CINEMA E MUSICA
Alfredo Ronci
Il compositore che piacerebbe a Bertolucci: 'A Mäe' di Rodrigo Leao & Cinema Ensemble.
Più passano gli anni e più si capisce che il leader incontrastato dei Madredeus era proprio Rodrigo Leao. Con la sua uscita il gruppo ha perso un po' di smalto (c'è qualcuno che li ricorda dopo Ainda?) ma gli ascoltatori hanno guadagnato un compositore coi fiocchi, uno straordinario assemblatore di musiche da film.
Già Cinema, del 2006, aveva detto abbastanza con la perfetta mescidazione di generi, dal pop al classico alla colonna sonora: di più, pensiamo, c'è questo A Mäe, lucido 'montaggio' di una soundtrack senza pellicola.
Come si diceva nel titolo, piacerebbe ad un regista come Bertolucci, perché Leao raccoglie, senza per questo imitare nessuno se non nella continuità di un'arte senza troppi fronzoli, la lezione di maestri del passato e contemporanei. Nella sua musica c'è Gershwin, ma c'è Moricone, c'è Nyman e c'è Sakamoto (tra l'altro già mossisi insieme), c'è Graig Armstrong, c'è il Balanescu Quartet e pure la musa ispiratrice dei film di Teo Angelopoulos: Eleni Karaindrou.
Ci sono talmente un'infinità di rimandi che ascoltare di seguito un disco di Leao è come ripercorrere una storia musicale secolare: ed una lezione di gusto e stile.
Questa sua ultima incisione presenta anche delle bellissime sorprese: non inganni l'apertura strumentale (a metà strada tra Morricone e Nyman), nel senso che l'ascoltatore non si lasci troppo trasportare dall'armonia della composizione, perché poi il musicista, pur restando in una felice dimensione melodica, assesta colpi tremendi ed azzeccati. Come quella di voler ospitare l'ex cantante dei Tindersticks, Stuart A.Staples, con una pezzo, The Light holds so many colours, che affascina per respiro musicale e interpretativo (lo stesso brano viene riproposto qualche solco dopo col nuovo titolo di 1939 e solo strumentale) o di affidare a Neil Hannon, il cantante dei Divine Comedy, il miglior estratto del disco, quella Cathy che, in alcuni momenti, suscita incontenibili emozioni, anche grazia alla tonalità piena e convincente del cantante.
La parte del leone la fa Ana Vieira, la cantante portoghese che spesso accompagna Leao anche nelle esibizioni dal vivo, con ben sei brani che mostrano la sua straordinaria duttilità: passa tranquillamente da un registro da colonna sonora, ad una scansione drammatica, fino ad una tanghèra (attenti all'accento) immedesimazione come nel riuscitissimo Canciones negras.
Insomma A Mäe è la perfetta dimostrazione di come si possa 'raccontar' musica senza per questo correr dietro a bizzarrie avanguardistiche o a ruffiani ammiccamenti al pop più sconsolatamente di mercato.
Crediamo che Leao, nel prossimo futuro, possa prendere il posto dello sfortunato Hector Zazou, il compositore francese scomparso recentemente: quest'ultimo, attraverso la fattiva collaborazioni di artisti e cantanti di ogni provenienza, realizzava una sorta di patchwork musicale affascinante ed illuminante (riuscì a coinvolgere anche la nostra Irene Grandi in Strong Currents). Ma se Zazou tendeva ad essere una sorta di filologo, sempre in cerca delle radici musicali, Leao ci sembra molto più legato a certe espressioni culturali, nonostante la capacità di vedere oltre.
Lasciatevi dunque suggestionare dall'arte del compositore portoghese e se A Mäe è una colonna sonora senza pellicola, fatevelo voi il film. Per una volta non sarà una masturbazione mentale, ma un cammino deciso verso un sano godimento.
Rodrigo Leao
A Mäe
Ponderosa (2009-2010)
Già Cinema, del 2006, aveva detto abbastanza con la perfetta mescidazione di generi, dal pop al classico alla colonna sonora: di più, pensiamo, c'è questo A Mäe, lucido 'montaggio' di una soundtrack senza pellicola.
Come si diceva nel titolo, piacerebbe ad un regista come Bertolucci, perché Leao raccoglie, senza per questo imitare nessuno se non nella continuità di un'arte senza troppi fronzoli, la lezione di maestri del passato e contemporanei. Nella sua musica c'è Gershwin, ma c'è Moricone, c'è Nyman e c'è Sakamoto (tra l'altro già mossisi insieme), c'è Graig Armstrong, c'è il Balanescu Quartet e pure la musa ispiratrice dei film di Teo Angelopoulos: Eleni Karaindrou.
Ci sono talmente un'infinità di rimandi che ascoltare di seguito un disco di Leao è come ripercorrere una storia musicale secolare: ed una lezione di gusto e stile.
Questa sua ultima incisione presenta anche delle bellissime sorprese: non inganni l'apertura strumentale (a metà strada tra Morricone e Nyman), nel senso che l'ascoltatore non si lasci troppo trasportare dall'armonia della composizione, perché poi il musicista, pur restando in una felice dimensione melodica, assesta colpi tremendi ed azzeccati. Come quella di voler ospitare l'ex cantante dei Tindersticks, Stuart A.Staples, con una pezzo, The Light holds so many colours, che affascina per respiro musicale e interpretativo (lo stesso brano viene riproposto qualche solco dopo col nuovo titolo di 1939 e solo strumentale) o di affidare a Neil Hannon, il cantante dei Divine Comedy, il miglior estratto del disco, quella Cathy che, in alcuni momenti, suscita incontenibili emozioni, anche grazia alla tonalità piena e convincente del cantante.
La parte del leone la fa Ana Vieira, la cantante portoghese che spesso accompagna Leao anche nelle esibizioni dal vivo, con ben sei brani che mostrano la sua straordinaria duttilità: passa tranquillamente da un registro da colonna sonora, ad una scansione drammatica, fino ad una tanghèra (attenti all'accento) immedesimazione come nel riuscitissimo Canciones negras.
Insomma A Mäe è la perfetta dimostrazione di come si possa 'raccontar' musica senza per questo correr dietro a bizzarrie avanguardistiche o a ruffiani ammiccamenti al pop più sconsolatamente di mercato.
Crediamo che Leao, nel prossimo futuro, possa prendere il posto dello sfortunato Hector Zazou, il compositore francese scomparso recentemente: quest'ultimo, attraverso la fattiva collaborazioni di artisti e cantanti di ogni provenienza, realizzava una sorta di patchwork musicale affascinante ed illuminante (riuscì a coinvolgere anche la nostra Irene Grandi in Strong Currents). Ma se Zazou tendeva ad essere una sorta di filologo, sempre in cerca delle radici musicali, Leao ci sembra molto più legato a certe espressioni culturali, nonostante la capacità di vedere oltre.
Lasciatevi dunque suggestionare dall'arte del compositore portoghese e se A Mäe è una colonna sonora senza pellicola, fatevelo voi il film. Per una volta non sarà una masturbazione mentale, ma un cammino deciso verso un sano godimento.
Rodrigo Leao
A Mäe
Ponderosa (2009-2010)
CERCA
NEWS
-
12.11.2024
La nave di Teseo.
Settembre nero. -
12.11.2024
Tommaso Pincio
Panorama. -
4.11.2024
Alessandro Barbero
Edizioni Effedi. La voglia dei cazzi.
RECENSIONI
-
Han Kang
La vegetariana
-
Han Kang
Atti umani
-
Giuliano Pavone
Per diventare Eduardo
ATTUALITA'
-
Ettore Maggi
La grammatica della Geopolitica.
-
marco minicangeli
CAOS COSMICO
-
La redazione
Trofeo Rill. I risultati.
CLASSICI
CINEMA E MUSICA
-
Marco Minicangeli
La gita scolastica
-
Marco Minicangeli
Juniper - Un bicchiere di gin
-
Lorenzo Lombardi
IL NERD, IL CINEFILO E IL MEGADIRETTORE GENERALE
RACCONTI
-
Fiorella Malchiodi Albedi
Ad essere infelici sono buoni tutti.
-
Roberto Saporito
30 Ottobre
-
Marco Beretti
Tonino l'ubriacone