque potesse accorgersene, trase dalla tasca interna del completo grigio topo di Giuseppe una busta gialla ricolma, e se ne andò verso il gate del volo per Dovetipàr (India), dove, in una villa del Settecento, avrebbe incontrato Nobukazo.
Il quale, vedendo la bionda scendere dal taxi, le corse incontro, gridandole: "Attenta! C'è Giovanni Ponnamperùma che..."
Che gettò su entrambi una bomba carta, uccidendoli sotto l'improvvisa comparsa di un milione di copie dell'annuario dell'associazione pro-felina il Gattoparco. Quindi, impossessatosi della busta gialla gelosamente e golosamente costudita nella scollatura del fiammante rosso abito da sera della bionda conturbante Loredana, Giovanni Ponnamperùma corse verso lo stadio di Nagasaki.
Ma, inutile dirlo, non vi giunse mai. Una Cadillac nuova di zecca, bianca con le cromature dorate, lo investì: la guidava Shangai Lily, la moglie di Lorenteggio, il boss del quartiere Aalto. Che le intimò: "Oh, basta là!", in pretto vernacolo, per poi darle un bacio che la lasciò senza fiato.
Dopo averla così uccisa, Lorenteggio prese la busta gialla gravida di preziose informazioni, e disse a Brododàctilon, l'autista aramaico della Cadillac, di far rotta su Cuba, dove, davanti alla gelateria di Cocoloco avrebbe avuto un abboccamento con Pol Pot. Ma Pol Pot non c'era, era a Poipet, a mangiare polpette di carne suina tipo esportazione.
"Cuntàgg!", sbottò Lorenteggio, chinandosi per evitare la raffica di Kalashnikov che uccise Brododàctilon. Kalashnikov era un duro: era stato proprio lui ad uccidere Badura Skoda per una partita di droga finita cinque a uno per la squadra ospite, la Dinamo Pippe.
Così, sparando all'impazzata, Kalashnikov ebbe infine ragione del grasso gangster dalla cicatrice sulla guancia e i capelli grigio argento, ed ebbe modo di trarre dalla tasca interna del suo blazer grigio argento una busta gialla contenente segreti. Se la infilò nel suo elegante tailleur, una copia non priva di stile di uno Chanel tardi Cinquanta, e corse sui suoi tacchi a spillo - veramente aveva anche le scarpe, ma erano i tacchi a toccare terra - fino alle Dumbarton Oaks, dove incontrò Saltikov-Shedrin, e gli disse: "Perché non ti cambi di cognome?"
"Cambiatelo te!", replicò l'ozioso sadista in vestaglia di cashmere tinta arancio fodera: "E già che ci siamo, ti dico specchio magico infrangibile!"
A quelle parole arcane, Kalashnikov stramazzò sul pavimento, cominciando ad uggiolare, finché non trasse il suo ultimo respiro. E fu proprio allora che Saltikov-Shedrin recuperò dalla tasca interna del suo tailleur grigio fumo di Londra la preziosa documentazione racchiusa in una busta di colore giallo, quella stessa che la madre di Rasmussen avrebbe pagato a peso d'oro - poco, perciò.
Ma allora, perché darla a lei? C'era pur sempre il puro e semplice Cotequiño, il nipote di Joao Grespiño, il noto sibaritico.
Era proprio un'ideona, pensò: fu così che il navigato uomo d'affari, sorseggiando da un bicchiere del raffinato liquido ambrato, prenotò un posto sul prossimo volo del Concorde. Mal gliene incolse: all'aeroporto ad aspettarlo c'erano le Sorelle Bactrim, Geena e Ieena, armate di lanciarazzi Basedow. Fu quella l'ultima volta che Saltikov-Shedrin sorrise col suo sorriso un po' blasé, un po' ironico, un po' sardonico: ma non fu l'ultima volta che la Sorelle Bactrim portarono a termine una missione. Difatti, prima che Geena centrasse col suo lanciarazzi l'emitorace sinistro dell'intrigante e un po' affascinante armeno, Ieena col suo fare tranquillo e familionare gli aveva asportato dalla tasca interna della sua giacca di velluto grigio, oltre a quattro mosche, anche la documentazione scottante che Giovanni Cantacùzeno attendeva per sottrarla a suo cugino Lascàris.
"Bene bene bene!", disse Giovanni Cantacùzeno, con la sua vocetta sottile, una volta che le Sorelle Bactrim comparvero nel suo campo visivo, ridotto da un glaucoma al secondo stadio: "Qual buon vento vi mena?"
Non fecero in tempo queste ultime parole a sortire dalle sue labbruzze secche secche, che già Calibano, suo figlio di primo letto, aveva pratico il nerve pinch vulcaniano sulle Sorelle Bactrim, e ne aveva gettato i corpi nel fossato del castello, dove vivevano diverse famiglie di pirhañas, tra cui la famiglia Crotontiglio. Ed era stata proprio questa che, dopo aver dilaniato i corpi insensibili di Geena e Ieena, piuttosto che consegnare la preziosa e misteriosa busta contenente i documenti segreti a Calibano, ne aveva fatto turpe commercio, rivolgendosi a Merdièlah Willcox. L'anziana ma mai doma miliardaria aveva nicchiato, poi aveva rinicchiato, rannicchiata sulla sua rossa poltrona a rotelle F3-999. Quindi aveva accettato: aveva accettato la famiglia Crotontiglio, recuperando dai resti una busta gialla dall'aspetto normale, in apparenza, ma gravida di segreti, come ben sapeva Johann Sturmunddrang, al quale, esalando l'ultimo respiro perché la stava strozzando, la consegnò Merdièlah, di trentadue che lei ce n'ha.
Johann Sturmunddrang, avendo un quoziente intellettivo intorno a settantadue, sulle prime non seppe cosa fare di questa busta che l'anziana ma ancora piacente miliardaria gli aveva consegnato: chiese quindi consiglio a Giovanni Nepomuceno Hummel, suo cognato di primo letto. Egli, per non sapere né leggere né scrivere, dopo essere diventato verde di bile, bianco dall o spavento e rosso di rabbia, gli diede un colpo sui genitali secondo l'antica arte marziale dello shoelin. Quindi, sentendosi osservato, chiuse la busta gialla contenente ciò che nessuno doveva giammai sapere in una busta gialla più comune, la sigillò con l'arme del suo casato, e la spedì a Lidia Bondarciuk, presso il noto paradiso fiscale delle isole del Langerhans - dove l'uomo del Tic-tac aveva detto pentiti! ad Arlecchino, noto adulatore.
Ora: se la busta fosse davvero arrivata a Lidia Bondarciuk, le cose avrebbero preso un'altra piega - lei faceva la stiratrice. Ma non fu così: la busta gialla sigillata contenente la busta gialla con i segreti fu intercettata da Dixan - Dixan Con Xelene - del Dipartimento Hooray. E qui iniziarono i guai: Dixan (Dixan Con Xelene) era occupatissimo con la guerra nel Fiat-Nam, e non poteva certo mettersi ad aprire una busta, perdipiù sigillata. Incaricò di ciò Antonio Cocoricò Del Monte: e fu solo quando l'uomo Del Monte ebbe detto "probabilmente, se aprissimo questa busta, conosceremmo un sacco di segreti, ma piuttosto che aprirla mi faccio castrare da un norcino alla rotonda...", che lui, Dixan - Dixan Con Xelene - e Lidia Bondarciuk morirono di un attacco d'ipotiposi epatica.
L'unico sopravvissuto fu quindi Cavalcante Cavalcanti, il quale, ricevuta un busta gialla sigillata dentro una tasca di grisaglia inglese grigio scuro, corse a togliere dal garage la sua speeder Lancia Aurelia G24B (1955) grigia chiaro, e si buttò sulle strade della Garbatella cercando di sfuggire ad Avvakum e ai suoi Protopopov, un gruppo punk della metà degli anni Settanta conservato per l'occasione in azoto liquido a meno centoottanta gradi.
E' inutile: film così, non li fanno più. E pensare che questi sono solo i titoli di testa.
Jean Loup Dyrcona (Besançon, 1957) dopo aver lavorato come "cadre" di medio livello al Ministero degli Esteri francese, s'è licenziato per dedicarsi esclusivamente alla letteratura e ai campionati di tric-trac (o tavola reale, o backgammon). Quarto agli europei di questo giuoco da tavolo, fa parte della nazionale del suo paese. Ha pubblicato il manuale L'art du tric-trac (Ras & Leball, Paris XXeme 1997), il libro di viaggi Les favèlas de la fontaine (Moée & Chandon, Paris-Rouen-Paris 2000, premio Toutcourt 2001) e i romanzi brevi Minets sauvages e Aime comme minets (entrambi Caïd & Note, Marseille 2004 e 2005), seguito del precedente, che hanno ispirato il notevole lungometraggio About the soufflé, (Francia-Inghilterra-Italia, 2007), per la regia di Styinn Kodeporkijn, con Polda Meyer, Siro Siri, Catleya Latrouille, e attori non professionisti.
ha un hobbytorio.
Alessandro Bergonzoni
"Acc...!", mormorò Svetlana, consegnando la busta piena di documenti a Parsifal: "Bisogna far presto, altrimenti Segovia ci farà a pezzi!"
"Ne convengo", rispose Parsifal il convegnista, e senza por tempo in mezzo, si alzò, estrasse dalla fondina una Raven 25 e scaricò l'intero caricatore sulla bionda. Quindi pagò il conto, e se ne andò da Gurdjieff, il quale, ricevendolo, lo squadrò da capo a piedi: "Ma tu non assomigli a Tomate!", gli sussurrò, con la sua fronte sfrontata.
"No", disse Parsifal l'Oristanese, con un ghigno sardonico: "Ma ciò, che importanza può avere?"
"Nessuna, per un cadavere", ridacchiò il capo dei Panipersebàsti - e sebastocratore egli stesso - tirando la leva che faceva aprire la botola che dava accesso al tunnel che al mercato suo padre comprò. Ed avendo appena il tempo di sfilare la busta con i documenti dalla tasca esterna del completo grigio perla indossato da Parsifal, quel medesimo Parsifal che cadendo nella trappola non seppe altro dire che: "Speriamo che giù non lo sappia Alvarez".
Ma Alvarez giù lo seppe, e quando giù lo seppe telefonò a Giuseppe, dicendogli di venire, per una volta, senza i fratelli. Giuseppe si presentò allora da solo, e non gli fu difficile capire che Alvarez e Gurdijeff altri non erano che i gemelli siamesi Poornshoop e Keedpoorn Chaiuncòndom. Tirò ad entrambi una molotov d'annata, dannatamente efficiente, e prima che tutto essa incenerisse, trasse dalla tasca esterna del completo grigio ardesia dei gemelli una busta gialla contenente evidentemente dei documenti.
Ma Frunze, che era presente alla scena, non inghiottì il rospo: lo sputò, piuttosto, e con esso colpì la fronte di Giuseppe, una fronte considerata patrimonio della Patria, una Fronte Nazionale.
Ucciso in quel modo Giuseppe, e temendo l'ira dei suoi fratelli, Frunze prese il primo aereo per Tiruchirappalli, e nella hall dell'aeroporto si abboccò con Loredana, la finta bionda.
"Vedo che te la passi bene, bambola", fu la prima ed ultima cosa che le disse, poiché la bionda conturbante con turbante dal turbante tirò fuori un kriss malese e lo tirò a Giuseppe, cogliendolo in pieno doppiopetto. Quindi, prima che Chiunque potesse accorgersene, trase dalla tasca interna del completo grigio topo di Giuseppe una busta gialla ricolma, e se ne andò verso il gate del volo per Dovetipàr (India), dove, in una villa del Settecento, avrebbe incontrato Nobukazo.
Il quale, vedendo la bionda scendere dal taxi, le corse incontro, gridandole: "Attenta! C'è Giovanni Ponnamperùma che..."
Che gettò su entrambi una bomba carta, uccidendoli sotto l'improvvisa comparsa di un milione di copie dell'annuario dell'associazione pro-felina il Gattoparco. Quindi, impossessatosi della busta gialla gelosamente e golosamente costudita nella scollatura del fiammante rosso abito da sera della bionda conturbante Loredana, Giovanni Ponnamperùma corse verso lo stadio di Nagasaki.
Ma, inutile dirlo, non vi giunse mai. Una Cadillac nuova di zecca, bianca con le cromature dorate, lo investì: la guidava Shangai Lily, la moglie di Lorenteggio, il boss del quartiere Aalto. Che le intimò: "Oh, basta là!", in pretto vernacolo, per poi darle un bacio che la lasciò senza fiato.
Dopo averla così uccisa, Lorenteggio prese la busta gialla gravida di preziose informazioni, e disse a Brododàctilon, l'autista aramaico della Cadillac, di far rotta su Cuba, dove, davanti alla gelateria di Cocoloco avrebbe avuto un abboccamento con Pol Pot. Ma Pol Pot non c'era, era a Poipet, a mangiare polpette di carne suina tipo esportazione.
"Cuntàgg!", sbottò Lorenteggio, chinandosi per evitare la raffica di Kalashnikov che uccise Brododàctilon. Kalashnikov era un duro: era stato proprio lui ad uccidere Badura Skoda per una partita di droga finita cinque a uno per la squadra ospite, la Dinamo Pippe.
Così, sparando all'impazzata, Kalashnikov ebbe infine ragione del grasso gangster dalla cicatrice sulla guancia e i capelli grigio argento, ed ebbe modo di trarre dalla tasca interna del suo blazer grigio argento una busta gialla contenente segreti. Se la infilò nel suo elegante tailleur, una copia non priva di stile di uno Chanel tardi Cinquanta, e corse sui suoi tacchi a spillo - veramente aveva anche le scarpe, ma erano i tacchi a toccare terra - fino alle Dumbarton Oaks, dove incontrò Saltikov-Shedrin, e gli disse: "Perché non ti cambi di cognome?"
"Cambiatelo te!", replicò l'ozioso sadista in vestaglia di cashmere tinta arancio fodera: "E già che ci siamo, ti dico specchio magico infrangibile!"
A quelle parole arcane, Kalashnikov stramazzò sul pavimento, cominciando ad uggiolare, finché non trasse il suo ultimo respiro. E fu proprio allora che Saltikov-Shedrin recuperò dalla tasca interna del suo tailleur grigio fumo di Londra la preziosa documentazione racchiusa in una busta di colore giallo, quella stessa che la madre di Rasmussen avrebbe pagato a peso d'oro - poco, perciò.
Ma allora, perché darla a lei? C'era pur sempre il puro e semplice Cotequiño, il nipote di Joao Grespiño, il noto sibaritico.
Era proprio un'ideona, pensò: fu così che il navigato uomo d'affari, sorseggiando da un bicchiere del raffinato liquido ambrato, prenotò un posto sul prossimo volo del Concorde. Mal gliene incolse: all'aeroporto ad aspettarlo c'erano le Sorelle Bactrim, Geena e Ieena, armate di lanciarazzi Basedow. Fu quella l'ultima volta che Saltikov-Shedrin sorrise col suo sorriso un po' blasé, un po' ironico, un po' sardonico: ma non fu l'ultima volta che la Sorelle Bactrim portarono a termine una missione. Difatti, prima che Geena centrasse col suo lanciarazzi l'emitorace sinistro dell'intrigante e un po' affascinante armeno, Ieena col suo fare tranquillo e familionare gli aveva asportato dalla tasca interna della sua giacca di velluto grigio, oltre a quattro mosche, anche la documentazione scottante che Giovanni Cantacùzeno attendeva per sottrarla a suo cugino Lascàris.
"Bene bene bene!", disse Giovanni Cantacùzeno, con la sua vocetta sottile, una volta che le Sorelle Bactrim comparvero nel suo campo visivo, ridotto da un glaucoma al secondo stadio: "Qual buon vento vi mena?"
Non fecero in tempo queste ultime parole a sortire dalle sue labbruzze secche secche, che già Calibano, suo figlio di primo letto, aveva pratico il nerve pinch vulcaniano sulle Sorelle Bactrim, e ne aveva gettato i corpi nel fossato del castello, dove vivevano diverse famiglie di pirhañas, tra cui la famiglia Crotontiglio. Ed era stata proprio questa che, dopo aver dilaniato i corpi insensibili di Geena e Ieena, piuttosto che consegnare la preziosa e misteriosa busta contenente i documenti segreti a Calibano, ne aveva fatto turpe commercio, rivolgendosi a Merdièlah Willcox. L'anziana ma mai doma miliardaria aveva nicchiato, poi aveva rinicchiato, rannicchiata sulla sua rossa poltrona a rotelle F3-999. Quindi aveva accettato: aveva accettato la famiglia Crotontiglio, recuperando dai resti una busta gialla dall'aspetto normale, in apparenza, ma gravida di segreti, come ben sapeva Johann Sturmunddrang, al quale, esalando l'ultimo respiro perché la stava strozzando, la consegnò Merdièlah, di trentadue che lei ce n'ha.
Johann Sturmunddrang, avendo un quoziente intellettivo intorno a settantadue, sulle prime non seppe cosa fare di questa busta che l'anziana ma ancora piacente miliardaria gli aveva consegnato: chiese quindi consiglio a Giovanni Nepomuceno Hummel, suo cognato di primo letto. Egli, per non sapere né leggere né scrivere, dopo essere diventato verde di bile, bianco dall o spavento e rosso di rabbia, gli diede un colpo sui genitali secondo l'antica arte marziale dello shoelin. Quindi, sentendosi osservato, chiuse la busta gialla contenente ciò che nessuno doveva giammai sapere in una busta gialla più comune, la sigillò con l'arme del suo casato, e la spedì a Lidia Bondarciuk, presso il noto paradiso fiscale delle isole del Langerhans - dove l'uomo del Tic-tac aveva detto pentiti! ad Arlecchino, noto adulatore.
Ora: se la busta fosse davvero arrivata a Lidia Bondarciuk, le cose avrebbero preso un'altra piega - lei faceva la stiratrice. Ma non fu così: la busta gialla sigillata contenente la busta gialla con i segreti fu intercettata da Dixan - Dixan Con Xelene - del Dipartimento Hooray. E qui iniziarono i guai: Dixan (Dixan Con Xelene) era occupatissimo con la guerra nel Fiat-Nam, e non poteva certo mettersi ad aprire una busta, perdipiù sigillata. Incaricò di ciò Antonio Cocoricò Del Monte: e fu solo quando l'uomo Del Monte ebbe detto "probabilmente, se aprissimo questa busta, conosceremmo un sacco di segreti, ma piuttosto che aprirla mi faccio castrare da un norcino alla rotonda...", che lui, Dixan - Dixan Con Xelene - e Lidia Bondarciuk morirono di un attacco d'ipotiposi epatica.
L'unico sopravvissuto fu quindi Cavalcante Cavalcanti, il quale, ricevuta un busta gialla sigillata dentro una tasca di grisaglia inglese grigio scuro, corse a togliere dal garage la sua speeder Lancia Aurelia G24B (1955) grigia chiaro, e si buttò sulle strade della Garbatella cercando di sfuggire ad Avvakum e ai suoi Protopopov, un gruppo punk della metà degli anni Settanta conservato per l'occasione in azoto liquido a meno centoottanta gradi.
E' inutile: film così, non li fanno più. E pensare che questi sono solo i titoli di testa.
Jean Loup Dyrcona (Besançon, 1957) dopo aver lavorato come "cadre" di medio livello al Ministero degli Esteri francese, s'è licenziato per dedicarsi esclusivamente alla letteratura e ai campionati di tric-trac (o tavola reale, o backgammon). Quarto agli europei di questo giuoco da tavolo, fa parte della nazionale del suo paese. Ha pubblicato il manuale L'art du tric-trac (Ras & Leball, Paris XXeme 1997), il libro di viaggi Les favèlas de la fontaine (Moée & Chandon, Paris-Rouen-Paris 2000, premio Toutcourt 2001) e i romanzi brevi Minets sauvages e Aime comme minets (entrambi Caïd & Note, Marseille 2004 e 2005), seguito del precedente, che hanno ispirato il notevole lungometraggio About the soufflé, (Francia-Inghilterra-Italia, 2007), per la regia di Styinn Kodeporkijn, con Polda Meyer, Siro Siri, Catleya Latrouille, e attori non professionisti.
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