L'idea non era malvagia (ammettendo che sia giusta la mia interpretazione) e cioè quella di offrire un quadro, sufficientemente elaborato, della diaspora dei sentimenti e della difficoltà di comunicazione: come contraltare, una fiducia nel prossimo e la possibilità che il pessimismo degli affetti e delle emozioni sia solo nelle parole (non scritte), non nella vita reale.

Controcuore invece, che raccoglie autori provenienti tutti o quasi dalla scuderia Azimut, è un guazzabuglio incomprensibile di fatti e misfatti.

Perché già è difficile trovare un'antologia decente (il motivo checché se ne dica, è uno solo: in questi tempi di ignavia e superficialità, ma come si può pretendere di leggere una dozzina di racconti decenti? Ma che crediamo agli asini che volano?), a questo aggiungiamo un'intollerabile eterogeneità dell'oggetto che alla fine tornare al bandolo della matassa è miracolo come lo sarebbe per il gatto stesso che l'avesse precedentemente sfilacciata.

Qualcosa di buono in questa discesa negli inferi della pessima letteratura c'é. Int. 913 per esempio della Diane Thomas e Una bella giornata per un attacco aereo del nostro Adriano Angelini, racconto già apparso in precedenza sul Paradiso. Il resto, con qualche cocente delusione, come nel caso di Pedro Puixao che col suo La ragazza che chiese in prestito la bellezza ci offre un pessimo esempio del dire-non dire, del suggerire-non suggerire che credo sia una pena anche per chi traduce, sarebbe da buttare alle ortiche.

Perché poi mi si deve dire cos'è il 'controcuore' di chi vuole scopare nei letti degli altri ed essere visto (Crepuscolo), o di chi si crede etero e rinuncia al 'filo' dell'omo (nell'orribile racconto Dannato), o di chi lascia morire la suocera (La moglie di Carlo) o della donna che finisce sotto una macchina (Ondra) o dell'orafo 'splatter di Gaeta (Un cuore rosso per San Valentino). E mi fermo qui.

'Impreziosisce' la raccolta una tracklist iniziale (chiederei infatti lumi sul perché ogni racconto della presente antologia sia arricchito da un'introduzione versicolar-musicale che spesso e volentieri, come direbbe Di Pietro, non c'azzecca proprio) e delle note biografiche finali che oltre ad essere un perfetto esempio di ironia involontaria, sarebbero indigeste anche a chi è abituato a mangiar sassi. Perché quando si legge a proposito di tale 'Madame De Linis': Qualcuno l'ha definita giornalista, professoressa, scrittrice, web designer, informatica, appassionata di lotte per i diritti (sic!!!!!!) ma in realtà non è nessuna di queste cose e le è tutte. Una volta, alla domanda "tu che fai nella vita" ha detto "perdo tempo in attesa di morire, come te". Al momento è impegnata a costruire una casa in riva alla sabbia e a credere di nuovo nell'amore anche se non sa cosa sia... beh non ti verrebbe voglia di incontrare l'autrice e prenderla a scudisciate fino a farle chiedere pietà e poi mozzarle le mani per non farle scrivere più una riga ?

Non sarebbe utile in questi casi nemmeno il consiglio: ma torna a scuola! Rischia di finire alla Holden. Dalla padella alla brace. Anzi, dalla setola alla seta.



di Alfredo Ronci