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Il Paradiso degli Orchi
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CINEMA E MUSICA

Alfredo Ronci

I rumori del mondo nella calma di Cristina Donà: 'Torno a casa a piedi'.

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Anche lei ha avuto un figlio, ma non ci ha scassato le palle come la Nannini: non si è fatta fotografare col pancione, non ha negato la paternità, e non ha fatto un disco sulla bellezza della nascita perché si sa, anzi tutto il mondo sa, che prima di lei miliardi di donne hanno fatto la stessa cosa con discrezione e senza sbandierarlo ai quattro venti.

Certo, anche la Donà s'è sentita coinvolta dall'evento, ma l'accenno è pacato e più lucido: 'Bimbo dal sonno leggero' più che sulla meraviglia del creato e del creare, è una saggia considerazione sulla durezza della vita.

Poi il disco è, per fortuna, altro: come ha detto lei stessa in un'intervista, un'aggiunta di colori alla sua musica spesso monocromatica (che non vuol dire noiosa, anzi). E questi colori aggiunti sono per lo più strumenti inusuali per un'artista come la Donà: tromba, trombone, tuba violini ecc.

I testi invece, che sono sempre suggestivi e mai banali, vivono di una sorta di contrapposizione quasi naturale: da una parte, come detto nel titolo, i rumori del mondo coi suoi innumerevoli problemi, e dall'altro le pennellate tipiche dell'impressionismo donaniano.

In 'Miracoli', il pezzo d'apertura, uno sprazzo di ottimismo: Io credo nei miracoli che la gente può fare (fosse vero, soprattutto nelle cabine elettorali!). Nel terzo brano 'In un soffio', con un tappeto vagamente reggae vi è una giusta disamina dell'isterismo catodico: Non sopporto gli urlatori delle trasmissioni che ti parlano di cose che non sanno fare. Addirittura in 'Giapponese' vi è una dritta molto attuale : vengo a svelarti l'arte di arrivare a fine mese. In 'Tutti sanno cosa dire', il pezzo più rock del nuovo lavoro, vi è la confessione di una necessità stringente: C'è bisogno d'ordine e tranquillità per non cadere in tentazione.

Devo essere sincero: nonostante l'attualità della Donà sia giusta e pregnante, le mie preferenze vanno per le canzoni più 'classiche' del repertorio della cantautrice. Penso a 'Un esercito di alberi', ballata dall'ampio respiro che vedrei benissimo in un altro disco tutto acustico e 'Più forte del fuoco' con quella perfetta strofa che appunta: C'è quella frase che dice: chi ha provato le ortiche riconosce la seta.

Strano e curioso poi che la title track 'Torno a casa a piedi' sia una storia di amore extraconiugale.

Insomma, dopo la riproposizione dei suoi migliori pezzi in versione acustica (Piccola faccia) il nuovo disco della Donà ci ripropone un'artista intelligente e sensibile, fuori dai soliti giri e dai soliti giochi di potere, rinnovata quel giusto da non apparire troppo 'rivoluzionaria', ma soprattutto attenta ad un mondo intorno sì sfilacciato e a volte incomprensibile, ma adatto ad una sua rappresentazione mai ordinaria e scontata.

Averne di Donà in Italia!



Cristina Donà

Torno a casa a piedi

Emi - 2011







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