DE FALSU CREDITU
Brunella Montalcino Scacchi Tarocchi
Calma di mare e viaggio fortunato
Wowman-Foya Italia , Pag.311 Euro 12,00
Che bello, questo romanzo! E anche l'Autrice, ha una storia singolare: di famiglia fiorentin-austriaca ben più che benestante, è famosa come illustratrice di libri per l'infanzia (sue ultime cose: Il bambino che tacque quando passò l'imperatore, e Patatrac! De' Medici!, entrambi Figlio Uno, Due, Tre Editrice). La sua infanzia l'ha passata nei luoghi di frequentazione degli "have's": in collegio in Svizzera, a Cortina per la neve, in Stiria per la campagna, sulle isole private, di famiglia e degli amici di papà e mamma, per il mare. Da buona cittadina del mondo, scrive in inglese, quindi si traduce in francese, tedesco, italiano.
Ma veniamo alla storia: Rickelia, mamma di Snaider, si accorge che il suo bimbo è anormale. Ad esempio, invece di partecipare con gli altri a sacrosante azioni di bullismo contro Angelo - un quattrocchi sfigato, figlio perdipiù di due genitori indegni, che non hanno a cuore il patriottismo nazionale e si ostinano a non associarsi alle giuste rivendicazioni di quei lavoratori che hanno mantenuto gran parte della nazione e che dunque giustamente vorrebbero che i soldi che evadono alle tasse venissero spesi solo nelle loro macroregioni a sostegno della loro economia (tranne ricevere cospicui emolumenti quando i profitti sono scarsi, sennò chiudono e buonanotte al secchio e al PIL) - si rifuta di fargli capire, assieme agli altri della sua classe, che il suo comportamento è egoistico e antinazionale.
Rickelia dunque si dispera, e, ignorante com'è, crede che non sia suo figlio ad essere disturbato, bensì che viva in un mondo dove la stronzaggine è regola. Povera illusa! Fortunatamente, si innamora di Fudndrùg, uno spacciatore di anfe - le "paste" di tanto folklore discotecaro - che le reca una corretta notizia: nel momento in cui tu e tuo figlio assumerete dosi acconce dei medicamenti che svendo, disse loro, potrete acquisire quella lucidità di giudizio e opportunità di comportamento che ora v'è vietata. Rickelia, senza por tempo in mezzo, accetta: subito assume, ella e suo figlio, carature di anfetamine che garantiscono nell'immediato la prestezza e autenticità dei loro modi.
Purtroppo, tuttavia, questa terapeutica viene interrotta dall'azione delle forze dell'ordine, per le quali la somministrazione di medicali senza appropriata garanzia è dolo. Ma Rickelia, com'è giusto, non s'arrende: constatati i benefici effetti sul carattere e sul comportamento del figlio dovuti alla somministrazione di sostanze acconce porta, com'è giusto, il novenne Snaider dal dottor Porta. Il quale, fedele agli indirizzi delle associazioni internazionali che hanno a cuore la salute - particolarmente quella de' bimbi -, gli prescrive un farmaco-miracolo: il fenilmetidato, potenzialmente utile nella disfunzione minimale del cervello, una sindrome complessa che si osserva nei minori, e che può essere associata a iperattività. Il fenilmetidato attenua la distrazione, l'aggressività e l'eccitabilità ed è più efficace della clorpromazina e dell'anfetamina; in genere migliora l'attenzione, il comportamento, e la capacità di apprendere. I bimbi ipercinetici, secondo alcuni Autori, sono invece sottoeccitati, e rispondono agli stimolanti con un miglioramento del comportamento complessivo.
Ecco dunque che, dopo essere rientrati nell'ordine della terapeutica dalla somministrazione selvaggia, Rickelia e Snaider, abbandonato il loro sciagurato pusher che li indirizzava verso sostanze illegali sibbene attive, si sono affidati alla curatela dell'industria farmaceutica e della moderna ricerca farmacologica, sì da ritrovare, mediante la loro arte galenica, quell'equilibrio che ne farà - una volta che Rickelia sarà maritata a un bravo giovine obbediente e lavoratore, che sarà di Snaider un vero padre e un accorto curatore - una famiglia modello. Ed è proprio qui che il romanzo si conduce, meravigliosamente redatto in ogni sua parte dall'Autrice, la quale ci avverte che ogni pagina del testo è pura invenzione, e tuttavia appartenendo a quella lingua di Stato cui ogni opera letteraria pertiene: siccome ogni lingua di Stato, per sua natura, scaccia ogni non lieto fine. Lieto fine essendo quello in cui i protagonisti grandi e piccoli s'ingozzano di pillole consentite, e non ci pensano più - meglio di così?
Ma veniamo alla storia: Rickelia, mamma di Snaider, si accorge che il suo bimbo è anormale. Ad esempio, invece di partecipare con gli altri a sacrosante azioni di bullismo contro Angelo - un quattrocchi sfigato, figlio perdipiù di due genitori indegni, che non hanno a cuore il patriottismo nazionale e si ostinano a non associarsi alle giuste rivendicazioni di quei lavoratori che hanno mantenuto gran parte della nazione e che dunque giustamente vorrebbero che i soldi che evadono alle tasse venissero spesi solo nelle loro macroregioni a sostegno della loro economia (tranne ricevere cospicui emolumenti quando i profitti sono scarsi, sennò chiudono e buonanotte al secchio e al PIL) - si rifuta di fargli capire, assieme agli altri della sua classe, che il suo comportamento è egoistico e antinazionale.
Rickelia dunque si dispera, e, ignorante com'è, crede che non sia suo figlio ad essere disturbato, bensì che viva in un mondo dove la stronzaggine è regola. Povera illusa! Fortunatamente, si innamora di Fudndrùg, uno spacciatore di anfe - le "paste" di tanto folklore discotecaro - che le reca una corretta notizia: nel momento in cui tu e tuo figlio assumerete dosi acconce dei medicamenti che svendo, disse loro, potrete acquisire quella lucidità di giudizio e opportunità di comportamento che ora v'è vietata. Rickelia, senza por tempo in mezzo, accetta: subito assume, ella e suo figlio, carature di anfetamine che garantiscono nell'immediato la prestezza e autenticità dei loro modi.
Purtroppo, tuttavia, questa terapeutica viene interrotta dall'azione delle forze dell'ordine, per le quali la somministrazione di medicali senza appropriata garanzia è dolo. Ma Rickelia, com'è giusto, non s'arrende: constatati i benefici effetti sul carattere e sul comportamento del figlio dovuti alla somministrazione di sostanze acconce porta, com'è giusto, il novenne Snaider dal dottor Porta. Il quale, fedele agli indirizzi delle associazioni internazionali che hanno a cuore la salute - particolarmente quella de' bimbi -, gli prescrive un farmaco-miracolo: il fenilmetidato, potenzialmente utile nella disfunzione minimale del cervello, una sindrome complessa che si osserva nei minori, e che può essere associata a iperattività. Il fenilmetidato attenua la distrazione, l'aggressività e l'eccitabilità ed è più efficace della clorpromazina e dell'anfetamina; in genere migliora l'attenzione, il comportamento, e la capacità di apprendere. I bimbi ipercinetici, secondo alcuni Autori, sono invece sottoeccitati, e rispondono agli stimolanti con un miglioramento del comportamento complessivo.
Ecco dunque che, dopo essere rientrati nell'ordine della terapeutica dalla somministrazione selvaggia, Rickelia e Snaider, abbandonato il loro sciagurato pusher che li indirizzava verso sostanze illegali sibbene attive, si sono affidati alla curatela dell'industria farmaceutica e della moderna ricerca farmacologica, sì da ritrovare, mediante la loro arte galenica, quell'equilibrio che ne farà - una volta che Rickelia sarà maritata a un bravo giovine obbediente e lavoratore, che sarà di Snaider un vero padre e un accorto curatore - una famiglia modello. Ed è proprio qui che il romanzo si conduce, meravigliosamente redatto in ogni sua parte dall'Autrice, la quale ci avverte che ogni pagina del testo è pura invenzione, e tuttavia appartenendo a quella lingua di Stato cui ogni opera letteraria pertiene: siccome ogni lingua di Stato, per sua natura, scaccia ogni non lieto fine. Lieto fine essendo quello in cui i protagonisti grandi e piccoli s'ingozzano di pillole consentite, e non ci pensano più - meglio di così?
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