CINEMA E MUSICA
Adriano Angelini Sut
Il Rock europeo che non ha nulla da invidiare al dominio anglo-sassone: I Deus e il loro capolavoro 'Keep You Close'.

Sono arrivati all'ottavo album. Chi l'avrebbe detto. O forse sì, almeno io l'avrei detto. Il gruppo di Anversa, Belgio, tornano dopo tre anni da Vantage Point, con un altro bellissimo, a tratti strepitoso lavoro. Si chiama Keep you close e contiene "solo" 9 tracce. Una più bella dell'altra a dire il vero. Troppo poche. Innanzitutto la title track, il singolo, 'Keep you close', oserei definirlo il singolo dell'anno senza alcun dubbio. Un pezzo che rimarrà nella storia del pop-rock al pari delle tante ballate dei Coldplay. E' una canzone talmente bella che non riesco ad avere le parole per descriverla. Sentitevela. E' tutta fiati e melodia. Il refrain giusto che ti rimane in testa e non se ne va più. Il sogno romantico, la colonna sonora che avresti voluto avere al tuo primo incontro d'amore. Poi parte il mini funky di 'The final blast', la voce di Barman che pigia sul ritmo, delicati sincopati di chitarra e basso, leggerezze jazz della tastiera. Un volo soave. 'Dark sets in' sembra ripartire da dove era finita l'altra, solo che il basso si fa più incalzante e le percussioni punteggiano l'atmosfera come una rincorsa sfrenata, e solo l'urlo di Barman la spezza nel ritornello. Se 'Twice' (we survive) è un bel lento con un crescendo un po' troppo musical e a mio avviso è l'unica nota lievemente stonata dell'album, il rock-jazz-swingato di 'Ghosts' si riprende alla grande e ci regala momenti di vera meraviglia sonora, un ballatone scatenato che ti trascina via e ti costringe a ballare, a dimostrazione ancora una volta di come il gruppo sappia spassarsela fra i generi, forse unici in Europa senza mai essere banali. I Deus infatti sono capaci di catturare melodie e ritmi sempre originali pur nella loro struttura collaudata e a tratti furbetta. Stessa situazione per 'Constant now', un trionfo, un capolavoro ritmico à la Deus, un Barman seducente e via via più avvincente. Una cavalcata di ritmo che culmina con il ritornello tanto 70's di "all you got for you money" e un reprise che riecheggia i migliori Simple Minds. Uno spettacolo. Melanconica e infinitamente stringente arriva 'The end of romance', con parlato iniziale à la chansonnier e piano e arpeggio a sottolineare i punti melodici più toccanti. Vette sublimi, un brano da incorniciare, e rimettere da capo. Con 'Second nature' si torna al loro rockeggio più classico con bridge che introduce un bel ritornello sempre attento a catturare la melodia giusta. Si chiude, e non poteva essere diversamente, in bellezza: 'Easy' è la colonna sonora ideale di un film tv anni'70, almeno l'inizio. Una ballata d'amore e una dedica psichedelica alla delicatezza del vivere. Una sinfonia più solenne per cuori stanchi ma non vinti. Il finale chitarra e percussioni (e poi tastiere) è struggente. Da sentire al buio e lasciarsi catturare come in trance. A questo link ve lo potete ascoltare tutto: ve lo consiglio caldamente: http://3voor12.vpro.nl/speler/luisterpaal/45119338#luisterpaal.45119338
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