RECENSIONI
Patrik Ourednik
Europeana. Breve storia del XX secolo.
Duepunti Edizioni, Pag. 150 Euro 12,00
Il libro inizia così: Gli americani che nel 1944 sbarcarono in Normandia erano dei ragazzoni ben piantati che misuravano in media m. 1,73 e se li si fosse potuti sistemare uno con le piante dei piedi contro il cranio dell'altro avrebbero misurato 38 chilometri... e termina con una considerazione sull'inutilità dei monumenti ai caduti e sul fatto che quando gli uomini non sono 'caduti', diventano consumatori, sempre carne da macello.
E i mezzo a questi due poli?
Procediamo con ordine. Europeana non significa componimento che celebra una vittoria o esalta il valore e la gloria militare dell'Europa. Au contraire: esaminando l'ultimo secolo e allargando lo sguardo che una siepe tanta parte dell'ultimo orizzonte non esclude (libera interpretazione), l'autore arriva a suggerirci (non ce lo dice, ma lo capiamo, eccome se lo capiamo) che è stato un periodo di tempo tragico in cui l'uomo ha mostrato tutta la sua funesta attitudine a contraddirsi e a compiere delitti bestiali.
Patrik Ourednik, di nazionalità ceca, ma poi trasferitosi a Parigi, tranne quando ritira il premio in patria per il miglior libro dell'anno, con uno stile efficace, mai didascalico e dottrinale, tutt'altro, elenca una serie di misfatti dove però l'elemento centrale non è la piena considerazione e comprensione dei fatti, macché, ma la sua interpretabilità.
Come a dire che quando ci son tanti galli a parlar non si fa mai giorno e c'è sempre qualcuno che trova qualsiasi pretesto per compiere delitti innominabili (che Ourednik nomina) o per produrre analisi incomprensibili.
Gli storici dicevano che la memoria storica non era una componente della storia e che la memoria era passata dalla sfera della storia a quella della psicologia e questo aveva inaugurato un nuovo dominio della memoria nel quale non era più in questione la memoria dell'avvenimento ma la memoria della memoria (pag.42).
Nel procedere lesto Ourednik insinua nel lettore, però, il dubbio che il nocciolo della Storia (con la maiuscola) non sia solo l'elemento temporale: preso così c'è il rischio che nulla sia condannabile perché c'è sempre stato un precedente. Esempio: La prima legge sulla sterilizzazione degli elementi inferiori è stata promulgata nel 1907 negli Stati Uniti. Vecchia diatriba. Come a dire: ci si è lamentati dei nazisti, ma poi le potenze occidentali hanno fatto lo stesso e prima. Ci si dimentica però che agli Stati Uniti di allora non sarebbe venuto in mente di gasare gli ebrei (anche perché chi avrebbe fatto Hollywood, il cinema commerciale e prodotto i film di Woody Allen?).
Davvero c'è il sospetto, leggendo Europeana, che l'autore, pur brillando di una caustica, necessaria, critica dell'umanesimo, abbia voluto far di tutt'erba un fascio. Ma come dargli torto quando scrive: E nel 1942 i rappresentanti della Croce Rossa svizzera vennero a sapere dell'esistenza delle camere a gas nei campi di concentramento ma decisero di non diffondere l'informazione temendo che i tedeschi potessero sfruttare la cosa per gettare discredito sulle organizzazioni militari.
Oppure quando precisa: nel 2000 è stata abolita una legge dello stato dell'Alabama che vietava i matrimoni misti con i cittadini neri.
Non voglio far l'avvocato del diavolo, ma tra le righe del piccolo saggio, s'insinua un leggero sentor di walesiana adesione al sacro (quando la gente ha smesso di credere in Dio si è messa a cercare il modo di esprimere l'assurdità del mondo inventando il futurismo e l'espressionismo e il dadaismo e il surrealismo e l'esistenzialismo e il teatro dell'assurdo), perché si sa, quando tutt'intorno il sistema di valori non trova radice, non c'è modo di scazzottare il nichilismo se non con una massiccia dose di fede.
E temo che Ourednik sia in cerca, in qualche modo, di un'illuminazione.
di Alfredo Ronci
E i mezzo a questi due poli?
Procediamo con ordine. Europeana non significa componimento che celebra una vittoria o esalta il valore e la gloria militare dell'Europa. Au contraire: esaminando l'ultimo secolo e allargando lo sguardo che una siepe tanta parte dell'ultimo orizzonte non esclude (libera interpretazione), l'autore arriva a suggerirci (non ce lo dice, ma lo capiamo, eccome se lo capiamo) che è stato un periodo di tempo tragico in cui l'uomo ha mostrato tutta la sua funesta attitudine a contraddirsi e a compiere delitti bestiali.
Patrik Ourednik, di nazionalità ceca, ma poi trasferitosi a Parigi, tranne quando ritira il premio in patria per il miglior libro dell'anno, con uno stile efficace, mai didascalico e dottrinale, tutt'altro, elenca una serie di misfatti dove però l'elemento centrale non è la piena considerazione e comprensione dei fatti, macché, ma la sua interpretabilità.
Come a dire che quando ci son tanti galli a parlar non si fa mai giorno e c'è sempre qualcuno che trova qualsiasi pretesto per compiere delitti innominabili (che Ourednik nomina) o per produrre analisi incomprensibili.
Gli storici dicevano che la memoria storica non era una componente della storia e che la memoria era passata dalla sfera della storia a quella della psicologia e questo aveva inaugurato un nuovo dominio della memoria nel quale non era più in questione la memoria dell'avvenimento ma la memoria della memoria (pag.42).
Nel procedere lesto Ourednik insinua nel lettore, però, il dubbio che il nocciolo della Storia (con la maiuscola) non sia solo l'elemento temporale: preso così c'è il rischio che nulla sia condannabile perché c'è sempre stato un precedente. Esempio: La prima legge sulla sterilizzazione degli elementi inferiori è stata promulgata nel 1907 negli Stati Uniti. Vecchia diatriba. Come a dire: ci si è lamentati dei nazisti, ma poi le potenze occidentali hanno fatto lo stesso e prima. Ci si dimentica però che agli Stati Uniti di allora non sarebbe venuto in mente di gasare gli ebrei (anche perché chi avrebbe fatto Hollywood, il cinema commerciale e prodotto i film di Woody Allen?).
Davvero c'è il sospetto, leggendo Europeana, che l'autore, pur brillando di una caustica, necessaria, critica dell'umanesimo, abbia voluto far di tutt'erba un fascio. Ma come dargli torto quando scrive: E nel 1942 i rappresentanti della Croce Rossa svizzera vennero a sapere dell'esistenza delle camere a gas nei campi di concentramento ma decisero di non diffondere l'informazione temendo che i tedeschi potessero sfruttare la cosa per gettare discredito sulle organizzazioni militari.
Oppure quando precisa: nel 2000 è stata abolita una legge dello stato dell'Alabama che vietava i matrimoni misti con i cittadini neri.
Non voglio far l'avvocato del diavolo, ma tra le righe del piccolo saggio, s'insinua un leggero sentor di walesiana adesione al sacro (quando la gente ha smesso di credere in Dio si è messa a cercare il modo di esprimere l'assurdità del mondo inventando il futurismo e l'espressionismo e il dadaismo e il surrealismo e l'esistenzialismo e il teatro dell'assurdo), perché si sa, quando tutt'intorno il sistema di valori non trova radice, non c'è modo di scazzottare il nichilismo se non con una massiccia dose di fede.
E temo che Ourednik sia in cerca, in qualche modo, di un'illuminazione.
di Alfredo Ronci
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