DE FALSU CREDITU
Salvina Perigli Ingestein
Abiure intime
Pelagio Editore, Pag.622 Euro 27,00
...Di più ella non potea e dinanzi allo specchio, con una condotta priva di malizia, si umettò le babbra di rosso, quasi umiliandosi. Poi di scatto, dopo aver indugiato involontariamente con lo sguardo sul letto, s'alzò impietrita. Il suo spirito, da tanto tempo turbato e afflitto, cedette ora a terrori immaginari; tremò al pensiero di guardarsi attorno nell'oscurità della su a grande stanza e temette non sapeva lei stessa cosa...(pag.126).
Momento topico del romanzo (quasi interminabile con le sue oltre 600 pagine) dove Isabella Sostri, giovane ed unica figlia di Giordano Sostri, signorotto di Carpeneto Sottano, borgo ameno e solitario della provincia di Livorno, tenta la sua ultima carta, ma preda dell'orrore più assoluto, pur di nascondere la sua bruttezza spaventosa agli occhi degli altri.
Le risuonano ancora negli orecchi le parole del fattore pisano, peraltro invitto dal padre per le sue origini che, pensatosi al sicuro confessa alla moglie incinta: deh, un li sartan' addosso nemmen le 'avallette (pag.77).
Abiure intime (il titolo è di per sé già esaustivo, rinuncia libera e perpetua, sotto giuramento, a sé stessa, alla propria condizione di creatura infelicissima) è un romanzo denso, ma lattiginoso, dove a volte, per quasi segreti attributi, si rischia l'impantanamento.
Scritto nel 1834 e soltanto ora ritrovato, peraltro in una località, Monturlo Scalo, ancor più amena di quella dove si svolgono i fatti immaginari, deve il suo costrutto e la sua essenza ad un capolavoro della letteratura di fine settecento, I misteri di Udolpho di Ann Radcliffe che tanto influenzò il gotico e anche il romanzo giallo che sarebbe di lì presto arrivato.
Vicenda tetra ed ottusa, limitata geograficamente da spazi chiusi e claustrofobici e psicologicamente da personaggi gretti e sinistri, a cominciare dal truce Rinaldo Caproni (fa bene, Lidia Mazzolani del Vento, nell'introduzione capace ed essenziale, e su cui torneremo, a ricordarci come il cognome di tal personaggio richiami astutamente il Montoni di radcliffiana memoria) dove il peccato, la colpa e l'ingiustizia dominano con costanza, e direi quasi con perfidia insistenza.
Isabella Sostri, brutta, ma a volte invereconda si contrappone, come bianco su nero, alla bellezza maschia ma infame del suo persecutore Caproni che vuole sposarla non per le sue doti fisiche (ca va sans dire), ma per i suoi averi consistenti e sicuri.
Leggiamo a pag. 304: Fiero e volitivo, l'agguantò per il collo sottile. Egli solo riuniva in sé la volontà del guerriero con l'ingegno del saggio. In fondo era un brutale filosofo, che contemplava tutto sub specie aeternitatis. Sì, egli amava la gloria e il denaro, ma il suo orgoglio non lo divideva dalla umanità.
Inutile raccontare il finale, lo lasciamo alla pazienza e alla delizia dei lettori, peraltro facilmente immaginabile (lontani siamo dai primi virgulti femministi), piuttosto due parole ancora sull'introduzione raffinata ed attenta della Mazzolani del Vento che, con inusitata eleganza e direi quasi narrativa capacità, ci informa del caso fortuito che ha portato al ritrovamento del prezioso manoscritto: Abiure ci sembrò subito titolo ed espressione vetusti, convinti come eravamo di trovarci di fronte ad un manoscritto leggero e recente, frutto chissà di qualche ragazzina presa dalle prime smanie rivoluzionarie degli anni '60. Non ci sbagliavamo: il profumo di sandalo e muffa, e la sottile consistenza della carta ci rivelò un raffinato reperto. Fuori dalla finestra, incorniciato anche da una frusta tendina di chinz, l'inceneritore di Monturlo Scalo giganteggiava con la sua mole minacciosa ed austera.
Momento topico del romanzo (quasi interminabile con le sue oltre 600 pagine) dove Isabella Sostri, giovane ed unica figlia di Giordano Sostri, signorotto di Carpeneto Sottano, borgo ameno e solitario della provincia di Livorno, tenta la sua ultima carta, ma preda dell'orrore più assoluto, pur di nascondere la sua bruttezza spaventosa agli occhi degli altri.
Le risuonano ancora negli orecchi le parole del fattore pisano, peraltro invitto dal padre per le sue origini che, pensatosi al sicuro confessa alla moglie incinta: deh, un li sartan' addosso nemmen le 'avallette (pag.77).
Abiure intime (il titolo è di per sé già esaustivo, rinuncia libera e perpetua, sotto giuramento, a sé stessa, alla propria condizione di creatura infelicissima) è un romanzo denso, ma lattiginoso, dove a volte, per quasi segreti attributi, si rischia l'impantanamento.
Scritto nel 1834 e soltanto ora ritrovato, peraltro in una località, Monturlo Scalo, ancor più amena di quella dove si svolgono i fatti immaginari, deve il suo costrutto e la sua essenza ad un capolavoro della letteratura di fine settecento, I misteri di Udolpho di Ann Radcliffe che tanto influenzò il gotico e anche il romanzo giallo che sarebbe di lì presto arrivato.
Vicenda tetra ed ottusa, limitata geograficamente da spazi chiusi e claustrofobici e psicologicamente da personaggi gretti e sinistri, a cominciare dal truce Rinaldo Caproni (fa bene, Lidia Mazzolani del Vento, nell'introduzione capace ed essenziale, e su cui torneremo, a ricordarci come il cognome di tal personaggio richiami astutamente il Montoni di radcliffiana memoria) dove il peccato, la colpa e l'ingiustizia dominano con costanza, e direi quasi con perfidia insistenza.
Isabella Sostri, brutta, ma a volte invereconda si contrappone, come bianco su nero, alla bellezza maschia ma infame del suo persecutore Caproni che vuole sposarla non per le sue doti fisiche (ca va sans dire), ma per i suoi averi consistenti e sicuri.
Leggiamo a pag. 304: Fiero e volitivo, l'agguantò per il collo sottile. Egli solo riuniva in sé la volontà del guerriero con l'ingegno del saggio. In fondo era un brutale filosofo, che contemplava tutto sub specie aeternitatis. Sì, egli amava la gloria e il denaro, ma il suo orgoglio non lo divideva dalla umanità.
Inutile raccontare il finale, lo lasciamo alla pazienza e alla delizia dei lettori, peraltro facilmente immaginabile (lontani siamo dai primi virgulti femministi), piuttosto due parole ancora sull'introduzione raffinata ed attenta della Mazzolani del Vento che, con inusitata eleganza e direi quasi narrativa capacità, ci informa del caso fortuito che ha portato al ritrovamento del prezioso manoscritto: Abiure ci sembrò subito titolo ed espressione vetusti, convinti come eravamo di trovarci di fronte ad un manoscritto leggero e recente, frutto chissà di qualche ragazzina presa dalle prime smanie rivoluzionarie degli anni '60. Non ci sbagliavamo: il profumo di sandalo e muffa, e la sottile consistenza della carta ci rivelò un raffinato reperto. Fuori dalla finestra, incorniciato anche da una frusta tendina di chinz, l'inceneritore di Monturlo Scalo giganteggiava con la sua mole minacciosa ed austera.
CERCA
NEWS
-
6.12.2024
Giovanni Mariotti
La Biblioteca della Sfinge. -
12.11.2024
La nave di Teseo.
Settembre nero. -
12.11.2024
Tommaso Pincio
Panorama.
RECENSIONI
-
Giovanni Mariotti
I manoscritti dei morti viventi
-
Roberto Saporito
Figlio, fratello, marito, amico
-
Ivo Scanner
Monga - L'isola del dottor Viskorski
ATTUALITA'
-
La Redazione
Buon Natale e buon Anno.
-
Ettore Maggi
La grammatica della Geopolitica.
-
marco minicangeli
CAOS COSMICO
CLASSICI
CINEMA E MUSICA
-
Marco Minicangeli
La gita scolastica
-
Marco Minicangeli
Juniper - Un bicchiere di gin
-
Lorenzo Lombardi
IL NERD, IL CINEFILO E IL MEGADIRETTORE GENERALE
RACCONTI
-
Luigi Rocca
La passeggiata del professor Eugenio
-
Fiorella Malchiodi Albedi
Ad essere infelici sono buoni tutti.
-
Roberto Saporito
30 Ottobre