CINEMA E MUSICA
Alfredo Ronci
Farlo 'strano' stavolta paga: 'Alegrias' di Howe Gelb & a band of gypsies.

Howe Gelb è creatura imprevedibile e l'uscita di questo disco dopo pochi mesi dall'altro, quel Blurry Blue Mountain che aveva attestato tutta la perentoria classe del cantautore con qualche pezzo di assoluto valore, lo conferma senza alcun ombra di dubbio.
Perché Alegrias – e i più accorti potrebbero presentire qualcosa già dal titolo e dalla collaborazione - mischia il sound tipico dei Giant Sands col flamenco! Eh sì, proprio quello, e Raimundo Amador (come non lasciarsi suggestionare da un cognome del genere?), virtuoso della chitarra flamenco è la tipica ciliegina sulla torta.
E' la solita solfa del 'famolo strano'? Direi di no, visti i risultati: anzi, per il sottoscritto il disco è una delle cose più affascinanti di questo 2011 e dirò di più, gli elementi musicali che potrebbero apparire lontani e culturalmente distanti, invece con magia si amalgamano.
Non si scappa: già dal primo brano, 'Doors maverick' si capisce di che pasta è l'incisione. Sembra davvero di stare tra Cordoba (precisazione: i tredici brani di Alegrias son così distribuiti. Nove classici dei Giant Sands rimaneggiati e quattro inediti pare ispirati proprio dalla città di Cordoba) e il confine tex-mec (territorio questo che sarebbe divertente andarlo a trovare sulle carte geografiche!). Il secondo brano 'Uneven light of day' non fa che confermare l'andazzo, per non parlare del quarto che esordisce con un splendido assolo flamenco di Amador.
Ma il gioco è affascinante proprio perché l'alternanza delle situazioni non graffia l'atmosfera rilassante ed inusuale del disco: 'The ballad of Lole y Manuel' ha un delicato tappeto bossa nova (così come per l'altro pezzo 'Where the wind turns the skin into leather' con in più richiami bacharachiani), mentre 'Saint conformity' 'Notoriety' e soprattutto 'Blood orange' sono di stampo prettamente gelbiano. Vi è un pure un brano strumentale al piano 'Lost like a boat full of rice'.
Qualcuno a proposito di questo disco ha detto che è prodotto destinato soprattutto agli aficionados dei Giant Sands: secondo me costui pecca di presunzione e mancanza di fantasia.
Chi ricorda Feline degli Stranglers, molto lontano dagli standards del gruppo punk-new wawe, eppure tra le incisioni più suggestive e convincenti della band inglese? Con Alegrias siamo appunto da quelle parti, nel senso di un'opera perfettamente conchiusa nella sua struttura e per nulla deviante, secondo noi, dai modelli musicali di Howe Gelb.
E' vero, il 'famolo strano' sta diventando moda (come è di moda elevare sull'altare dell'immortalità artisti prescindibilissimi e pure noiosi: vedi il caso di Josh T. Pearson!), ma come si diceva righe fa, in questo caso il gioco vale la candela. Anzi un vero e proprio cero!
Howe Gelb & a band of gypsies
Alegrias
Fire - 2011
Perché Alegrias – e i più accorti potrebbero presentire qualcosa già dal titolo e dalla collaborazione - mischia il sound tipico dei Giant Sands col flamenco! Eh sì, proprio quello, e Raimundo Amador (come non lasciarsi suggestionare da un cognome del genere?), virtuoso della chitarra flamenco è la tipica ciliegina sulla torta.
E' la solita solfa del 'famolo strano'? Direi di no, visti i risultati: anzi, per il sottoscritto il disco è una delle cose più affascinanti di questo 2011 e dirò di più, gli elementi musicali che potrebbero apparire lontani e culturalmente distanti, invece con magia si amalgamano.
Non si scappa: già dal primo brano, 'Doors maverick' si capisce di che pasta è l'incisione. Sembra davvero di stare tra Cordoba (precisazione: i tredici brani di Alegrias son così distribuiti. Nove classici dei Giant Sands rimaneggiati e quattro inediti pare ispirati proprio dalla città di Cordoba) e il confine tex-mec (territorio questo che sarebbe divertente andarlo a trovare sulle carte geografiche!). Il secondo brano 'Uneven light of day' non fa che confermare l'andazzo, per non parlare del quarto che esordisce con un splendido assolo flamenco di Amador.
Ma il gioco è affascinante proprio perché l'alternanza delle situazioni non graffia l'atmosfera rilassante ed inusuale del disco: 'The ballad of Lole y Manuel' ha un delicato tappeto bossa nova (così come per l'altro pezzo 'Where the wind turns the skin into leather' con in più richiami bacharachiani), mentre 'Saint conformity' 'Notoriety' e soprattutto 'Blood orange' sono di stampo prettamente gelbiano. Vi è un pure un brano strumentale al piano 'Lost like a boat full of rice'.
Qualcuno a proposito di questo disco ha detto che è prodotto destinato soprattutto agli aficionados dei Giant Sands: secondo me costui pecca di presunzione e mancanza di fantasia.
Chi ricorda Feline degli Stranglers, molto lontano dagli standards del gruppo punk-new wawe, eppure tra le incisioni più suggestive e convincenti della band inglese? Con Alegrias siamo appunto da quelle parti, nel senso di un'opera perfettamente conchiusa nella sua struttura e per nulla deviante, secondo noi, dai modelli musicali di Howe Gelb.
E' vero, il 'famolo strano' sta diventando moda (come è di moda elevare sull'altare dell'immortalità artisti prescindibilissimi e pure noiosi: vedi il caso di Josh T. Pearson!), ma come si diceva righe fa, in questo caso il gioco vale la candela. Anzi un vero e proprio cero!
Howe Gelb & a band of gypsies
Alegrias
Fire - 2011
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