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Il Paradiso degli Orchi
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RACCONTI

Simone Severini

Celacanto

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Mettiamoci seduti qui. Voglio, anzi devo, raccontarti la storia di mio fratello e di quello che m'e' successo in questi giorni. Si', adesso, appena tornato. Sono stato a pensarci per tutto il viaggio. Mi ci sono ossessionato.

Ho bisogno di condividerla con te. E' una storia assurda, ma mi stringe il cuore. Qualche minuto.

No. Non sono stanco. Preferisco stare ancora un po' fuori. Senti come si sta bene. Guarda che bella serata oggi. Non mi va di tornare a casa subito.

Non mi va di fare niente. Chi ci corre dietro. Si'.

Se non sbaglio, l'ultima volta che te hai visto mio fratello e' stato quasi due anni fa. Vero? Era estate, verso la fine d'Agosto. Eravamo andati a trovarli noi. Ti ricordi. I primi di Settembre capito' l'incidente a Sissi. Un lunedi'. Quando venne a trovarci l'ultima volta? Prima che andassimo noi, se ricordo bene. Passato Settembre non e' piu' voluto venire. Il Settembre nero di mio fratello. Il lato buono, tra virgolette, e' che non avevano figli.

Fai la faccia storta?

Ripensa alla storia dell'assicurazione della macchina. Stette un paio di mesi sottosopra, fino verso Natale, poi tutto d'un tratto sembro' rinato e noi ne eravamo piu' stupiti che altro. Da allora non s'e' spostato di casa nemmeno per una notte. Chi lo avrebbe convinto? Una testa di ferro come sempre. Non che questo fosse un male. Ti ricordi: gliel'avevamo detto in tutti i modi di andare un po' via da casa. Poteva venire a stare con noi per quanto voleva. In quei mesi ero davvero preoccupato per lui. Anche te lo eri. M'ero rassegnato a pensare di vederlo distrutto per tutto il resto della

sua vita.

Tutto d'un tratto un cambiamento incredibile quanto inaspettato. Era

tornato quello di prima. Ci chiamava al telefono spesso. Faceva battute.

Umoristico. Un umorismo del cazzo a volte. Vero? Non parlo male, lo sai. Ti ricordi, li' per li' avevo pensato che avesse le rotelle fuori posto e che fosse stato meglio andare a dargli un'occhiata. Lo shock per la morte della moglie.

Una brutta cosa.

Invece, andava benissimo. Per quello che vedevamo noi almeno. Considera per esempio le foto che ogni tanto ci mandava. S'era anche comprato una bella macchina fotografica.



Ci disse che aveva sistemato casa sua. Il lavoro gli andava benissimo, sempre a sentire lui. Che ci fosse stata una donna di mezzo? Improbabile. Apparte una persona come lui, ma anche le circostanze stesse. No. Era passato troppo poco tempo dalla disgrazia. Che ce l'avesse avuta gia' da prima? Ce lo vedi mio fratello? Io no. Ci disse un paio di volte: "In un certo senso una donna di mezzo c'e'". Poi ridacchiava e cambiava discorso.

A me faceva piacere sentirlo cosi' allegro. Un sorrisetto amaro, ma meglio che battere la testa al muro. Certo faceva piacere anche a te, a tutti, e' chiaro.

Per questo gli avevo detto mille volte "ti veniamo a trovare". Lui "no, vedi, sto benissimo" e ancora "non c'e' bisogno, chi te lo fa fare".

Adesso ho capito. Non si fidava. Aveva paura scoprissimo un segreto.

Esatto. Non si fidava di noi e non si fidava di tutti, per come vedo la cosa ora. Mi da un fastidio. Eppure trovo una ragione chiara ed assurda dietro al suo comportamento. Ti racconto.

Diceva "chi te lo fa fare il viaggio. Sono molto preso dal lavoro e non ho tempo per stare insieme a voi. Sai mi dispiace molto. Lo sai. Facciamo tra un po'. La prossima estate, per esempio". Contento lui, contenti tutti. Ora capisco perche' non voleva vederci. Non solo non voleva vedere noi. Non voleva vedere nessuno.

Ti dico tra un attimo. Fammici arrivare. Io sono andato via lunedi'. Te sai che lui e' morto sabato. Abbiamo fatto il funerale martedi' pomeriggio. Prima del funerale ho parlato col notaio. Aveva fatto testamento. Incredibile. A pensarci era piu' giovane di me. Forse dovrei farlo anche io testamento uno di questi giorni. No. Non scherzo. Guarda come succede. Un giorno ci sei. Un'altro, pluf. Ti saluto. Saluti a tutti.

Comunque. Ti chiederai il perche' ha fatto testamento. Il notaio mi ha spiegato come funziona in questi casi. Ha lasciato la casa e il conto in banca ai parenti della moglie. Giusto cosi'. Vedo che sei daccordo. A me? Un cazzo.

Che fai ridi? Sissi era una del posto. La sua famiglia non ha mai sguazzato nei soldi. Qualcosa da parte mio fratello ce l'aveva, quindi ha fatto bene a fare cosi'. Dal notaio c'erano la sorella e il fratello di lei. Mi ha fatto piacere rivederli.

Il caso e' cattivo. Sempre cosi'. Ti ricordi? L'ultima volta siamo stati insieme a loro dopo l'altro funerale, quello di due anni fa. Ci siamo visti due volte in due anni. Ogni volta per un funerale. Prima della loro sorella.

L'altro giorno di mio fratello.

Se ha lasciato qualcosa a me? Tu sai che noi andavamo molto d'accordo.

Siamo stati sempre molto uniti benche' vivesse lontano da un un sacco d'anni.



Mi ha lasciato un pesce. Si', un pesce. Non e' uno gioco. Non guardarmi con quegli occhi. La faccenda e' incredibile e questo e' cio' che la rende incredibile. L'incredibile nell'incredibile.

A casa aveva un pesce dentro un acquario. Un pesce raro. Nel testamento c'era scritto una cosa come "Mio fratello deve essere la prima persona ad entrare a casa dopo la mia morte. A mio fratello lascio l'acquario. In caso, per favore, prenditi cura di Sissi, anche se, e ne sono sicuro, non ce ne sara' bisogno. Io tengo a Sissi piu' della mia stessa vita".

Pazzesco. La cosa inaspettata e' che menziona appena la casa, il libretto bancario, o gl'investimenti. Faccio il materialista? Chiamiamolo realismo.

Sembra che l'unica cosa a cui desse davvero importanza fosse Sissi. Questo rende importante anche me in un certo senso. Stesso nome della moglie. Anche il notaio stentava a credere che nel testamento, dopo queste poche righe, seguissero un paio di pagine d'istruzioni su come trattare il pesce. Parlava anche di altre istruzioni "importantissime" lasciate accanto all'acquario.

Cosa? E' vero', l'ho detto, il pesce ha lo stesso nome della moglie. Certo.

Guarda, non e' solo per questo che era affezionato a quell'animale. Si va oltre la semantica. C'e' qualcosa di piu' dietro. In ogni persona c'e' un bell'abisso. Altro che pesci e profondita' marine. C'e' una cosa chiamata io che ha bisogno di nutrimento. Come il pesce.

Dopo il funerale, sono stato io ad entrare per primo nella casa. Questo rispettava le sue ultime volonta'. Appena ho aperto la porta, ho visto subito che la casa era cambiata. Cambiata molto da quando ci siamo stati noi due l'ultima volta. C'era una vasca. Mica da bagno. Dico, l'acquario.

Aveva sistemato quest'acquario subito vicino alla parete in fondo. Un acquario grande. Molto grande. Credo un due metri di lunghezza. Un po' di meno? Ce l'hai presenti i ristoranti cinesi? Ecco. Alto. Alto, cosi'. Fino alla mia spalla. Non so se l'ha comprato o se l'e' costruito da solo. Un vetro spesso non so quanti centimetri. Deve costare un sacco di soldi un affare in quella maniera. Se si fosse rotto avrebbe allagato mezzo condominio. Che casino.

L'aquario vicino al divano. Lungo come il divano. Il divano pero' l'aveva spostato di un metro di lato e girato verso l'altro lato della stanza. Davanti all'acquario aveva messo una brandina. Uno di quei letti con la rete pieghevole.

Aveva dormito li' l'ultima notte. Si vedeva perche' il letto era rifatto cosi' e cosi'. C'era una maglietta buttata per terra.

Di lato alla finestra aveva un cavalletto per dipingere. Aveva disegnato non so quanti fogli di carta. Due tele. Una incorniciata. L'artista. Il soggetto sempre Sissi. No. Non la moglie. Il pesce, Sissi. Si', faceva ritratti al pesce.

Vorrei ci facesse sorridere, per liberarci della tristezza. D'altra parte lui era una persona cosi' gioviale. Ce l'ho qui dentro, arrotolati nella valigia. Dopo li guardiamo insieme.

Appena sono entrato, ho visto subito il pesce nell'acquario. Primo perche' era un pesce grosso. Non enorme, ma nemmeno un pesce rosso. Si' lo so che ci sono pesci rossi grossi come cernie. Mi riferisco a quelli che si vincono alle fiere, quando tiri le palline da ping pong. Sara' stato lungo mezzo metro.

Esagero un po'. Diciamo venticinque, trenta centimetri. Ti dico, e non sto scherzando, ho letteralmente appena aperto la porta e il pesce s'e' spostato e venuto dall'altra parte, dove ero io. Ho accostato la porta dietro di me.

C'era luce nella stanza perche' saranno state le sei del pomeriggio.

Il pesce e' venuto dalla parte mia. Dopo, s'e' bloccato a mezz'acqua.

Immobile. Fermo con la testa schiacciata contro il vetro. Mi guardava fisso. Sono andato alla finestra per dare un'occhiata fuori. Il pesce s'era spostato e continuava a fissarmi. Sono andato verso l'acquario. Mi guardava negli occhi. Mi sono abbassato. Aveva gli occhi d'un'espressivita' incredibile.

L'espressione d'una persona in carne ed ossa. Era fermissimo. Ti fa schifo? Mi sembrava un foglio di carta. C'era una fotografia del matrimonio di mio fratello e Sissi attaccata con il nastro adesivo al vetro dell'acquario.

Stranamente, la parte con l'immagine era rivolta verso l'interno.

Non avevo mai visto un pesce in quel modo. Forse una volta alla televisione.

Un pesce davvero...brutto, rugoso. Mi sono girato per andare alla

scrivania a prendere le carte di mio fratello. Erano nel cassetto, come indicato nel testamento. Una sorta di agenda e tanti fogliettini volanti infilati tra le pagine. Numeri telefonici, biglietti da visita. Fotografie di Sissi, la moglie e fotografie di Sissi, il pesce. C'erano molte foto che avevo gia' visto.

C'era anche una di noi due insieme a lui e Sissi.

Ho allora allontanato un po' la sedia dal tavolo e mi sono messo seduto. Hai visto. Quando uno si mette seduto riavvicina la sedia al tavolo. Si' non sempre. Mi piace stare vicino per appoggiare i gomiti. L'ho fatto, dando le spalle all'acquario. Non so quanto tempo sono stato seduto a leggere tra le carte. Un quarto d'ora. Venti minuti al massimo. Sfogliavo l'agenda senza nessun'ordine preciso ed ho trovato una specie di poesietta, breve. Una poesia d'amore? Giudica te. L'ho messa qui in tasca. Aspetta. Te la leggo.

E' breve.

Non amiamo il contenuto,



amiamo il vincolo.

Di tutta la nostra vita,

siamo incatenati a pochi momenti,

gli istanti in cui abbiamo smesso di cercare,

perche' tu avevi me ed io avevo te.

Grazie per questo regalo.

Grazie per essere tornata.

Amore mio, non lasciarmi mai piu'.




M'ha fatto pena leggere queste cose. Te l'ho letta alla svelta perche' altrimentimi viene un nodo in gola. Poveraccio. Sai ci sono alcuni che quando perdono una persona cara si affezionano tantissimo a qualcosa posseduta dalla persona. Una psicosi, come tante altre. Per esempio una piantina. Una stanza della casa. Alcuni tengono un animale per compagnia. Certo un pesce di compagnia te ne fa poca, anche se ti guarda il quel modo.

Stavo per alzarmi quando finalmente m'e' passata sotto lo squardo la

cosa che rende strana e assurda la situazione. Nel mezzo all'agenda, c'erano ritagliate due pagine di un libro. Un libro di racconti e leggende popolari. Il libro da cui provenivano era dentro al cassetto. Un libro da bambini. Praticamente favole. Nelle pagine c'era la descrizione di una leggenda intitolata "Celacanto".

L'ho letta. Dal contenuto, non so se pensare a mio fratello come ammattito oppure solo "scosso". Di sicuro era un uomo davvero sensibile. La leggenda dice che se una di due persone che si vogliono molto bene, due amanti, muore in mare, allora l'amore dell'altra non gli permette di andare via per sempre. Il punto e' che l'amore non ce la fa a tenerla in vita nello stesso corpo, ma la tiene in vita nel corpo di un pesce. Romantico. Si' romantico,per farci un cartone animato. Di quelli con i colori pastello che parlano di folletti tristissimi.

Dicevo, non un pesce qualsiasi. Uno speciale, di una certa razza. Questo pesce si chiama celacanto. Sembra sia molto longevo. Ho scoperto adesso che e' un pesce strano, una specie di animale preistorico, molto raro.

La leggenda dice che l'amante rimasto "essere umano" puo' andare in

mare nello stesso posto dove ha perso l'amato e ritrovarlo nel celacanto. Il pesce fara' la stessa cosa fino alla morte dell'altro. A questo punto, siccome l'amore della persona in vita viene a mancare, anche il pesce muore. Le anime dei due amanti si possono cosi' ricongiungere in un qualche paradiso, posto, o non ho capito bene cosa. In questa specie d'aldila' potranno essere felice per sempre. Non ho chiaro dalla descrizione se in questo paradiso sono persone o pesci o granchi o che altro. Per me non cambia molto.

Aveva anche scritto la data in cui ha visto il celacanto per la prima volta.

Deve aver trovato per puro caso il libro con la leggenda. Ti viene tristezza? Sissi se l'e' portata via il mare, e lui se l'e portato via un attacco di cuore mentre leggeva il giornale in macchina. Per di piu' nel parcheggio del centro commerciale. Il colmo per uno a cui piaceva "l'avventura". Uno innamorato del mare. Perdonami per raccontarti questa storia cosi' lunga. Gia' una settimana dopo la scomparsa di Sissi aveva cominciato ad andare in barca nel punto esatto dove era avvenuto l'incidente, proprio nel punto in cui era affogata. Vicino agli scogli, dove la corrente ti gira e ti fa perdere l'orientamento.

Da quello che ho letto, mi sembra d'aver capito che gli esemplari di questa specie di pesce non vivono tanto vicino alla costa. Stanno a piu' di cento metri sott'acqua. Lui scrive che il pesce e' venuto vicino alla sua barca la prima volta che lui e' tornato li'. Fa capire sia stata sera. Ti leggo quest'altro pezzetto:

Sei tornata al tramonto. Ho capito subito che eri tu, mio dolce

amore. Sei arrivata sul pelo dell'acqua, proprio nel punto in cui

ti abbiamo cercata tanto. Che sorpresa!


La mente ci fa dei bei scherzi a volte. Te la senti te ti dire che e' tutto falso? Questa storia, inventata oppure no, gli ha permesso di vivere quasi due anni in tutta energia e serenita'. Almeno per quello che noi abbiamo visto da fuori. La storia fa tenerezza. Quando ho smesso di leggere queste quattro cose, mi sentivo lento, come se m'avessero messo una coperta pesante sulle spalle. Mi faceva uno strano effetto stare nella stessa stanza di un pescedonna.

Certo, la storia era del tutto inventata. Quello che non era inventato era che avrei dovuto fare qualcosa con l'acquario. Inventata oppure no, ho girato la testa per guardare l'acquario e quello che ho visto mi ha gelato il sangue nelle vene. Il celacanto era morto. Morto stecchito. Sono saltato per la paura, suggestionato com'ero. Ho spalancato subito la porta di casa. M'ha ridato calma il fatto che ci fosse tanta gente per la strada. Fluttuava a mezz'acqua, inanimato. Era morto mentre io leggevo.

E' probabile sia morto perche' e' stato alcuni giorni senza mangiare.



No. Non sto cercando di rompere tutta la poesia, la magia, o quello che dici tu. Solo tiro fuori la cosa piu' ragionevole. Sei daccordo? Di una cosa ha avuto ragione mio fratello: a scrivere nel testamento "sono sicuro, non ce ne sara' bisogno". Per fortuna.

Pero' vedi? Aveva dubbi. Era preoccupato che fossi io ad entrare per

primo nella casa perche' quel pesce non doveva stare li'. Quello era un pesce raro. Mi sono informato. Ci sono spedizioni per cercare esemplari di quella razza li'. Lui ce l'aveva in salotto! Assolutamente contro la legge tenerlo in una vasca. Ci pensi. Se l'avessero scoperto..... Il pesce doveva stare in fondo al mare fin dall'inizio. E' campato per un bel pezzo li'. Un pesce di profondita'. Questa non la capisco. Nel suo diario dice che e' stata Sissi...il pesce stesso a chiedergli di tornare a casa. La loro casa.

Dopo la visione del pesce morto ho aspettato un paio d'ore, stando li' a mettere a posto le carte. A prendere coscienza che non avrei piu' rivisto mio fratello. Ho preso un sacco nero per la spazzatura. Ho spostato il letto.

Capisci, dormiva davanti all'acquario. Forse per stare piu' vicino al pesce. Sono salito sulla sedia e l'ho tirato fuori dall'acqua. M'ha fatto decisamente senso tutta st'operazione. L'ho buttato subito nel sacco nero e c'ho fatto un nodo. Pesante. L'ho seppellito in un angolo del giardinetto della casa. Io non so se il pesce era o no uno di questi pesci rari che ti dicevo prima. Ci voleva che fosse un esperto a dargli un'occhiata.

Non so se ci sono dei pesci capaci di chiudere gli occhi. Quando l'ho messo nel sacco, quello aveva gli occhi chiusi. Gli angoli della bocca erano rivolti verso l'alto. Sorrideva. Sembrava fosse felice. E' assurdo dirlo. Sorrideva.

Cambiamo argomento dai. Che hai fatto oggi?









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