INTERVISTE
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2002...
Attualmente è nelle mani del mitico Igort che sta ultimando le tavole della graphic novel che uscirà nei primi mesi del 2007 dal titolo Dimmiche non vuoi morire per Mondadori nella collana Strade blu. È un progetto lungo dal punto di vista tecnico. Prima ho dovuto scrivere il romanzo e poi passarlo a Igort. La scelta di un romanzo a fumetti nasce non solo dal desiderio di lavorare con un grande artista come Igort ma anche dalla necessità di "riflettere" sul personaggio dell'Alligatore. E il fumetto è un ottimo strumento per scavare in un personaggio seriale. Credo che dopo 5 romanzi sia necessario rivisitare l'intero impianto della serie perché non è più riproponibile il metodo americano di lasciare immutati i personaggi mentre intorno a loro il mondo cambia vorticosamente. "Vedere" per la prima volta l'Alligatore mi permetterà di continuare il processo di trasformazione iniziato con Dimmi che non vuoi morire. Conto di ritornare con un nuovo romanzo della serie fra tre anni. Nel frattempo l'Alligatore arriverà anche a teatro. Sto giusto scrivendo un monologo...
Cosa pensi del giallo italiano di questi ultimi anni?
Troppi romanzi, troppe collane "inventate" per sfruttare il momento positivo del mercato. Sono convinto che questa situazione determinerà una crisi del genere. Mi sento sempre più lontano da quegli autori che continuano a riproporre la struttura crimine-indagine-soluzione badando solo alla perfezione dell'ingranaggio poliziesco. Il problema oggi è chiedersi quale tipo di storie criminali ha senso scrivere come strumento per raccontare questa Italia. I codici del genere possono essere forzati sia per raccontare storie di ampio respiro, sia per tentare di colmare il vuoto lasciato dal giornalismo investigativo. Credo sia necessario sperimentare nuovi territori anche sul piano delle trame. E della scrittura. Insomma il genere va ripensato e adeguato ai tempi, senza preoccuparsi di abbandonare sicurezze narrative.
Nordest rientra in questa visione del genere?
Certo. Scritto a 4 mani con Marco Videtta è un tentativo di usare il solito cadavere per raccontare la fine di un sistema economico, quello del Nordest appunto. Il vero cadavere è proprio il territorio abbandonato dagli industriali per la più remunerativa Romania. Videtta ed io abbiamo fatto molte presentazioni del romanzo e non siamo mai riusciti a parlare di letteratura perché letteralmente travolti dal desiderio dei lettori di parlare di politica ed economia. O meglio di futuro. È stata un'esperienza molto forte trovarsi di fronte a domande che non competono a uno scrittore di genere.
Il Fuggiasco, Arrivederci amore, ciao...romanzi e cinema...
Ora è in fase di montaggio Jimmy della collina tratto dall'omonimo libro per ragazzi, diretto da Enrico Pau. Davide Ferrario ha scritto una bella
sceneggiatura dell'Oscura immensità della morte. Una casa di produzione inglese ha opzionato i diritti del Corriere Colombiano. Un rapporto romanzi-cinema che si sta consolidando sempre di più. Ovviamente ne sono solo contento. Quando scrivo un romanzo spero sempre che altre sensibilità artistiche si approprino della storia. E non soffro di gelosia se il risultato non ricalca fedelmente il mio lavoro. I linguaggi sono così diversi che mi sembra naturale che emergano le differenze. Non ho mai creduto nell'annoso dibattito: più bello il romanzo o il film. Ho notato invece che è ben radicato nei lettori che "soffrono" se non ritrovano le stesse emozioni del romanzo.
Prossime uscite?
A settembre, per e/o, La terra della mia anima, biografia romanzata di Beniamino Rossini, personaggio della serie dell'Alligatore. Contrabbando e rapine lungo trent'anni di storia italiana. Un progetto a cui tengo molto. Nel frattempo giro con uno spettacolo che ho scritto insieme ad Andrea Melis,Cristiani di Allah. Accompagnato da due musicisti, Maurizio Camardi e Mauro Palmas racconto la storia dei rinnegati, ovvero di quelle migliaia di persone che fuggirono dai regni cristiani per unirsi ai pirati barbareschi. Una storia negata dalla storiografia occidentale e cattolica ma molto interessante per svelare cosa si celava dietro quello "scontro di civiltà". Quattrini e potere. Esattamente come oggi.
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