DE FALSU CREDITU
Giuseppa Melozzi
Anal banal
Edizioni la Foca, Pag. 180 Euro 15,00
Ne siamo certi: tempo due mesi e il libro finirà tra i remainders o le bancarelle polverose delle grandi città a far bella mostra, nonostante tutto, delle poppe siliconate della copertina, Però noi siam bastian contrari: vale la pena darci un'occhiata, perché tra errori grammaticali e sintattici, balle inverosimili di prestazioni sessuali incredibili (qualcuno potrà dire che è tutta invidia) e doppi sensi sparsi come chicchi di grano al momento della semina, l'autobiografia della più grande attrice porno italiana degli anni 70-80 merita attenzione.
Giuseppa Melozzi è il vero nome di Tamara Suck (nome omen!), star di prima grandezza del firmamente porno nazionale ed internazionale, detta anche madame Poularde (letteralmente Signora Pollastra, da non confondere, ovvio, con la nonnetta tutta casa e omelette, della tradizione bretone). Già in "strada" nei primi anni '60 – aveva 13 anni quando fu concupita in casa dallo zio, sorta di Paperone d'America – ottenne i suoi primi successi agli inizi dei '70 con le prime pellicole amatoriali, per poi sfondare (è il caso di dirlo!) a metà di quegli stessi anni con le parodie "porno" dei grandi successi della discografia battistiana.
Pensiamo alle pellicole (divenuti nel frattempo stracult) Innocenti eversioni (titolo vero: Innocenti evasioni), La truce dell'est (La luce dell'est), Le allettanti prodezze (le allettanti promesse), Prendilo così (prendila così) e il capolavoro Io verrei, non verrei, ma se vuoi (Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi).
Curiosamente la star cominciò leggermente ad appannare con il declino battistiano del periodo panelliano: l'unico titolo rimarchevole rimane tutt'oggi Tutte le pompe (preso di sana pianta dalla collaborazione tra il cantante di Poggio Bustone e il poeta romano).
Ci fu anche un procedimento legale nei confronti della Suck, intentato dallo stesso Battisti, quando uscì un cofanetto di videocassette intitolato Dio mio, si!. Fu ritirato dal mercato dopo pochi giorni e la porno star costretta a pagare le spese del processo.
Dicevamo dell'attenzione con cui abbiamo seguito le vicissitudini di questa donna: tra le righe dei suoi numerosi amplessi e delle sue prodezze sessuali, si scorge un frisson esistenziale che, senza essere troppo audaci, potrebbe avvicinare il suo libro ad altre autobiografie più acclamate e suggestive. Penso a Memorie di una Maitresse Americana di Nell Kimball (Adelphi) o a Sfanculiamoli, sorta di autobiografia irredentista dell'irlandese Alfina Mac Diarmit (Tre ore).
La storia del bambino perso perché lanciatosi dal quarantesimo piano di un grattacielo di Manhattan, o le vicissitudini legate all'uso sfrenato di coca ed ectasy durante gli anni novanta, sono testimonianze di una tragedia esistenziale qua e là ravvivata da sortite pecorecce e scoperecce.
In realtà la Melozzi, che oggi ha 54 anni e rimane una splendida donna, nonostante gli eccessi e gli stravizi, ci consegna un resoconto sentito e quasi austero, se la parola in questo contesto non sembrasse inopportuna e fuori luogo.
Con una specie di epigrafe che è tutt'un programma e col sospetto di rimasticature canzonettare, ma pregna comunque di una sensibilità "altra", ci lascia: Vissi neanche un minuto di non ardore. Ma alla fiera del sex chi non è esente da nessun dolore scagli le prime Pietre.
Giuseppa Melozzi è il vero nome di Tamara Suck (nome omen!), star di prima grandezza del firmamente porno nazionale ed internazionale, detta anche madame Poularde (letteralmente Signora Pollastra, da non confondere, ovvio, con la nonnetta tutta casa e omelette, della tradizione bretone). Già in "strada" nei primi anni '60 – aveva 13 anni quando fu concupita in casa dallo zio, sorta di Paperone d'America – ottenne i suoi primi successi agli inizi dei '70 con le prime pellicole amatoriali, per poi sfondare (è il caso di dirlo!) a metà di quegli stessi anni con le parodie "porno" dei grandi successi della discografia battistiana.
Pensiamo alle pellicole (divenuti nel frattempo stracult) Innocenti eversioni (titolo vero: Innocenti evasioni), La truce dell'est (La luce dell'est), Le allettanti prodezze (le allettanti promesse), Prendilo così (prendila così) e il capolavoro Io verrei, non verrei, ma se vuoi (Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi).
Curiosamente la star cominciò leggermente ad appannare con il declino battistiano del periodo panelliano: l'unico titolo rimarchevole rimane tutt'oggi Tutte le pompe (preso di sana pianta dalla collaborazione tra il cantante di Poggio Bustone e il poeta romano).
Ci fu anche un procedimento legale nei confronti della Suck, intentato dallo stesso Battisti, quando uscì un cofanetto di videocassette intitolato Dio mio, si!. Fu ritirato dal mercato dopo pochi giorni e la porno star costretta a pagare le spese del processo.
Dicevamo dell'attenzione con cui abbiamo seguito le vicissitudini di questa donna: tra le righe dei suoi numerosi amplessi e delle sue prodezze sessuali, si scorge un frisson esistenziale che, senza essere troppo audaci, potrebbe avvicinare il suo libro ad altre autobiografie più acclamate e suggestive. Penso a Memorie di una Maitresse Americana di Nell Kimball (Adelphi) o a Sfanculiamoli, sorta di autobiografia irredentista dell'irlandese Alfina Mac Diarmit (Tre ore).
La storia del bambino perso perché lanciatosi dal quarantesimo piano di un grattacielo di Manhattan, o le vicissitudini legate all'uso sfrenato di coca ed ectasy durante gli anni novanta, sono testimonianze di una tragedia esistenziale qua e là ravvivata da sortite pecorecce e scoperecce.
In realtà la Melozzi, che oggi ha 54 anni e rimane una splendida donna, nonostante gli eccessi e gli stravizi, ci consegna un resoconto sentito e quasi austero, se la parola in questo contesto non sembrasse inopportuna e fuori luogo.
Con una specie di epigrafe che è tutt'un programma e col sospetto di rimasticature canzonettare, ma pregna comunque di una sensibilità "altra", ci lascia: Vissi neanche un minuto di non ardore. Ma alla fiera del sex chi non è esente da nessun dolore scagli le prime Pietre.
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