DE FALSU CREDITU
Pietra Busch Aroli
Datemi un Martelli!
HealMusic, Pag.260 Euro 18,50
Gli anni Cinquanta e Sessanta hanno promosso scriteriatamente la cosiddetta "canzone di protesta", occupando ogni possibile spazio d'espressività pop, e plagiando i giovani con la diffusione di conteuti ora evaporati in mancanza di contenitore. In realtà, sia la stampa musicale, asservita al regime sinistrorso, sia i cantautori milionari e però marxisticamente prefabbricati hanno dominato ogni aspetto della nostra vita musicale, esercitando un'egemonia culturale che, dalla letteratura alle scienze umane e sociali, allo psicanalismo selvaggio, ha distrutto l'autentico sapere italico che aveva come punti d'irradiamento i Lombroso, i Landra, gli Interlandi, e le bone lettere quali quelle dei Cicognani, dei Pitigrilli, insino del traditore Vittorini.
Caso emblematico di tale dominio, è la vita e sono le opere di KataFalko - al secolo, Luigi Buzzino, alfiere della "canzone d'adesione" - la quale, com'è facile capire, si contrappone a quella "di protesta" (in realtà, di regime), offrendosi come sua alternativa in testi e motivi. Il cantautore - che si definirà sempre "un almirantiano", e che allo statista dedicherà la struggente "Los Almirantes", quindi "las Malvinas sonos Argentinas" - esordisce nel 1972 con l'album Reato da galera: la canzone omonima lo spiega nei suoi versi "reato da galera / non esser tutti uguali". Notevoli anche "Aderisci anche tu!", che ironizza sui radical-chic e in genere sui borghesi che si fanno comunisti per opportuismo o insipienza; e "Trascurabile maggioranza" - il riferimento qui è al calembour di Flaiano,"in Italia i fascisti sono solo una trascurabile maggioranza".
Ignorato dalla sinistreria presa ad adorare bufale quali Guccini, De Gregori e l'insipiente De Andrè - per non dire dell'ipocrita Gaber, che spernacchia la borghesia ma vive borghesemente e comodamente - il Nostro non disarma: dopo le peripezie e i veri e propri sabotaggi di cui l'Autrice dà puntigliosamente ed esaustivamente conto (cfr. cap. II-III), Buzzino realizza Ventotene (1978), "isola che c'è", polemica risposta a quella "che non c'è" di Bennato. Si distingue, fra le canzoni dell'album, il doveroso revisionismo di "Villaggio vacanze", dove finalmente si fa giustizia del mito gauscista del confino, riportandolo alla sua vera dimensione di soggiorno in posti esclusivi. Notevole ma un po' datata è anche "Radiate la televisione italiana!":l'occasione fu uno special tv in cui si sostenne la calunnia secondo cui la criminalità organizzata era collusa con i partiti di governo. Grottesca e però pregna di contenuti, ai limiti del capolavoro, è "Stragicomiche", che ribalta con dignità e onore i falsi che attribuirebbero alla destra ogni strage di questo Paese - e fu buon profeta, dato che, a trentacinque anni di distanza, non si sono ancora trovati i colpevoli, che quindi potrebbero essere chiunque.
Ancora: la bella "Cinque minuti a Dio" rievoca il coraggioso episodio in cui quello che sarà il più grande statista italiano, durante un convegno in Svizzera, per rpovare l'inesistenza di questo feticcio, gli concesse cinque minuti per fulminarlo. Da notare che, all'epoca, il futuro condottiero militava in campo socialista, e questo ci dà l'idea dei nuovi orizzonti che si aprivano all'arte di KataFalko. Chiude l'LP la preveggente "Il modulo di Sofia", sulla disubbidienza fiscale, doverosa verso uno Stato che, più che etico, è anestetico, e che tradisce la vera volontà del popolo consociandosi con il "troiaio comunista", come lo definirà un celebre regista, molto vicino alla destra DC, che tanto oprò col senno e con la mano per l'affermazione dei principi cristiani, in specie "non sappia la destra quel che fa la sinistra", "omnia munda mundis", e "vult decipi? Ergo decipiamur!"
Dopo quest'esperienza, la carriera di Buzzino subisce una tragica fermata - tanto che il cantautore dovrà tacere per più di vent'anni: l'Autrice ricostruisce (pag. 130-178) il vero e proprio complotto delle forze occulte (mica tanto!) che faranno di tutto per impedirne l'espressione. Tuttavia, cantanti coraggiosi e controcorrente quali Tek e Grazie Ademichelis, e gruppi antagonisti come Neri per scelta, gli chiederanno collaborazioni ai testi: nascono così "Muore il Muro" (1989), sulla vittoria dell'Occidente e dl cristianesimo; "Il nostro caro Pierangelo" (1990), dove si ironizza con leggerezza tutta calviniana su quello storpio deforme di Bertoli; la bellissima, quasi un canto d'amore, "Pio XI & Cra XI Driver", sul nuovo concordato; e le seguenti, forse meno valide ma ugualmente interessanti, "Datemi un Martelli!", "Toghe russe", e "Il tristo esiglio" (1991-1993), sulla persecuzione subìta da gran leader d'un mònd làder.
Finalmente, nell'Italia riconsegnata a quelle Forze da sempre sane e nazionali, il Nostro riacquista il posto dovutogli, realizzando Questione di Fini (2002): cd che riprende alcuni fra i relativi successi del passato, e vi giunge nuove strabilianti composizioni: "L'immortale suo", "Il natio Borghezio selvaggio", "Turisti della democrazia", e le geniali "Le briosce sono un cibo nutriente e sano, con i loro cinque cereali. Perché vi ostinate a mangiate il pane?", e "The Walter is wild", sulle perversioni contorsionistiche politiche della sinistra, ovvero sui suoi giri di Walter.
Il ritorno al potere di forze illiberali, legate a doppio filo a un passato fallimentare, hanno determinato un nuovo silenzio su questo meraviglioso creatore e interprete, ora vicino alla sessantina - ma non come i Nomadi o i Pooh! -, del quale l'Autrice, molto vicina ad ambienti liberali e socialnazionali, mette in luce (anzi, in L.U.C.E.), oltre che le revisionanti novità dei testi e delle loro metriche, le bellùrie ritmico-strofiche e le novità armoniche del fraseggio e dell'architettura proriamente musicale. Procedimenti che non son mutuati, ma esemplati dai grandi della musica non inquadrata dagli schemini ideologici, come ad esempio gli Albano Laziali in Patria, e i Camelots du Roi, i Der Kommissar Rexiste, i Guns & Rifle Association all'estero. Processi che i giovani dovrebbero conoscere: plaudiamo dunque all'opera dell'Autrice, e ne auspichiamo similari.
Caso emblematico di tale dominio, è la vita e sono le opere di KataFalko - al secolo, Luigi Buzzino, alfiere della "canzone d'adesione" - la quale, com'è facile capire, si contrappone a quella "di protesta" (in realtà, di regime), offrendosi come sua alternativa in testi e motivi. Il cantautore - che si definirà sempre "un almirantiano", e che allo statista dedicherà la struggente "Los Almirantes", quindi "las Malvinas sonos Argentinas" - esordisce nel 1972 con l'album Reato da galera: la canzone omonima lo spiega nei suoi versi "reato da galera / non esser tutti uguali". Notevoli anche "Aderisci anche tu!", che ironizza sui radical-chic e in genere sui borghesi che si fanno comunisti per opportuismo o insipienza; e "Trascurabile maggioranza" - il riferimento qui è al calembour di Flaiano,"in Italia i fascisti sono solo una trascurabile maggioranza".
Ignorato dalla sinistreria presa ad adorare bufale quali Guccini, De Gregori e l'insipiente De Andrè - per non dire dell'ipocrita Gaber, che spernacchia la borghesia ma vive borghesemente e comodamente - il Nostro non disarma: dopo le peripezie e i veri e propri sabotaggi di cui l'Autrice dà puntigliosamente ed esaustivamente conto (cfr. cap. II-III), Buzzino realizza Ventotene (1978), "isola che c'è", polemica risposta a quella "che non c'è" di Bennato. Si distingue, fra le canzoni dell'album, il doveroso revisionismo di "Villaggio vacanze", dove finalmente si fa giustizia del mito gauscista del confino, riportandolo alla sua vera dimensione di soggiorno in posti esclusivi. Notevole ma un po' datata è anche "Radiate la televisione italiana!":l'occasione fu uno special tv in cui si sostenne la calunnia secondo cui la criminalità organizzata era collusa con i partiti di governo. Grottesca e però pregna di contenuti, ai limiti del capolavoro, è "Stragicomiche", che ribalta con dignità e onore i falsi che attribuirebbero alla destra ogni strage di questo Paese - e fu buon profeta, dato che, a trentacinque anni di distanza, non si sono ancora trovati i colpevoli, che quindi potrebbero essere chiunque.
Ancora: la bella "Cinque minuti a Dio" rievoca il coraggioso episodio in cui quello che sarà il più grande statista italiano, durante un convegno in Svizzera, per rpovare l'inesistenza di questo feticcio, gli concesse cinque minuti per fulminarlo. Da notare che, all'epoca, il futuro condottiero militava in campo socialista, e questo ci dà l'idea dei nuovi orizzonti che si aprivano all'arte di KataFalko. Chiude l'LP la preveggente "Il modulo di Sofia", sulla disubbidienza fiscale, doverosa verso uno Stato che, più che etico, è anestetico, e che tradisce la vera volontà del popolo consociandosi con il "troiaio comunista", come lo definirà un celebre regista, molto vicino alla destra DC, che tanto oprò col senno e con la mano per l'affermazione dei principi cristiani, in specie "non sappia la destra quel che fa la sinistra", "omnia munda mundis", e "vult decipi? Ergo decipiamur!"
Dopo quest'esperienza, la carriera di Buzzino subisce una tragica fermata - tanto che il cantautore dovrà tacere per più di vent'anni: l'Autrice ricostruisce (pag. 130-178) il vero e proprio complotto delle forze occulte (mica tanto!) che faranno di tutto per impedirne l'espressione. Tuttavia, cantanti coraggiosi e controcorrente quali Tek e Grazie Ademichelis, e gruppi antagonisti come Neri per scelta, gli chiederanno collaborazioni ai testi: nascono così "Muore il Muro" (1989), sulla vittoria dell'Occidente e dl cristianesimo; "Il nostro caro Pierangelo" (1990), dove si ironizza con leggerezza tutta calviniana su quello storpio deforme di Bertoli; la bellissima, quasi un canto d'amore, "Pio XI & Cra XI Driver", sul nuovo concordato; e le seguenti, forse meno valide ma ugualmente interessanti, "Datemi un Martelli!", "Toghe russe", e "Il tristo esiglio" (1991-1993), sulla persecuzione subìta da gran leader d'un mònd làder.
Finalmente, nell'Italia riconsegnata a quelle Forze da sempre sane e nazionali, il Nostro riacquista il posto dovutogli, realizzando Questione di Fini (2002): cd che riprende alcuni fra i relativi successi del passato, e vi giunge nuove strabilianti composizioni: "L'immortale suo", "Il natio Borghezio selvaggio", "Turisti della democrazia", e le geniali "Le briosce sono un cibo nutriente e sano, con i loro cinque cereali. Perché vi ostinate a mangiate il pane?", e "The Walter is wild", sulle perversioni contorsionistiche politiche della sinistra, ovvero sui suoi giri di Walter.
Il ritorno al potere di forze illiberali, legate a doppio filo a un passato fallimentare, hanno determinato un nuovo silenzio su questo meraviglioso creatore e interprete, ora vicino alla sessantina - ma non come i Nomadi o i Pooh! -, del quale l'Autrice, molto vicina ad ambienti liberali e socialnazionali, mette in luce (anzi, in L.U.C.E.), oltre che le revisionanti novità dei testi e delle loro metriche, le bellùrie ritmico-strofiche e le novità armoniche del fraseggio e dell'architettura proriamente musicale. Procedimenti che non son mutuati, ma esemplati dai grandi della musica non inquadrata dagli schemini ideologici, come ad esempio gli Albano Laziali in Patria, e i Camelots du Roi, i Der Kommissar Rexiste, i Guns & Rifle Association all'estero. Processi che i giovani dovrebbero conoscere: plaudiamo dunque all'opera dell'Autrice, e ne auspichiamo similari.
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