RACCONTI
Leonello Ruberto
Un cesso di casa
Ci eravamo persi di vista da un bel po', o forse ero stato io a perdere di vista quel mio caro amico.
Sapevo dove abitava, io avevo girato per il mondo, lui era rimasto fermo lì, nella casa che si era costruito da sé.
Non so perché avessi deciso proprio ora di andarlo a trovare, forse perché era meglio che non andarci come avevo fatto per tutti questi anni.
Vista da fuori la casa era esattamente come la ricordavo, l'avevo vista venire su dallo scavo di fondazione.
Suonai il campanello (anche il suono non era cambiato) e cominciai ad aspettare: sembrava non volesse venire nessuno ad aprirmi. Poi il portone si aprì lentamente ed il viso assonnato del mio caro amico mi riconobbe.
Mi fece entrare lentamente nell'ingresso al buio, e lì parve fermarsi.
Era da tempo che non riceveva ospiti in casa, però io ero un amico, ed era felice di vedermi. Quando lo avevo lasciato la sua casa era sempre piena di gente, amicizie chiassose, e di donne, compagne di brevi periodi, intensi.
Eravamo ancora al buio in quello che doveva essere l'ingresso (non so perché non ero più sicuro al cento per cento di dove mi trovassi) e senza volere mi muovevo a piccoli passi verso l'interno della casa, per me era sempre stato naturale introdurmi lì dentro.
Lui non riuscì a frenare questi miei piccolissimi spostamenti, e sulle pareti che ci circondavano cominciai a riconoscere dei cambiamenti, l'interno non era quello che conoscevo, i miei occhi ormai assuefatti al buio riconobbero sulle pareti delle piastrelle chiare, piastrelle da bagno.
Tra amici ci si confida, e mi raccontò di come la sua casa sempre piena lo costringesse a rifugiarsi in bagno, dove era solo e l'unico chiasso era quello dei suoi pensieri. Questi venivano interrotti dai bisogni urgenti del suo amico rimasto a dormire, o della sua ultima conquista nuda oltre la porta che doveva fare pipì.
Aveva fatto realizzare un altro bagno, ma non era cambiato molto.
Trovava un po' scomodo e limitato il suo primo bagno e lo aveva ampliato sottraendo un po' di spazio all'ampio salone per le festicciole, che già era stato ridotto per la realizzazione del secondo bagno. Aveva poi ampliato anche questo, poi di nuovo il primo, e più crescevano più il salone si rimpiccioliva, più i suoi amici diminuivano, ci stavano stretti, ed anche le donne cominciavano a soffocare. Poi non c'era stato più nessuno, aveva abbattuto le restanti pareti e piastrellato tutto, tutto per lui.
Ora ero arrivato io direttamente dal passato, ne era contento, ero suo amico, all'inizio aveva provato vergogna, ora era scomparsa, accese la luce che mi accecò e mi disse di accomodarmi.
Ero indeciso se fosse più comodo il cesso o il bidet
Leonello Ruberto
E' nato a Basilea nel 1980. Il suo blog è http://leonelloruberto.blogspot.com e gestisce una piccola biblioteca su internet di racconti liberamente scaricabili, Liberanima, http://digilander.libero.it/liberanima2003. Aderisce a "Scrittori per le Foreste" di Greenpeace. Tra i suoi ultimi progetti letterari un libro sul "mestiere di scrivere" ed i "microracconti". Nel 2004 ha esordito in narrativa con La donna ideale, pubblicato da Michele di Salvo Editore.
Sapevo dove abitava, io avevo girato per il mondo, lui era rimasto fermo lì, nella casa che si era costruito da sé.
Non so perché avessi deciso proprio ora di andarlo a trovare, forse perché era meglio che non andarci come avevo fatto per tutti questi anni.
Vista da fuori la casa era esattamente come la ricordavo, l'avevo vista venire su dallo scavo di fondazione.
Suonai il campanello (anche il suono non era cambiato) e cominciai ad aspettare: sembrava non volesse venire nessuno ad aprirmi. Poi il portone si aprì lentamente ed il viso assonnato del mio caro amico mi riconobbe.
Mi fece entrare lentamente nell'ingresso al buio, e lì parve fermarsi.
Era da tempo che non riceveva ospiti in casa, però io ero un amico, ed era felice di vedermi. Quando lo avevo lasciato la sua casa era sempre piena di gente, amicizie chiassose, e di donne, compagne di brevi periodi, intensi.
Eravamo ancora al buio in quello che doveva essere l'ingresso (non so perché non ero più sicuro al cento per cento di dove mi trovassi) e senza volere mi muovevo a piccoli passi verso l'interno della casa, per me era sempre stato naturale introdurmi lì dentro.
Lui non riuscì a frenare questi miei piccolissimi spostamenti, e sulle pareti che ci circondavano cominciai a riconoscere dei cambiamenti, l'interno non era quello che conoscevo, i miei occhi ormai assuefatti al buio riconobbero sulle pareti delle piastrelle chiare, piastrelle da bagno.
Tra amici ci si confida, e mi raccontò di come la sua casa sempre piena lo costringesse a rifugiarsi in bagno, dove era solo e l'unico chiasso era quello dei suoi pensieri. Questi venivano interrotti dai bisogni urgenti del suo amico rimasto a dormire, o della sua ultima conquista nuda oltre la porta che doveva fare pipì.
Aveva fatto realizzare un altro bagno, ma non era cambiato molto.
Trovava un po' scomodo e limitato il suo primo bagno e lo aveva ampliato sottraendo un po' di spazio all'ampio salone per le festicciole, che già era stato ridotto per la realizzazione del secondo bagno. Aveva poi ampliato anche questo, poi di nuovo il primo, e più crescevano più il salone si rimpiccioliva, più i suoi amici diminuivano, ci stavano stretti, ed anche le donne cominciavano a soffocare. Poi non c'era stato più nessuno, aveva abbattuto le restanti pareti e piastrellato tutto, tutto per lui.
Ora ero arrivato io direttamente dal passato, ne era contento, ero suo amico, all'inizio aveva provato vergogna, ora era scomparsa, accese la luce che mi accecò e mi disse di accomodarmi.
Ero indeciso se fosse più comodo il cesso o il bidet
Leonello Ruberto
E' nato a Basilea nel 1980. Il suo blog è http://leonelloruberto.blogspot.com e gestisce una piccola biblioteca su internet di racconti liberamente scaricabili, Liberanima, http://digilander.libero.it/liberanima2003. Aderisce a "Scrittori per le Foreste" di Greenpeace. Tra i suoi ultimi progetti letterari un libro sul "mestiere di scrivere" ed i "microracconti". Nel 2004 ha esordito in narrativa con La donna ideale, pubblicato da Michele di Salvo Editore.
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