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Il Paradiso degli Orchi
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RACCONTI

Giovanni Sebastiano Del Rio

Viva voce

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(Oreste) ... guarda, il bordello è cominciato già dal parcheggio. Che tu ce lo sai, che Fabbietto quando guida è meteropàtico, che basta che imbocca una strada che gli pare sbagliata, e subito s'impànica... comunque. Fatto sta che troviamo 'sto parcheggio, e basta, andiamo a piedi al palazzo dei congressi. E subito la prima grezza: vediamo una specie di sentierino in un'aiola, e c'imbuchiamo. Macché: fàmo tre passi, e becchiamo una fontana a forma d'una cascata. Torniamo indietro, e andiamo dove s'entra subito... capirai, c'avevamo i biglietti omaggio. Seconda bianca! Il tipo lì all'entrata cortesemente e un po' checca ci dice che prima dovevamo passare al botteghino, sezione omaggi. Rigiriamo la capa al ciùccio, e di nuovo giù per la scalinata... vabbe'. Finalmente entriamo, e Fabbietto, che ha capito tutto della vita, piglia il programma definitivo... erano tipo le tre meno cinque, e alle tre nella sala Dante... perché lì le sale dove si facevano gli incontri c'avevano il nome degli scrittori famosi... sì, tipo antologia delle medie... insomma alle tre c'era la presentazione di... aspetta...



(Anna Carla) ...massì, una kermesse... molto poco eroica, credimi... un ambiente, sai, promiscuo... sì, un po' come le festicciuole della cosa, la Belafàccia... sai, c'erano anche queste famigliole con bambini, che lui fa il maestro o insegna lettere al liceo, e lei ha pubblicato nel '97 una raccolta di racconti che ha avuto due recensioni... insomma mi sono infilata nella prima sala che ho trovato, tanto per sedermi... e lì c'era un signore che voleva che quelli che stavano a destra si spostassero a sinistra, e viceversa... naturalmente, nessuno gli ha dato retta! Allora ha cominciato a dire che lui ha un blog, che però scrive pure sui giornali, che però si diverte più col blog... che poi, adesso tutti hanno il blog, figurati ce l'ha anche la mamma di Cosetta... sì, quella che quest'anno ha votato Prodi perché gliel'ha chiesto la figlia, che s'è messa con uno della Margherita, figurati... e dopo una signora... una bella donna, giovane, con un tailleur bleu horizont, molto fine ... ha detto che se uno scrive un blog poi non può pretendere che una case editrice lo pubblichi... ha ragione, scusa, una selezione ci vuole, se non sai mettere quattro parole in croce mica puoi dire "pero in rete mi leggevano un tot di gente"... capirài, non pagavano!... ancora dopo, Giulio Mozzi, con un maglione zabajone trashissimo, ha cominciato a dire che doveva fare la pubblicità ai biscotti olandesi...ma che ne so, ha detto così... e siccome il discorso era tutto su come vengono le idee, ha detto che lui ha pubblicato un bollettino... sì, come quello della parrocchia... che poi è diventato un sito web, dove mettono su questi libri che la gente gli manda, invece di farli sulla carta... e così nascono le idee... beh, così ho capito, scusa... e poi avevo anche due cretinetti dietro, che facevano tanto gli spiritosi, e ridacchiavano tanto, che non si sa cosa avevano da ridere, uno ciccione com'era e l'altro con un paio di pantaloni di pelle, molto cheap... ma magari, avevano quarant'anni per gamba, guarda...



(Topazia) ... ma nun ze po', nun ze po'... tipo che èrimo entrate io e Chicca Seconda e Sawanee dentro 'a cosa, 'a sala, ma proprio co' 'no sguish!!! Tipo che èrimo le prime che ancora nun z'era nessuno... ma t'o detto perché... z'era 'sta cosa, 'sta comesechiama... presentazzione de' 'sto libbro sui negroni, però nun era léssa perché z'erano tipo Giobbe e 'a Cortellesi, capito, che me fànno taja' e pure a Chicca Seconda e a Sawanee... inzomma tipo dopo 'n'ora che la stanza z'era riempita tutta aho, nun t'arìva un faggiàno che se mette ar microfilo e dice che'nzomma Giobbe e Paola nun poteveno veni'... sòooola! Solìssimaaaa!... e difatti tipo tre quarti dell'òdiens hanno preso se so' arzàti e se ne so' ìti via... certo, noi già stavàmio ner coridoio, j'avemo fatto 'no sguish, aho!, ma nemmanco Sciumàche...



(il maestro elementare Iuri Cicerchia) ...scandaloso! Solo scandaloso!... ti dico solo che è stato citato Tiziano Scarpa... Tiziano Scarpa!!!... sì, ti dico: la conduttrice ha detto addirittura "una frase memorabile di Scarpa"... che già è un bell'ossimoro... me la sono segnata, guarda... ecco: "blogger, siete peggio di Liala, siete nel territorio della tigre, vi limitate ad accarezzarei gattini"... ma che mi significa, che cacchio mi significa!!!... ma vaffambròdo, scusa!... no, guarda, è che se c'è uno scrittore che inaugura una certa strada, o magari, che so, come me segue la propria strada, e però ha successo con quella... poi cominciano tutti a seguire quel filone, e... guarda quello che è successo al "noir"... adesso invece c'è questa cosa del blog, tutti a pubblicare questi del blog... ma che cacchio è 'sto blog? Chi cacchio sono questi!... avessero fatto la scuola Holden o similari, capirai... e difatti chi presentavano? 'sta tizietta che si chiama come un'erba... Valeriana, Camomilla... Pulsatilla!... a lei sì e a me no, capito? E perché? Primo, perché adesso pubblicano tutte 'ste donne, va di moda, capito... citano tutte Simone De Beauvoir, capito... come se sapessero chi è, peraltro... secondo, perché adesso basta che parli delle cose che stanno sui giornali... l'emergenza ggiùvani, capito?... tutte 'ste panzanate sull'anoressia, sull'abbandono, sulla provincia, sul rosa hard col versante sàiber e il razzo a tre stadi dietro... come la racchetta della Simona Vinci, però... e poi, almeno ne parlassero seriamente! Macché! Adesso è tutta ironia, l'umorismo, non c'è spazio per la serietà! E mi meraviglia che c'era pure coso, La Porta... che ha fatto tutta 'na sbrodolata su 'sta maruzzella maruzze'... ma come, dico io, tu critico scrivi un libro dove attacchi i libri gonfiati apposta per venderli, che i loro editori sono i primi a dire che quei libri so' cacatine - scusa il termine - pure se li presentano come se fossero Gadda (1)... e poi... poi viene a presentare 'sto fregnetto gonfiatissimo pubblicato da una fanatichella... e dice pure che racconta la realtà! Che ha scoperto, pensa un po', che Dio è misogino! E La Porta dice che quella ha tirato su un dramma teologico! Uno scandalo... una cosa che... guarda, m'è calato moltissimo... e poi, io l'ho sentita parlare, 'sta squinzia... parla col naso! Gn-gn-gn! E dice "blogosfera"! "Troll"! Oppure "sclerato!"... "sclerato", capito! Roba che Alfredo ha detto l'unica cosa giusta, che uno a sentirla diventa "antisclericale"... e questa la pubblicano! E io, che ho scritto un libro serio, documentato, e, se permetti, anche con qualche arte, non trovo un editore... e poi dice che i cervelli fuggono all'estero! E ti credo! Nessuno è profeta in patria, come diceva Trotskij...



(Chiarchiara) ... non si capisce quasi niente, perché intorno ci sono gli altoparlanti degli altri programmi, specialmente di farenàit... però adesso spiego che tutto nasce dall'esperienza delle classi, di editoria artigianale... c'è la nostra scuola, che fa iniziare subito, dalle prime classi, l'esperienza del libro di classe, che poi verrà venduto nella nostra fiera del libro finale... e pubblicato da Le impronte degli uccelli... la collana le cinciallegre... così lo scrivere e il creare ha un intento comunicativo forte, nobile... di solidarietà attiva... perché noi dedichiamo i proventi delle vendite dei libri a un progetto per cui ai bambini dell'Africa, che non sono fortunati come i nostri, noi forniamo libri e materiale scolastico... ai bambini facciamo vedere anche filmati sull'Africa, e li facciamo incontrare con operatori culturali... il libro di quest'anno, "l'Elefante bianco", è un libro corale in tutti i sensi... perché i disegni sono stati fatti dai bambini più piccoli, mentre i testi sono stati fatti dai bambini più grandi, fino alla quinta... sono testi costruiti come una staffetta, no, uno fa la prima parte, uno la seconda, eccetera... e abbiamo mantenuto la tematica dell'Africa proprio per affinità con la finalità di solidarietà che ci eravamo proposti... farei a questo punto un applauso ai bambini, che vengono a leggere nella situazione non felicissima dell'acustica...



(Luca T.) ...gnente de che... è americana de Boston, c'ha 'sta casa editrice di SìFì, di fantasy... boh, che te devo di'... l'unica cosa veramente death frèsc è quando la tipa s'è messa a parla' der Donner Party... sì, quando 'sta carovana s'è persa pe' le montagne e se so' magnati a vicenza!... davéro!... allora no!... sì sì, c'hai raggione te... sei mejo te, te'o 'sto a ddi'!... ma se c'hanno fatto pure er film!... comunque... aho, jeri io e Kem semo stati al supermercato co' su' madre, quella nòva... e alla salumeria vendevano un salame che se chiama "cojone de mulo"! Se semo tajati che proprio...



(corea) Dal corridoio moquettato in area bambini, improvvise provengono suoni di tamburo, timbri di campanelli percossi, voci che invitano a raccogliersi, come di cantimbanchi in piazza. Si volta l'angolo, e nell'ampio corridoio moquettato già ballano - un po' living theatre, un po' danza selvaggia - graziose mascherette. C'è qualcuno che precisa che sono non più che sedicenni, ragazze di liceo artistico o istituzione equivalente: non si può saperlo che per averlo inteso, o per invenzione dalle voci. Le ballerinette-cantastorie difatti hanno il volto celato da una maschera dicartone grigioscuro, stregonesco nelle intenzioni, ma che ricorda una versione infantile dei mammuttònes. Indossano, a nascondere il corpo, lunghe tuniche di patchwork di tessuti opachi - siamo in una fiera di libri, uno spiritoso le ridenomina patchword -, pezze grige, nere, giallo spento, marrone cacà, rosso sangue pesto, con trame grossolane di recupero di cencio toscano, d'infeltrito stìglio arrivato dall'America in balle a Prato, per la felicità di chi rivende di seconda mano.

Dimenandosi, raccontano una storia ai bimbi che stanno educatamente seduti su banconi di legno multicolorato. I volti dei piccoli seguono stranìti la pittoresca narrazione. Ma le dita delle loro manine s'atteggiano come tenessero un telecomando, e ne percorressero la tastiera, nel desiderio o solo nell'abitudine a cambiar canale per vedere cos'altro succede.



(Tiziano) ... c'era Veltroni! Aho, Veltroni! Io lo conosco, sai... cioè, non è che lo conosco proprio, però quando abbiamo fatto il Che Guevara... sì, nella dependance della casa di Leo... c'ha mandato un video suo, con lui che c'augurava di continuare questa attività di pace e di solidarietà, e anzi c'ha suggerito di ampliare tutto con una sezione audiovisuale... che veramente ce l'aveva detto anche Cristiano, che potevamo usare un set del padre... comunque, ha detto delle cose, ma stupende, guarda... lui poi è dolcissimo!... si vede proprio che, cioè, col comunismo non c'entra niente... ha detto che lui gira per l'Italia, no, e allora ha trovato questo libro, che gli è piaciuto un sacco, e poi ha telefonato all'autore, e insomma si sono conosciuti... e difatti l'attore Peppe Cederna... che lui lo chiama così, perché si conoscono, ma!, da anni... sennò si chiamerebbe Giuseppe... e pare che ha fatto un film su Bob Kennedy... che lui lo chiama così, sennò si chiama mi pare Robert... insomma 'st'attore ha letto certe pagine del libro... e poi ha detto come Walter... che lui Veltroni lo chiama così, perché si conoscono da mo'!... gli ha fatto scoprire queste cose, queste cose delle persone un po' piccole, cioè, come le persone normali... sai quando siamo andati quella volta all'ipermart, che ne abbiamo viste tante?... e insomma lui... Walter, cioè... gli ha fatto scoprire per esempio che Mozart era morto... nòo! Mozart mica era di destra! No, è inutile che insis... me la detto Chiaretta, scusa! Lei lo sa, sta al settimo anno di pianoforte!... come? ... che dici?... non c'è campo... chi... Riccarelli?... Riccarelli chi?



(il Giorgio e la Maria)... sì, te l'ho registrato... era al caffè letterario, dove c'erano pure da una parte la batteria e le chitarre del gruppo che s'era esibito prima... c'erano Purgatori, Freccero, Vita e Salerno ... hanno parlato dell' informazione... addirittura hanno detto che c'è un fumetto che mette in scena il rapporto ufficiale sull'undici settembre (2)... che è bello perché facile, comunicativo... però se fa vedere l'arabo come il cattivo coi baffoni, allora diventa pericoloso... nel senso che comunque se tu guardi a una vicenda, e non presenti quello che c'è intorno, quello che c'era prima, cambi tutto... e poi hanno detto che una volta Condolìzza Ràis aveva detto ai giornali americani di non parlare troppo di terrorismo... per non fare un favore a quelli, come è successo da noi col caso Moro... poi Freccero ha detto che quando succede qualcosa di grosso, inizia la cerimonia mediatica... sai il libro di Virilio?... per esempio, l'incidente è connaturato alla società... i viaggi spaziali hanno inventato l'incidente, il naufragio, la tragedia del Ciàllenger... però è successo... che proprio questo incidente crea empatìa, emozione, e allora c'è bisogno di creare l'evento... la tv crea commozione... come il videogame, che è una scarica di adrenalina... la nostra attenzione è liquida, viene scossa dall'ultima cosa che succede... su questa attenzione liquida il potere gioca come rimozione e come censura... dietro a questa cosa ci sono i giornalisti... la tv lavora sul tempestivo, sulla diretta, loro sulla differita... ma producono mediatico... ma succede che questa accumulazione di notizie lavora su un altro fuso orario... lavora con mesi di ritardo, perché crea un nesso di caso ed effetto, ma questo non ha niente a che vedere col videogioco, che è invece vincente sul grande pubblico, e la riprova è che l' evento è vissuto come un reality... e così a uno interessa la dichiarazione del pompiere del gràun zìro, e non la storia e la sociologia... interessala psicologia, come nel reality... psicologia da quattro soldi, beninteso... c'è l'effetto reality della notizia, insomma... puoi sapere tutto, filmare tutto, anche col videotelefono... ma il problema grosso è l'analisi, è la ricerca della verità... poi ha detto che loro, quelli della generazione loro, erano della generazione del sospetto... Marx, Freud, Nìce... c'era una cosa, e subito dicevi "cosa c'è sotto"... adesso c'è la scuola dell'emozione (3)... quella dei nuovi mìdia... ha detto che lui gli piace la rete, però molte volte i blog sono peggio dei reality... e molte volte la contronotizia lavora sulla stessa chimica della notizia... allora Purgatori ha detto che questo era molto importante... e ha detto che il fatto che quel russo è stato avvelenato col polonio (4) sarà capace di annullare ogni ragionamento sulla questione vera, cioè su quello che è veramente successo... poi Pecora ha detto che se uno vuole sapere non ciò che è vero o non è vero, ma percorrere una via che è più corretta nell'informarsi... allora bisogna recuperare le cose semplici... se uno guarda che ne so, "Repubblica" o "la Stampa", si trova articoli lunghissimi, che però sono quasi tutte opinioni... e non solo del giornalista, ma di quello e di quell'altro... e poi su fatti che uno conosce, perché l'ha visti al telegiornale... mentre se uno legge "Metro", o "Leggo", trova notizie brevi, semplici, che ti fanno proprio vedere quello che è successo, con un'informazione tutto sommato certificabile... se uno prende poi il supplemento metropolitano del Gnù Iòrch Tàims, è tutto soggetto-verbo-complemento... e allora è molto più difficile dubitare di questa evidenza visuale o grammaticale... quindi questo modo di esprimersi qua è già una terapia... sì, ha detto così... poi ha ricomiciato Purgatori, e ha parlato di un libro americano che raccontava di quando nella prima guerra del golfo i giornalisti stavano in albergo ad aspettare le notizie, e come erano frustrati... allora poi ha detto che lui poco dopo è andato a vedere i profughi curdi, e dopo aver fatto un giro di Peppe enorme sulle montagne, quand'è arrivato al confine già c'era una truppa della CNN... però ha detto pure che quello che poteva raccontare lui stando lì, parlando con i profughi, andava aldilà della cerimonia mediatica, era qualcosa di più... solo che le notizie fanno male, le opinioni no, quindi i giornali sono pieni di opinioni... Vita gli ha dato ragione, che il commento aggira la notizia... e che c'è la strategia del segreto, che non è non dire le cose, ma lasciare dei buchi, delle cose non dette... bisogna tornare al giornalismo d'inchiesta tipo la Gabanelli, andare dentro le notizie, e con la semplicità far capire la complessità delle cose... cioè, c'è un'apparente abbondanza di informazione, dentro una mancanza reale di notizie... e Purgatori ha detto che l'inchiesta è pericolosa perché il giornale è di chi fa le macchine, o di chi ha le televisioni, e allora, fare le inchieste significa rischiare di sbattere contro la porta del proprio padrone, e allora... a 'sto punto, Salerno ha detto che bisogna fornire quel che la televisione non fornisce... se c'è un attentato, dire chi c'è dietro... invece, i direttori dei giornali alle sette guardano i tiggì del mattino, e alle otto ridisegnano i giornali secondo le notizie dei telegiornali... con la scusa che il lettore vuol ritrovare quello che ha visto la sera.. ma non è vero... a 'sto punto m'ha chiamato Tom e sono dovuto andare via...



(dialogo tra un noto scrittore e un postulante)

P: "Posso disturbarla un momento?"

S: "Dipende...".

P. resta di princisbecco. Non se l'aspettava. Borbotta: "Sa, vorrei un autografo..." porge una cartolina e una penna. S. si concede: "Ma sa chi sono io?... sono Andrea De Carlo..."

Basìto, P. non replica che sa benissimo chi è. Anche perché S., firmando, si presenta: "Sono Marco Lodoli...".

Invece di dirgli una cosuccia come "'sti cazzi!", tanto per andare a pari, il P. ribatte: "Ah, non è Marco Lanzòl?" e subito fa lo spiritoso: "Mi faccia pure quello di De Carlo, se c'ha la delega".

Invero, qualcuno del nutrìto e attempato seguito di S. ride. Anche S. sorride, raggiante di pallore, avviandosi per la sala dove presenterà un libro tanto buonìno.



(Luciana) Luciana è un'editrice. Non ha un' azienda grande, una "grossa iniziativa". Ma vale più un gusto che un palazzo. Presenta, fra gli altri, il libro postumo che raccoglie le opere di suo padre. Alla fine, una ragazza acqua e sapone le chiede: "Cioè, non ho capito. Ma tu fai l'editrice, cioè scrivi i libri".

"No, quello lo fa lo scrittore".

"Allora li correggi".

"E' il lavoro del redattore, tesoro".

"Allora li vendi".

Luciana sorride: "Quasi. Li rivendico". Stupore della giovane. Al quale s'oppone, un secondo dopo, con un lieve accento toscano e virile, e sempre sorridendo, il chiarimento: "Rivendico soprattutto le cazzate".



(Maurilia) ... il settanta per cento dei siti sono o gialli o noir, gli autori scrivono sempre di più, gli editori pubblicano sempre di più, scusa... persino Anna ha una rubrica chiamata "noir", scusa... perciò facciamolo noir il sito, no?... scusa! Poi facciamo sempre in tempo a ampliare il discorso, scusa... siamo tre, vengono quattrocento euro a testa, più una sessantina all'anno, così c'ha detto Mirko il webmaster, non viene nemmeno tanto, scusa... poi Betta c'ha promesso che lei ci manda le dritte da Parigi, scusa... ma sì, sì, certo, il romanzo d'avventura è più archetipo, ma guarda che è proprio quel romanzo lì che sta alla base del noir, scusa... quello, e vabbe' poi c'è il discorso freudiano psicanalitico, scusa... prima la giungla esterna, del Borneo o della Malesia, e quindi il rapporto con l'altro, scusa... poi la giungla interna, cioè l'altro si perde, siamo un po' noi, persi nella giungla d'asfalto, scusa... la tigre siamo un po' anche noi, certo, ce-èrto... e non ti dimenticare dell'ondata di insicurezza dopo il crollo delle ideologie, scusa... ecco vedi che si può allargare il discorso, erò semre a partire dal noir, scusa... ma no, non fa solo da specchietto per le lodi, scusa... ma poi, se tu guardi anche solo la fiction o l'homevideo t'accorgi che è tutto noir, eh, scusa... quindi oltre alla letteratura potremmo fare questa finestra sul cinema, scu... la finestra sul cortile, ah ah ah sei tanto spiritoso, scusa... ma non hai visto che successo ha avuto Dan Brown col Codice Da Vinci, scusa... sì lo so che è una bojata... il genere, il genere... scusa... se un libro vende così tanto, allora significa che è letteratura, no, scusa? E quindi noi facciamo un sito di letteratura, di letteratura vera, scusa... come Ammanniti, 'sto Come Dio comanda che ha fatto, è mix di sperimentazione linguistica e territorio noir, scusa... ma se lo recensiscono pure su "Repubblica", scusa!... perché viene dalla letteratura di papà, dici tu? Ma scusa...



(Uliana Cataldi in Cicerchia)...volevo fare una domanda molto banale... cioè, anche se uhmmm fosse vero tutto quanto, anche se veniamo informati al centopercento, cosa possiamo fare?... Cioè, c'è qualcosa veramente di pratico che possiamo fare?... io sono un'insegnante, cerco di promuovere una cultura di pace, sia uhmmm con i bambini sia con i genitori... testimoniando prima io, no, con un certo modo di fare, di essere... e volevo chiedere una cosa... per quanto riguarda le operazioni di pacemaker... di peacemaker... no?... ho visto non so volevo chiedere se conoscete un po' la situazione proprio reale, e... ho visto diversi corsi, che ci sono stati diversi corsi all'università... io credo che sarebbe giusto anche cercare di boicottare questi corsi, perché si prepara una cultura di morte... cioè, non si può pensare di organizzare una cosa di questo genere perché ci saranno eventuali guerre... ecco questo penso io possa essere... che dice, Vauro?

Sono completamente d'accordo... questa commistione tra militare e umanitario è micidiale...



(Cristiana) ... quello dei salami. Mitico!... poi ti faccio vedere il libro... ma lo vedi che non capisci niente! Ma se don Pezzetta ha detto che va bene, che è una lettura simpatica!... c'era pure ai tempi suoi, c'era il diario di scuola... sì, ha detto proprio così, che era come un amico, uno qualunque... disegnando faceva un po' un pasticciaccio, però... e poi la pensava come noi, no?... come no! Si chiamava Benito!



(la mamma di Jean-Loup)... sì, Tijean s'è divertito moltissimo, il mio lupacchiotto! Non avrei mai creduto che un bambino così piccolino si sarebbe tanto goduto in una fiera di libri. Però erano molto organizzati, questo va detto. Erano sempre in treno di fare qualcosa. Faceva che si mettesse una di queste ragazze a giocare danza, animazione, teatro, che subito gli infanti le suivano...



(Jean-Loup) Ripete - ma piano piano, sulle labbra - "non ho più paura di dire che ho paura", come gli altri bambini, seduti, su cuscini gialli, rossi, verdi, azzurri, in semicerchio davanti all'animatrice, che chiede anche: "Adesso che ci siamo riscaldati, vediamo un po' che facciamo quando abbiamo paura". Gli altri ragazzini si sbrigano a rispondere, entusiasti, sicuri. Lui li guarda, abbracciando un cuscino blu scuro.



Uscendo, nella prima sera romana, sotto un cielo umido, color di lavagna, scende la scalinata del palazzo dei congressi stanco e confuso dal mormorio che gli ronza nelle orecchie. Ha un lieve torcicollo: allora ruota lentamente la testa. E vede, sullo sfondo dei marmi fascisti, alto, robusto, infastidito, Massimo Carlotto. Fuma un sigaro, e sorride poco allo sguardo altrui, mentre volta il proprio al bianco d'una delle colonne. E' felice.



*****

Gli eventi seguiti sono:

8 dicembre 2006

Dove nascono le idee?

Agenda diritti umani 2007

Incontro con Pulsatilla

Hacca come erotica


9 dicembre

L'elefante bianco - presentazione dei piccoli autori della scuola di Maccarese

Ne succedono anche di più strane

I pensieri crudeli di Ugo Riccarelli

Come si forma un'opinione?

L'antimeridiano


10 dicembre

Il mondo del noir

Di chi è lo spazio?

Gli anni d'oro del diario Vitt

I bambini e le paure






NOTE

1)Filippo La Porta, Manuale di scrittura creatina, (sic) Minimum Fax, Roma 1999;

2)9/11, edito Alet, Padova;

3)"scuola" potrebbe intendersi anche in senso proprio: "Non esercitati all'analisi logica, mal attrezzati per sviluppare e capire un'argomentazione, non avvezzi a consultare testi per documentarsi, gli studenti hanno ripiegato sulla sola posizione che potevano rivendicare come propria: le loro sensazioni su questo e quello". Lo trovo in R. Hughes, La cultura del piagnisteo, Adelphi, Milano 1994, p. 88. Il che mostrerebbe l'affinità tra l'ideologia televisionara e quella della scolarizzazione, intuita dal Pasolini che le voleva entrambe abolire - cioè mutare radicalmente (cfr. F. Colombo, G. F. Ferretti, L'ultima intervista di Pasolini, Avagliano, Roma 2005, p. 63);

4)Ci si riferisce al caso Litvinenko, la spia russa avvelenata a Londra col materiale radioattivo detto polonio 210. Ma un russo avvelenato dal polonio praticamente è una nemesi scespiriàno-storica - vedi il contenzioso russo-polacco almeno dalla linea Curzon in poi. E dicono che la storia non abbia senso! Certe volte, per comprenderla, basta unire i puntini.





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