ATTUALITA'
Stefano Torossi
Autori e relatori. Il conflitto
Brindisi coi bicchieri colmi d’acqua…
Davvero un bel coraggio. Lo ha dimostrato il nostro amico, l’attore Toni Bertorelli che impugna (e poi capiremo perché) una bottiglietta di acqua minerale.
Giovedì 16, ci ha invitati al Cinema Trevi per la presentazione del suo libro, il cui primo capitolo apre con un bello schiaffone: “Il mio nome è Toni, e sono un alcolista”.
Si tratta ovviamente di un’autobiografia in cui Bertorelli racconta tutto il suo tragico percorso fra droghe, sballi e soprattutto alcol, che lo ha spinto fino a un millimetro dal baratro. Ma gli Alcolisti Anonimi, una moglie devota e, sospettiamo, la fifa provocatagli da una cirrosi fulminante risolta con un trapianto di fegato, ce lo hanno restituito.
Il libro non vuole essere un’opera letteraria, ma un diario, scritto con mano semplice, diretto e per questo impressionante, di una discesa e di una risalita.
C’era lui a raccontarlo tormentando la bottiglietta. E il sapiente Italo Moscati a dirigere i relatori.
Piuttosto particolari: un medico che ha sintetizzato efficacemente per noi gli effetti dell’alcol sul corpo; uno dei suoi compagni di recupero, presentato come il più vecchio alcolista disintossicato vivente, pittoresco e colorito nei suoi racconti; e finalmente un terzo, che, ahinoi, si è infilato in un labirinto di confusi riferimenti alla fede, alla madonna e a tutti i santi, per fortuna prontamente neutralizzato da Moscati (ecco dove esce l’abilità del bravo moderatore).
Ce ne siamo andati un po’ delusi che non ci avessero neanche offerto il tradizionale prosecco (c’era solo la minerale), ma poi abbiamo capito che, dato l’argomento…
P.S. Noi eravamo rimasti che alcool si scriveva con due “o”. Nel frattempo dev’essere successo qualcosa che ci sfugge, perché la seconda “o” si è persa per strada. Forse è stato ulteriormente distillato.
Maria in Gloria fra i Narcisi
Ci rendiamo conto che questo titoletto può apparire sciocco. E’ un gioco di parole al quale non abbiamo saputo resistere.
Spiegazione: Maria Gloria Fontana è il nome dell’autrice che presenta “La ragione era carnale”, romanzo d’esordio ambientato fra tastiere e mouse, quindi più tecnologico del libro di giovedì scorso che invece è più alcolico,
Non lo abbiamo ancora letto, perciò nulla possiamo dirne. Ma il 18 eravamo tutti a dargli il benvenuto all’Antonello Colonna Open, un bellissimo spazio in cima al Palazzo delle Esposizioni, con un fantastico tetto trasparente attraverso il quale abbiamo gustato come meritava uno di quei tramonti romani di mezza stagione, freschetto ma limpidissimo.
E i narcisi chi sono? Ma i relatori, naturalmente! I quali, appollaiati ai due lati dell’autrice su questi esili trespoli che danno l’illusorio effetto di galleggiare a mezz’aria, hanno fatto quello che i relatori fanno normalmente durante le presentazioni: rubarsi con finto garbo la parola l’un l’altro, parlare principalmente di sé a scapito dell’opera presentata, o quando parlano dell’opera, sempre e solo in riferimento alle loro proprie reazioni; e soprattutto cercare di apparire più informati, più puntuali, più spiritosi, insomma, più in gamba dell’autore.
Non ci è parso che in questo caso più in gamba lo fossero davvero; certo è che i loro interventi sono risultati di una certa pesantezza, spesso saccenti o in alternativa irritanti (tanto che più di una volta abbiamo avuto la sensazione che, malgrado la sua faccia composta, sotto sotto Maria Gloria stesse friggendo un po’).
La quale Maria Gloria a un certo punto, non potendone più di tutto quel pavoneggiarsi a sue spese, preso il microfono, al grido di: “Adesso vorrei dire la mia!” ha, con la maggiore freschezza e con il minore uso possibile di parole, distillato per noi l’essenza del suo romanzo.
Credeva di averla fatta franca. Niente affatto: nuove interruzioni dei due, avvinghiati alle loro dotte analisi di portata universale; poi lettura di qualche brano, altre interruzioni, citazione finale da Flaiano, e finalmente ottimi supplì, panini, prosecco e tutti a casa.
I nomi dei narcisi? Facciamo come nei romanzi dell’800: il dottor G.C*** e il professor F.Z***. Se li riconoscete nella foto tanto meglio, comunque le generalità ufficiali le abbiamo noi nel cassetto.
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