RECENSIONI
AA. VV.
Leucosya e altri racconti dal Trofeo Rill e dintorni
Mondi Incantati, Pag. 176 Euro 10,00
Lo abbiamo già detto altre volte, ma varrà la pena ribadirlo: l’appuntamento annuale con il Premio Rill — e il susseguente “libro” che ne esce — è qualcosa di irrunciabile per tutti quelli che si occupano di letteratura fantastica. Il collettivo che si riunisce intorno a questo premio è ormai gruppo consolidato e il loro lavoro ha dato vita anche a una serie di antologie di ottimo livello.
Come tutti gli anni il libro prende il titolo dal racconto che ha vinto il concorso — Leucosya di Laura Silvestri, ingegnere — al quale hanno partecipato più di 250 racconti. Leucosya è una storia di SF-hard, eppure ha un gusto velato, malinconico. Racconta in modo convincente il rapporto madre-figlia su scala galattica e va assolutamente letto. Forse l’unico cruccio è che il numero di battute massime permesse dal bando lo abbia castrato nella sua potenzialità, ma voci ci dicono che l’autrice stia pensando a un romanzo sull’argomento. Lo aspettiamo a braccia aperte.
Diverso completamente nello stile e nel tono è il racconto secondo classificato, Spiriti d’estate di Fabio Galli. La storia ci trasporta in un mondo quasi fatato dove spiriti e umani si mischiano in modo convincente. Spiriti non ci è dispiaciuto, come pure il terzo classificato, Non io di Alessandro Izzi, e il quarto, Voi che siete me, di Michela Lazzaroni, una storia che ci parla di clonazione e omologazione. Insomma buona (molto buona) la qualità generale dei racconti premiati e immaginiamo che i giurati abbiano fatto fatica a stabilire una gerarchia.
Come tutti gli anni da un po’ di tempo a questa parte, l’antologia è poi arricchita dai racconti che hanno vinto concorsi gemelli nel mondo di lingua inglese — Irlanda, Regno unito, Australia e Sud Africa — e non solo, l’antologia Visiones spagnola. Per finire un concorso nel concorso: i vincitori degli scorsi anni che si sfidano.
L’ultima nostra nota va alle copertine che da anni Valeria De Caterini disegna per la copertina. Vi assicuriamo che solo quelle valgono i dieci euro del costo.
Insomma… che aspettate? Da leggere. Assolutamente.
di Marco Minicangeli @gattospinoso
Come tutti gli anni il libro prende il titolo dal racconto che ha vinto il concorso — Leucosya di Laura Silvestri, ingegnere — al quale hanno partecipato più di 250 racconti. Leucosya è una storia di SF-hard, eppure ha un gusto velato, malinconico. Racconta in modo convincente il rapporto madre-figlia su scala galattica e va assolutamente letto. Forse l’unico cruccio è che il numero di battute massime permesse dal bando lo abbia castrato nella sua potenzialità, ma voci ci dicono che l’autrice stia pensando a un romanzo sull’argomento. Lo aspettiamo a braccia aperte.
Diverso completamente nello stile e nel tono è il racconto secondo classificato, Spiriti d’estate di Fabio Galli. La storia ci trasporta in un mondo quasi fatato dove spiriti e umani si mischiano in modo convincente. Spiriti non ci è dispiaciuto, come pure il terzo classificato, Non io di Alessandro Izzi, e il quarto, Voi che siete me, di Michela Lazzaroni, una storia che ci parla di clonazione e omologazione. Insomma buona (molto buona) la qualità generale dei racconti premiati e immaginiamo che i giurati abbiano fatto fatica a stabilire una gerarchia.
Come tutti gli anni da un po’ di tempo a questa parte, l’antologia è poi arricchita dai racconti che hanno vinto concorsi gemelli nel mondo di lingua inglese — Irlanda, Regno unito, Australia e Sud Africa — e non solo, l’antologia Visiones spagnola. Per finire un concorso nel concorso: i vincitori degli scorsi anni che si sfidano.
L’ultima nostra nota va alle copertine che da anni Valeria De Caterini disegna per la copertina. Vi assicuriamo che solo quelle valgono i dieci euro del costo.
Insomma… che aspettate? Da leggere. Assolutamente.
di Marco Minicangeli @gattospinoso
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AA. VV.
Pintxos. Nuovi racconti baschi
Gran Vìa Edizioni, Pag. 221 Euro 16,00In questa raccolta di "bocconcini" (pintxos) figurano quattordici autori baschi, tradotti direttamente in italiano dalla lingua euskara. Ogni Autore precede il suo racconto presentandosi con una piccola autobiografia, che è a sua volta un racconto fra i racconti. Ne scaturiscono autoritratti molto personali e a volte caratterizzati da sorprendente modestia. Ho avuto alcune ambizioni, - confessa Pello Lizarralde - ma mai quella di essere scrittore professionista. Tutti descrivono il proprio rapporto con la scrittura, finendo per collocarsi in due categorie: gli scrittori per caso e gli scrittori che si sentono tali fin dalla nascita.
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